Lombardia in bici

Valmalenco
Da Torre di Santa Maria
al Rifugio Bosio
(SO)
Home


 

 

Doveva essere un giro ad anello a partire da Torre di Santa Maria verso il Rifugio Bosio con discesa sull'altro versante della Val Torreggio, invece ci siamo fermati al Rifugio Bosio. Un'escursione molto bella anche se un po' impegnativa.

Dietro i pini il Rifugio Bosio

 
Chiesa in Valmalenco - Alpe Lago - Rifugio Bosio

Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
16,7 km
1306 m
Asfal/Sterr
Strad/Carr
7,8%- 25%
✩✩✩✩✩

✩✩✩✩✩

  

 

 

 


La Mappa di Google Earth

Ci si trova in Valmalenco, l'obiettivo iniziale era quello di raggiungere il Rifugio Bosio per poi scendere verso Piasci sul versante opposto della valle, invece alla fine abbiamo scelto di scendere ancora dallo stesso versante.






L'altimetria del percorso rivela una lunga e costante salita con punte anche sopra il 20%





Come arrivarci

Si imbocca la Valtellina sino a Sondrio per poi prendere la deviazione per la Valmalenco, Torre di Santa Maria.

Il percorso

Sono 16,5 km di salita continua che alterna tratti asfaltati, cementati e sterrati.
Alcuni tratti cementati sono fatti su due 'binari' in rilievo dal suolo con l'interasse adatto ai fuoristrada. Questi sono posti su tratti abbastanza ripidi ed occorre fare parecchia attenzione a restare in equilibrio vista anche la bassa velocità con cui si riuscirebbe a salire.

 Bici consigliata

E' preferibile una MTB con buona sospensione anteriore, meglio ancora una biammortizzata, un adeguato cambio con rapporti corti e soprattutto buoni freni in ordine.


Valmalenco  

Avevo pianificato il punto di partenza ed arrivo a Torre di Santa Maria essendo il punto ideale per il giro ad anello che mi ero prefissato. A metà tappa si trovava il Rifugio Bosio dove avremmo fatto sosta pranzo, ma per ogni evenienza ci siamo fermati subito dopo la partenza nel primo negozio per farci fare dei panini con la bresaola. Sempre meglio averli che trovarsi su una salita in crisi di fame!

Il fatto di partire da Torre di Santa Maria era anche ideale per incominciare a scaldare i muscoli raggiungendo Chiesa in Valmalenco.

Se fossimo partiti direttamente da Chiesa in Valmalenco le salite sarebbero state lì già dalla prima pedalata e non sarebbe stata una cosa ideale.


Da Torre di Santa Maria ho preferito scegliere la strada a mezza costa che conduce a Chiesa in Valmalenco che risulta essere meno frequentata e più panoramica di quella posta a fondo valle. L'aria era fresca ma già i primi raggi di sole ci hanno ben presto fatto togliere alcuni indumenti.


Poco prima avevo parlato con Sergio che è nella foto, e per un attimo non ho visto sul GPS la deviazione che dovevamo prendere finendo così un poco più avanti.

In pratica un duecento metri prima dovevamo svoltare a sx sulla strada in salita verso Primolo.

Proseguendo da qui saremmo arrivati in centro al paese.

Il bivio da prendere si trovava a circa 3,8 km dal nostro punto di partenza ed avevamo già superato 192 m di dislivello al 5%


Dal bivio dopo 950 m e 60 m di dislivello si arriva al bivio a sx per Primolo


La strada sempre in salita incominciava ad offrire visioni dall'alto. Questa è la vista verso il fondovalle sullo sfondo le Orobie della Valtellina


Sotto i tetti di Chiesa in Valmalenco e dietro il comune di Caspoggio. La punta a sx è la cima del Pizzo Scalino, alla sua dx le creste del Monte Cavaglia ed in fine il Monte Pallino



Dal precedente bivio dopo 950 m al primo tornante si svolterà a sx in direzione Alpe Lago


Al bivio dopo 6,38 km dalla partenza e 326m di dislivello, il sole incomincia a scaldare l'aria, occorre alleggerirsi con gli indumenti e provvedere a spalmarsi la crema solare protettiva. Si sale a 2000 m e lì i raggi UV sono ancora più intensi e pericolosi per la nostra pelle, meglio proteggersi.

Alle sue spalle la cima più alta è il Monte Motta, mentre in secondo piano a dx è il Monte Spondascia.



Inutile dire che la strada è panoramica ed immersa nella vegetazione ed ogni tanto quando si dirada offre viste sulla valle.

Ancora le vette citate sopra, da sx: Il Monte Motta, Monte Spondascia, Pizzo Scalino.


Un riconoscimento a bellitaliainbici con il simbolico alzo della sbarra. Da questo punto salgono solo i veicoli dei residenti autorizzati. Ovvio che chi va a piedi o in bici può transitare.


Dimenticavo ... gli accompagnatori di oggi sono tre: qui è la dr.ssa Debora e...


... e a seguire l'Ing. Sergio a sx e Giordano di spalle, vecchio accompagnatore di bellitaliainbici


Una bella vista dal punto in cui ci eravamo fermati

Il centro di Chiesa in Valmalenco


Ci eravamo fermati per un consulto sul punto dove ci trovavamo. Un confronto fra GPS e la cartografia cartacea dell'Ing. Sergio


Dai che si riparte! C'è ancora un po' di strada da fare ! Li stavo spronando per arrivare ad un orario decente per il pranzo.


Si riparte con spunti di pendenza impegnativi come al solito contraddistinti dalle cementate.
Come sempre in montagna i tratti di carrabile più difficili vengono cementati per poter garantire una trazione ai fuoristrada anche in presenza di piogge. Se ci fosse lo sterrato, ben presto i fuoristrada potrebbero erodere facilmente il fondo creando delle buche.

 


Sergio era impegnato a ripartire in pendenza dopo un controllo alla bici.

Un torrente scorreva fra le piante lasciando intravedere in fondo una piana. Questo era il segno che Alpe Lago doveva essere poco distante. Questi quindi era il Torrente Alpe Lago


Si pensava che il tratto più difficile fosse terminato, invece...


... In effetti sbucati ad Alpe Lago, a proposito del Lago non v'è traccia, forse durante il disgelo in primavera.

L'idea era che si sarebbe proceduti con pendenze meno impegnative. Invece abbiamo dovuto superare la cresta in centro alla foto e non è stato per nulla uno scherzo, anzi, le pendenze sono aumentate sensibilmente e abbiamo dovuto fare gli equilibristi sui tratti di binari cementati costruiti per l'interasse delle ruote dei fuoristrada.



Una occhiata all'Alpe e si riparte. Sembrano tutte salite da niente a vederle così, in realtà le cose stanno in modo differente.

Sino a qui erano 11 km dalla partenza con 818 m D+ superati.

Ci restavano 5,75 km e 476 m di D+ da superare.

 


L'Alpe Lago è una bella area disboscata punteggiata da diverse malghe e abitazioni.

 

Vecchie baite in pietra con parti costruite in legno che in genere vengono adottati per i fienili o il ricovero del bestiame

 

A sx si vede la rampa tracciata ai piedi della montagna, ecco quello era uno dei primi tratti più impegnativi dove smettere di pedalare non era considerata per nulla una buona cosa!


Non avendo fatto delle foto perché poi avrei avuto difficoltà nel ripartire, per spiegare meglio mi è venuta in aiuto una foto di un vecchio report.

I binari sono fatti così solo che sono presenti maggiori incavi ai lati dei binari e una volta messo il piede a terra vi ritrovereste fortemente squilibrati su una ripida pendenza. Ripartire non sarebbe per nulla facile ma anche mantenere l'equilibrio su queste strisce non lo è, c'è solo da provare!


Potrebbero giocarci anche a Golf quasi quasi!


Le malghe mostrano un misto di tetti in lamiera ai classici tetti in lastre di ardesia


Come sempre accade in montagna le chiesette sono costruite sui punti più visibili da tutti e di conseguenza più panoramici.


In pratica quasi tutta la salita era stata fatta di un fiato e la chiesetta oramai era lontana.


L'identica inquadratura dei monti che avevo fatto a quote più basse ora riproposta da sopra l'Alpe Lago

 


Affiancati da svettanti ed alti pini si riprende la marcia per il rifugio

Giordano con il suo destriero arrancava sulla salita con a fianco uno stupendo panorama, solo che lui non lo poteva vedere in quei frangenti.

 

Intanto Debora la più leggera del gruppo si avantaggiava nella salita portandosi avanti.

Io mi ero zavorrato con un nuovo capiente zaino che alla fine me lo sono ritrovato pesante come non so che cosa, ma anche Sergio non scherzava e alla fine soppesandoli ambedue mi sa che eravamo "piombati" in modo eguale.

Giordano in questa partita era un outsider per cui non rientrava nella classifica dei più leggeri


Giordano sotto pressione dalla salita intanto ci vedeva triplo o non ci vedeva più dalla fame


Avevo appena superato un tratto roccioso e mi ero accorto che sulla sx c'era un varco nella vegetazione

Più sotto era l'imbocco con la Valmalenco mentre sullo sfondo era il profilo delle Orobie


Sembrava che qui avessero fatto dei recenti lavori di messa in sicurezza probabilmente a causa di una frana.


L'unica fontanella incontrata lungo il percorso non poteva fare altro che farci fermare per rimpinguare le nostre scorte idriche.


Ancora salita e si sfocia in un altro ambiente montano che incomincia a far intravedere la testa della valle con i boschi che lasciano il loro posto alle rocce oltre i duemila metri


In centro sbuca la cima dei Corni Bruciati a 3114 m s.l.m.


Il nostro cane molecolare era sguinzagliato in avanscoperta per scoprire tracce di fumante polenta taragna uscire dai camini del rifugio


A dx Alpe Airale ed in alto i Corni di Airale 2841 m


Qui iniziava un tratto in singletrack per cui il rifugio era oramai molto vicino

A sx sotto la cresta del Monte Caldenno il tetto del Rifugio Bosio, non rimaneva che lo slalom fra gli enormi macigni


Si gioca a nascondino fra i massi

Avvistiamo il fumo uscire dal camino, forse la polenta era pronta! Fra i massi il Torrente Torreggio crea dei piccoli laghetti

 

Sbucati dai massi si è aperto uno spettacolo sulla conca della Val Torreggio

 

Eravamo arrivati nell'Eden! Debora si apprestava al superamento della passerella in legno sul Torrente Torreggio

Ancora una volta siamo giunti in una location fantastica in una giornata altrettanto stupenda

 

Era un peccato lasciare questo fantastico posto, ma era forse il caso di andare a pranzo, la polenta taragna con brasato ci attendeva!

A quota 2066 m avevamo messo le ruote e posteggiate le bici davanti al Rifugio Bosio

Giordano si è prodigato subito nel fare qualche scatto con la benevolenza dei fondatori del rifugio che lo osservavano benevolmente dall'alto delle loro bronzee effigi

La nostra sistemazione pranzo, stavamo attendendo di essere serviti

Un po' di fatica a raggiungere la meta a dire il vero l'abbiamo fatta, ma con una giornata così e un posto di questa bellezza ne era valsa la pena.

 

Il rifugio era quasi pieno, almeno nei tavoli all'esterno

 

Certo che venire quassù ed incontrare una lettrice di bellitaliainbici con tanto di vassoio di torte non capita tutti i giorni!

Così, spiegate le nostre intenzioni per proseguire il giro scendendo dal versante dx della Val Torreggio, la sua risposta è stata: E' un po' ostico con diversi tratti da accompagnare la bici a piedi.

Viste le cose abbiamo scelto di ritornare sui nostri passi e rifare il percorso dell'andata.

 

Quale gustare per prima? Erano ambedue favolose e non c'è voluto molto per farle sparire, difficile del resto resistere a simili tentazioni!


Nell'attesa del caffè due passi attorno al rifugio. Una piccola cappelletta poco distante.

Una vista da dietro il rifugio e pensare che io e Giordano qualche settimana prima avevamo fatto una escursione proprio dietro quelle montagne in Valle di Preda Rossa

Il retro del Rifugio Bosio

La temperatura non era disprezzabile, ma dopo pranzo ed in discesa una copertura in più non fa mai male

Ultimo sguardo da mettere nei ricordi e si parte di nuovo verso il punto di partenza a Torre di Santa Maria. Il Lago di Arcoglio dovrà attendere una prossima spedizione e pensare che era dal 2009 che mi ero proposto di andarci!

Metà missione compiuta non per questo è stata una delusione, anzi!

Allineati e coperti in fila indiana fra i massi


Giordano fa di nuovo scorta di acqua fresca visto che a tavola come tutti noi eccetto Debora si era pranzato bevendo vino, tanto poi c'era la discesa

E qui Giordano ne fa un'altra delle sue, giunti All'Alpe Lago noi abbiamo proseguito per la strada dell'andata mentre lui ha deviato giù verso le case per poi sbucare sulla strada in mezzo ai campi così da accorciare il percorso, salvo poi dirci che c'erano un po' di ortiche

Per noi stessa strada ma facendola all'inverso abbiamo visto nuovi panorami verso la Valmalenco e le montagne dietro

Intanto cercavamo di scrutare a che punto fosse arrivato Giordano

A parte i panorami che si potrebbero apprezzare scendendo, la maggior parte del tempo la si deve mettere nel guardare bene dove piazzare le ruote e quale traiettoria sia meglio fare oltre a frenare in continuazione per rallentare la corsa che altrimenti diverrebbe poi incontrollabile.

Se la salita ha i suoi perché, la discesa non è da meno, almeno quando si sta parlando di discese su fondo sconnesso e parecchio ripido.

 

Ed ecco fatto ritorno a Torre di Santa Maria da dove eravamo partiti al mattino con in mente un giro completo che poi si è tramutato in un metà giro, ma averne di percorsi simili!

  

Traccia GPX


Conclusioni

Penso che ancora una volta le foto possono parlare da sole. Gli ambienti sono molto belli, si va in montagna e come sempre c'è da mettere in conto la fatica per raggiungere la meta, si, ma che meta!

 

 

buone pedalate a tutti, Outside

 

 

Un foto racconto di Cadore designer © 2016
pagina creata: 27-08-2016
ultimo aggiornamento: 28-08-2016
Percorsi ciclabili - torna su
Ogni uso o sfruttamento dei miei progetti a scopo commerciale, senza un preventivo accordo scritto, é vietato. La riproduzione di questo sito in toto o in parte é vietata senza il consenso scritto dell'autore.

 

Info cookie »