Alto Adige-Veneto in bici
Dal CaravanPark Sexten
alle Malghe Nemes e Coltrondo
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Un tracciato che scorre fra i confini dell'Austria dell'Alto Adige e del Veneto. Percorso già visto in passato ma questa volta con la maggior parte delle fotografie scattate in movimento che danno una visione diversa del percorso.


Veneto - Comelico Superiore - Malga Coltrondo 1883m.



P.sso Monte Croce di Comelico - Malga Nemes - Malga Coltrondo


Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
10,2km
477m D+
117m D-
Innev/Ghiac
Stradale
3,5% - 20%
✩✩✩✩
-
✩✩
✩✩✩✩✩

 

 

 

 

 

 


Il percorso si snoda fra due confini demarcati dalla linea grigia che attraversa il Passo di Monte Croce di Comelico; a sx l'Alto Adige a dx il Veneto. In pratica il Südtirol da una parte e il Cadore dall'altra, mentre la riga gialla demarca il confine Italo-Austriaco

 




L'altimetria del percorso


IL PERCORSO

Dal nostro campo base fissato al CaravanPark Sexten, siamo saliti sulla strada che porta al Passo di Monte Croce di Comelico. Proprio sul Passo, a sx del cartello indicante la Regione Veneto, parte una forestale innevata (d'inverno) i segnali indicano sia per la Malga Nemes che per la Malga Coltrondo. A differenza del report passato questa volta siamo saliti passando per la Malga Nemes e di seguito alla Malga Coltrondo.

 

Rifornimenti idrici

In inverno non ve ne sono se non al Passo di Monte Croce di Comelico o una volta raggiunte le malghe.

Quale bici usare

Consigliabili MTB front o full dotate di impianti frenanti a disco e con la possibilità di montare gli pneumatici chiodati.

AVVERTENZE

Per nostra esperienza pluriennale, consigliamo di utilizzare solo pneumatici chiodati, non usarli potrebbe significare ad andare incontro a seri infortuni o danni a persone o cose. Si consiglia di salire nei mesi freddi quando le temperature si mantengono sotto lo zero termico anche durante la giornata, questo favorirà di molto la tenuta degli pneumatici. Contrariamente a quanto si possa pensare, la loro tenuta migliora quando il fondo è molto compatto o ghiacciato, oltre a fare molta meno fatica voi stessi.

Altra precauzione da prendere: Se le vostre gomme chiodate sono il salvacondotto per affrontare la salita e la discesa e questo finché sarete in sella, ricordatevi che come metterete un piede a terra in presenza di eventuale ghiaccio vivo, c'è il rischio di fare un bel volo. Per cui assicuratevi di avere delle calzature con comprovata tenuta sul ghiaccio, eventualmente munitevi di sottosuole chiodate, se ne trovano ad esempio alla Decathlon o in altri negozi di materiale sportivo invernale.

Potreste anche trovare condizioni senza ghiaccio, ma se le trovate fate molta attenzione a voi stessi nel camminare o spingere la bici in caso di necessità. Indossate scarponi da montagna impermeabili.

Noi abbiamo usato questi doposci e ci siamo trovati molto bene per la loro leggerezza, ottimo grip, buona calzabilità, tessuto esterno in Novadray ed imbottitura termica che ci hanno sempre tenuto i piedi al caldo. In sostanza una buona alternativa alle solite pedule da montagna con suola in Vibram.

 

Se non avete dimestichezza con attività fisiche con temperature sotto lo zero, vale il consiglio di vestirsi a strati. Quindi assolutamente solo capi certificati traspiranti! Si parte dall'intimo traspirante che può essere T-shirt o manica lunga, a seguire un leggero capo intermedio termico e traspirante a maniche lunghe, poi un Pile leggero ed infine un layer protettivo traspirante antivento. Non scordatevi anche uno scaldacollo in Pile od in tessuto leggero come quelli della decathlon.

Possono andare bene giubbini con tessuto tipo Gorotex , Novadry o similari ma non imbottiti, oppure meglio dei giubbini normalmente in uso per lo sci di fondo che di solito hanno un layer antivento Wind Stopper sull'anteriore mentre maniche e schiena sono con tessuto più traspirante per evacuare meglio il sudore.

Per i pantaloni un pantalone tecnico aderente da trekking con sotto una calzamaglia piú o meno spessa in funzione delle temperature oppure un pantalone da bici invernale a scelta.

In salita la norma è sempre quella: coprirsi il minimo indispensabile per non sentire freddo e allo stesso tempo che ti permetta di sudare il meno possibile e non accaldarsi. Togliere subito un indumento non appena si sente il primo accaldamento con percezione di sudorazione, aspettare non farebbe altro che farvi inzuppare gli indumenti. In sostanza occorre un giusto equilibrio in funzione della temperatura esterna, del grado di copertura e traspirazione degli indumenti e dello sforzo fisico che ci state mettendo.

Portarsi sempre un cambio per il primo e il secondo strato per quando arriverete in quota e successivamente dovrete affrontare la discesa. Essenziale uno zaino per riporre i capi che non state utilizzando. Inutile dire che è meglio usare una buona crema solare a protezione delle parti esposte al sole e ottimi occhiali con schermi UV.

Per i guanti sarebbe meglio avere delle moffole per manubrio o guanti invernali da moto, tutto ciò in funzione delle temperature che si potrebbero incontrare.


Malghe Nemes e Coltrondo


Come al solito sveglia presto per riuscire a partire ad un orario decente. Se come si dice il buongiorno si vede dal mattino, questa era una di quelle belle mattine!


Il sole era già sufficientemente alto pronto a smorzare i -9°C della nottata, cosa per altro che era gradita perchè se non altro aveva consolidato la neve caduta due giorni prima e per noi che si va sulla neve in bici questo è sinonimo di meno fatica. E' sempre meno faticoso pedalare su un fondo compatto specie con i chiodi delle nostre gomme che fanno miglior tenuta in tutte le condizioni, sia essa salita, discesa cambi di direzione improvvisi o frenate decise.


CarvanPark Sexten nostro "campo base", una benevola nevicata di due giorni prima aveva lasciato le tracce sui rami degli alberi. Lei si dimostra già felice di pedalare un po'


Giornata splendida senza nuvole con temperature fra 1 e 8° C tutto sommato cosa volere di piú !



L'uscita del CaravanPark Sexten dà direttamente sulla SS52 che sale al Passo Monte Croce di Comelico. Qui ci si trova a 1522m s.l.m


Le cime della Meridiana di Sesto si stagliavano nel limpido cielo azzurro


Mentre si saliva verso il Passo Monte Croce di Comelico pini e abeti mostravano un carico maggiore di neve rispetto al nostro punto di partenza, del resto in montagna inizia a nevicare prima sempre a quote piú alte.


Per quanta neve possa scendere da queste parti in alta Val Pusteria, un efficiente servizio di spazzaneve vi lascerà sempre le strade libere e percorribili. Abbiamo scelto di salire sulla statale perchè il giorno prima testando una Fat Bike sul sentiero forestale innevato che sale al passo, ci siamo resi conto che in piú punti il fondo non si era ancora compattato ed avremmo fatto fatica per nulla.


Alle nostre spalle foreste di pini si estendono fin sotto le cime della Meridiana di Sesto. A lato della strada cataste di tronchi pronti per essere trasportati.


Il Passo era in vista, mentre sulla dx scorgevamo gli sciatori


A dx potete leggere in Tedesco il nome del Passo Monte Croce. Ultime pedalate prima del confine con il Veneto

 


Qui al passo, questa che si vede ovviamente é la direzione verso la Val Pusteria, se osservate sulla dx un ampio cartellone raffigura le sagome delle Tre Cime di Lavaredo, che sono un po' il simbolo di questa Val Pusteria, infatti alcuni alberghi, pensioni, hotel hanno come richiamo le famose "Drei Zinnen" ricordo che qui la lingua tedesca è la principale, di fatto però le Tre Cime di Lavaredo dalla Valle Pusteria non sono visibili se non salendo su determinate cime.


Proprio in cima al Passo si trova il confine, non resta che salire a sx sulla forestale innevata. Fino a qui sono 2,6 km dalla partenza e 120m di D+. Oltre il cartello c'é il territorio di Comelico Superiore, il comune piú a settentrione del Veneto. Di fatto Comelico Superiore non ha un centro abitato in quanto é costituito dall'aggregazione di 4 comuni: Candide, Casamazzagno, Dosoledo, Padola. Comelico fa parte dei comuni del Cadore.



Si inizia la salita dai 1636m del Passo con lo spettacolo della Meridiana di Sesto alle nostre spalle.

I cartelli marroni a dx indicano i vari rifugi ed il tempo di percorrenza necessario mentre il cartello in basso raccomanda una tolleranza reciproca fra gli utenti del tracciato e a quanto pare mancavamo solo noi a lasciare le nostre tracce!


Se proprio siete già stanchi, all'inizio della salita troverete una panca ed un tavolo oltre alla mappa dei sentieri.

Alla seconda curva, in alto sulla sx compare la chiesetta di San Michele che oramai conosciamo da tempo

Con piglio deciso lei ha iniziato la salita. Come sempre queste zone esposte al sole per la maggior parte del giorno poi sono anche le prime a smollare ed è anche facile che poi al rientro la tenuta della neve sia ben differente.

La chiesa di San Michele alle sue spalle e a sx incontriamo le prime zaino in spalla. Del resto questo percorso è uno dei piú frequentati della zona per chi ama andar per rifugi o semplicemente a camminare sulla neve godendosi i panorami che quassú non mancano di certo

Sosta di controllo dell'attrezzatura di ripresa fotografica

Tutto in ordine, per cui si continua la salita sulla candida neve

Questo percorso è sempre affascinante, specie se avete la fortuna di trovare neve scesa da poco e una bella giornata di sole come è stata questa.

"Valentina" è scatenata e piega la sua bici con disinvoltura affidandosi a "san chiodo"

Alle mie spalle sento urlare: Pistaaa! Ho dovuto farla passare altrimenti mi sarebbe salita sulla schiena!

Nel vecchio report per salire alla Malga Coltrondo avevamo preso il sentiero forestale a dx, mentre questa volta l'avremmo raggiunta passando per la Malga Nemes, quindi proseguendo diritti

Neve in abbondanza, che spettacolo!

Si vede che si invecchia e la memoria inizia a fare acqua. Ero convinto che la deviazione per la Malga Nemes fosse piú avanti, forse ero stato tratto in inganno dal ricordo di una staccionata molto piú lunga di quella che si vedeva a dx....

Fatto sta che ad un certo punto il paesaggio attorno mi era sconosciuto e non poteva essere la traccia giusta.

Oramai anche lei mi stava seguendo a tutta birra e la deviazione giusta era quella indicata dai cartelli alle sue spalle

 

Ero andato avanti per un po' di strada e quando ho girato la bici mi sono accorto che dovendo affrontare la salita il fondo in molti punti non teneva e faceva sprofondare all'improvviso le ruote, per cui nulla di male, bici a spinta e il paesaggio da gustarsi.

Questo è un esempio di come la neve puo cambiare la sua consistenza al variare dell'esposizione. Qui di neve ce n'era, ed era stata anche ben pressata ma essendo una zona pressoché sempre in ombra la neve risultava farinosa e non coesa, cosa non ottima per la sezione limitata dei nostri pneumatici.

Alle mie spalle la cima del Quaternà, sotto di essa era situata la nostra meta da raggiungere: Malga Coltrondo

Nel frattempo arrivato un escursionista ci si è confrontati sui vari percorsi esistenti in zona

 

Arrivata anche la signora, anche lei appiedata dalla consistenza della neve

Non mi è rimasto che indicare dove dovevamo proseguire, comunque nulla di drammatico, non ci si perde quassú, prima o poi un cartello si trova!



Ecco la lunga staccionata che ricordavo e che mi ha fatto trarre in inganno quando ho visto lo spezzone iniziale.

Questa tratto intermedio del percorso interrompe in parte la salita attraversando un vasto pianoro e permettendo di salire sull'altro versante della valle

Dietro di noi i paesaggi fantastici non mancano e si incomincia di nuovo uscendo dal bosco ad ammirare la famosa catena di cime della Meridiana di Sesto. In questa zona in genere il fondo lo troverete compatto al mattino presto per poi smollare verso mezzogiorno essendo molto esposta al sole. Naturalmente tutto ciò dipende dalle temperature e vi possono essere giornate molto fredde dove la neve resta compatta per tutta la giornata.

Passati sull'altro versante della valle la salita riprende incontrando l'ultima zona boschiva che in genere attorno ai 2000m scompare

 

C'è chi scende e c'è chi sale! Dimenticavo di dire che dal pianoro precedente, si staccano dei tracciati riservati a chi fa fondo. In questo caso non eravamo noi gli intrusi ma lo sciatore che evidentemente aveva sbagliato la pista dedicata, niente di male la forestale é abbastanza ampia per starci comodamente ambedue

 

Qui non c'è molto da dire se non: Spettacolo!



Passato il ponte manca poco alla prima meta



Un ultimo strappo porterà oltre i 1900m s.l.m. e al termine della zona boschiva

Ed infatti usciti dal bosco si era di fronte ad un sole abbacinante.
Anche qui essendo dopo gli ultimi alberi una zona esposta al sole, potreste trovare un fondo non sempre omogeneo. A dx la Malga Nemes

A sx la pista che sale sarà quella che ci condurrà alla nostra meta finale della Malga Coltrondo mentre a dx l'altra pista conduce alla Malga Nemes, distante solo qualche centinaia di metri.


A sx già si intravede il tetto della Malga Nemes. Quando si arriva qui non si puo' che essere ammaliati da questo spettacolo della natura con tutte le cime della Meridiana di Sesto Visibili.

Per chi non lo sapesse queste cime sono state chiamate "meridiana" perchè osservandole da Sesto durante la giornata esse scandiscono l'ora attraverso la posizione assunta dal sole rispetto a loro.


Malga Nemes, prima tappa raggiunta con una immagine da cartolina

Breve sosta giusto per ammirare il panorama in santa pace con a sx fra i tetti della malga la cima del monte Quaternà a farci da riferimento per la prossima meta

Poco dopo il nostro arrivo sono comparse un paio di squadre di Alpini in esercitazione

Una prima squadra si era attestata sulla strada che conduceva alla malga

Squadra che subito dopo è stata raggiunta da una successiva fra cui componenti anche una paio di alpini donna debitamente equipaggiate come il resto della squadra e dotati di mimetica di colore bianco.

La nuova squadra si è posizionata in ordine accanto alla malga in attesa che il comandante di squadra desse l'ordine di mettersi in libertà per una pausa.


Ho chiesto così a quanto ammontasse il peso dello zaino fardellato e la risposta è stata: 17 kg ed in confronto al mio.....

Già 17 kg sulle spalle non sono una cosa indifferente e se poi ci si mette il fatto di essere sugli sci e di affrontare marce anche in salita e discesa.....

Gli Alpini avevano raggiunto la loro meta mentre le nostre Alpine dovevamo portarle alla prossima meta, per cui saluti e via di nuovo

Qualcuno di loro era stupito che fossimo in giro in bici a 2000m mentre loro ci erano arrivati con gli sci ai piedi.

Arrivati al bivio visto in precedenza abbiamo superato la salita arrivando al pianoro superiore che con una serie di su e giú prosegue in direzione Malga Coltrondo

E a quanto pare sulla dx abbiamo scorto un ritardatario della squadra di Alpini che probabilmente era il deputato a fare da "scopa" ovvero l'ultimo che deve assicurarsi che nessuno rimanga indietro.

Questo tratto che collega le due malghe, sia perchè in posizione soleggiata sia perchè percorso dagli escursionisti a piedi, risulta spesso con il fondo molto smosso per cui buoni ammortizzatori fanno sempre comodo.

Un avvallamento segna il passaggio di un ruscello. Passaggio possibile per l'accumulo di neve. D'estate non ho idea se sotto vi siano delle asse di legno a formare un ponte

Io mi sono buttato sulla discesa e questa foto rende l'idea del fondo che si può trovare, come vedete molto differente dai precedenti.

Si deve arrivare per un buon tratto in fondo alla valle per poi risalire sulla parete opposta inoltrandosi di nuovo nel bosco

E lei? Arriva, arriva, semplicemente questo tratto pendente e con fondo non compatto non facilitava la trazione delle nostre gomme per cui non ci rimaneva che scendere e spingere!

Va bene che dopo le salite si trovano anche le discese, ma non per questo occorre esagerare nelle pieghe sulla neve, specie se non tiene!

Non restava che aspettare di nuovo "Valentina"

Ci trovavamo su uno dei tratti piú alti del percorso come già detto caratterizzato da continue salite e discese. Anche qui la neve era caduta abbondante, ma non come in certi anni passati dove si trovavano dei veri muri di neve al bordo della forestale.

 

Anche lei aveva scollinato e giusto per fare una precisazione a partire dalla foto precedente in cui aveva fatto una eccessiva piega, da quel punto eravamo entrati in territorio Veneto e precisamente nel Cadore

E qui sopra? Come già esplicato piú volte in precedenza la neve è una materia molto instabile ed è facile trovare anche delle belle lastre di ghiaccio come queste ed è proprio qui che il salvacondotto sono i pneumatici chiodati

La cima del Quaternà si stava avvicinando sempre di piú, qui ancora un tratto in salita

Oserei dire l'ultima salita prima della meta finale

Meta finale raggiunta, ripida discesa e via! Fate pero' attenzione alla consistenza del fondo che molto spesso qui il piú delle volte non è molto compatto.

E anche qui ragazzi miei, i panorami non vi deluderanno, anzi, includeranno anche le montagne del Cadore verso il Friuli.

 

Rieccoci dopo un anno esatto alla Malga Coltrondo anche se stavolta raggiunta da un altro percorso

Si pranzerà a 1880 m s.l.m. e si sa in alta montagna il gusto ne guadagna!

Panorama dalla malga

Una parte dell'interno della Malga Coltrondo dove ci siamo messi a gustare un ottimo pranzo con prodotti tipici e fatti da loro. A sx nella foto una stube e dietro ad essa un vero pino oramai rinsecchito che era stato a suo tempo inglobato nella costruzione!

Concluso il pranzo era ora di ripercorrere lo stesso percorso fatto all'andata naturalmente in senso inverso.


  •  
 

 

CONCLUSIONE

Meta già raggiunta in passato da un altro percorso, ma questo non cambia il fascino di salire in montagna sulla neve in bici specie con simile bellezze da contemplare con panorami uno piú affascinante dell'altro, se poi si incappa in giornate simili, cosa volere di piú?

 

buone pedalate a tutti, Outside

Un foto racconto di Cadore designer © 2017
pagina creata:24-02-2017
ultimo aggiornamento: 28-02-2017
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