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in bici

Da Sorico
all'Alpe di Mezzo e Pescedo

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Sopra il punto più a nord del Lago di Como una strada asfaltata conduce al belvedere di San Bartolomeo, poi una carrabile sterrata sale più in alto sino all'Alpe di Mezzo e Alpe Pescedo, il tutto con bellissimi panorami sul lago, sul Pian di Spagna e le montagne attorno.


Alpe di Mezzo 1558 m s.l.m.

 

 
Sorico - San Bartolomeo - Alpe di Mezzo
 

 

Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
19 km
1394 m
Asf-Sterr
Strad-Carr
7% - 20%
✩✩✩✩
✩✩
✩✩✩✩✩

  

 

 

 

 

Ci si trova sull'estrema punta nord del Lago di Como. In alto a dx è il Lago di Mezzola il cui emissario è il fiume Mera, mentre in primo piano è la foce del fiume Adda che attraversa il Pian di Spagna.

 

 

 
IL PERCORSO

Io ho messo il mio mezzo in un comodo parcheggio, vicino al Ponte del Passo sul fiume Mera, prendendo poi la ciclabile per Sorico proseguendo poi per Gera Lario dove si prende la strada in salita per Bugiallo e San Bartolomeo. Sino a San Bartolomeo la strada è asfaltata, poi si prosegue su carrabile sterrata abbastanza sconnessa

Rifornimenti idrici

A San Bartolomeo e all'Alpe di Mezzo.

Quale bici usare

Sino a San Bartolomeo è possibile salire anche con bici da corsa a patto di non fare la ciclabile in parte sterrata che conduce a Sorico, passando quindi direttamente sulla strada statale sino a Gera Lario.

Da San Bartolomeo in poi una buona Full All Mountain sarebbe consigliabile specie per la discesa, poi anche una XC Full o una buona front potrebbero anche andare bene, ovviamente con maggiori difficoltà di conduzione.


L'Alto Lario e i suoi panorami


PREMESSA

A quanto pare il tempo passa in fretta! Era il 2011 quando siamo saliti per la prima volta sino a San Bartolomeo. Già allora nel caso di un eventuale ritorno mi ero proposto di continuare la salita sino alle Alpi di Mezzo e Pescedo. Anzi a dirla tutta avrei voluto fare anche la traversata verso l'Alpe Gigiai per poi scendere da lì verso Montalto e chiudere l'anello.

Anche questa volta però mi sono dovuto accontentare e mi sono fermato all'Alpe di Mezzo. Infatti improvvise forti raffiche di vento freddo avevano coperto rapidamente il cielo con nuvole che correvano veloci e si sa che in montagna è sempre meglio non rischiare, specie se si è da soli e non si conosce il percorso da affrontare inoltre con un meteo incerto.

Il punto di partenza l'avevo fissato in un punto storico, vicino al Ponte del Passo. In questo punto, il corso del fiume Adda dopo una piena rovinosa cambio direzione e sfociò qui nel fiume Mera. Più avanti nel report spiegherò quando ciò avvenne.


Avendo già fatto in passato la salita sino a San Bartolomeo, per avere più dettagli dal punto di partenza potete visualizzare anche il report precedente.

Quindi da questo report inizio le foto dalla salita da Gera Lario.

Subito come la strada sale, sullo sfondo appaiono a sx il Sasso Manduino e a dx il Monte Brusada con una nuvola sopra la sua cima.


 

Ben presto ci si alza a sufficienza per godere dei primi panorami sul lago di Como, in primo piano il fiume Mera e dietro di essi il Pian di Spagna. Fra la cima del Monte Brusada a sx e la cima del Monte Legnone a dx, si apre la Valtellina. Qui sotto è Gera Lario



Questa foto sulla foce del fiume Mera è emblematica perché documenta i sedimenti che si stanno riversando nel Lago di Como dopo la recente frana avvenuta in Svizzera in Val Bondasca, laterale della Val Bregaglia.

L'evento franoso ha versato parte dei sui detriti nel fiume Mera che ha sua volta li ha riversati nel Lago di Mezzola ed essendo il suo emissario se li sta trascinando alla sua foce ancora oggi a distanza di un mese dall'evento.

Sullo sfondo la cima del Monte Legnone conserva a nord qualche residuo di una recente spruzzata di neve. A dx la cima del Legnoncino altro punto panoramico di notevole bellezza sul lago di Como, vedi report

A quanto pare a distanza di sei anni dalla nostra ultima salita hanno aggiunto dei chiari cartelli dedicati alle salite in MTB con tanto di distanze chilometriche, bene! Non può che far piacere.


La strada sale spesso al limite dei boschi dove si trovano anche diversi castagni che rilasciano i loro ricci a terra, come in questo caso che è imminente la maturazione delle castagne


Inutile scrivere che più si sale e più la visuale si ampia. Da questa vista è possibile visualizzare la foce del Mera in primo piano e la foce dell'Adda più sopra.

Come si può vedere anche il fiume Adda, nonostante non sia stato interessato da nessuna recente frana, alla sua foce è evidente una colorazione al pari del Mera.

E per chi non lo sapesse dalla foce dell'Adda è possibile risalire tutta la Valtellina fino a Bormio utilizzando la ciclabile Sentiero Valtellina
ecco i report:

Da Colico a Sondrio

Da Sondrio a Tirano

Da Tirano a Bormio


Da questa panoramica si posso scorgere due particolari. In centro alla foto il Laghetto di Piona dove si trova anche la famosa Abbazia di Piona.

All'estrema sx nel Pian di Spagna un rilievo della pianura detto Monteggiolo di Colico, ospita il Forte di Fuentes, un edificio militare Spagnolo del 1600


Il pascolo della felicità! Non so quanto loro possano apprezzare di trovarsi su una tavola imbandita con questo bel panorama!


Noi invece che non bruchiamo, di fronte al pascolo possiamo trovare questo Pit Stop alla Baita del Vikingo, come si evince dal cartello dedicato ai ciclisti



I segni di una recente nevicata sono rimasi attorno ai 2000 m di quota. Chissà cosa ci riserverà questo clima "impazzito" per questo prossimo inverno.

Oramai è noto a tutti che se farà molta neve si potranno al disgelo riempire tutti gli invasi e garantire più acqua in caso di siccità prolungate, come ad esempio ci sono state in questo 2017, passato alla storia come uno dei più caldi degli ultimi secoli.




Fra felce arboree e pini un bel scorcio sul lago

 

Il clima mite e temperato e l'esposizione a sud con la protezione dei venti freddi da nord offerta dalle montagne fa si che crescano molte specie differenti di arbusti e piante.

Qui una bella vista sul Pian di Spagna e dell'imbocco verso la Valtellina.

Sul Pian di Spagna ci sarebbe da scrivere parecchio perché giusto per citare un esempio, quando Leonardo Da Vinci nel 1493 arrivò da queste parti, le sue descrizioni del paesaggio riferite al Pian di Spagna, (che ovviamente allora non si chiamava in questo modo visto che gli Spagnoli in Italia vennero per la prima volta attorno al 1559), di certo non le avrebbe descritte come lo vediamo noi oggi.

Infatti il corso del fiume Adda alla sua epoca piegava con tortuosi meandri attorno al Monte Brusada e sfociava nella attuale parte bassa a dx. del lago di Mezzola, dove in alcune mappe troverete la scritta Bocca d'Adda.

Molti secoli prima il Lago di Mezzola di fatto non esisteva essendo la parte più a nord del lago di Como, sulle cui rive si trovava il paese di Samolaco che lo testimonia con il suo nome (Summa Laco) ma che ora si trova a 5 km dalle rive dal lago.

Fu attorno al medioevo che il fiume Adda ed il Mera crearono con i loro detriti alluvionali il Pian di Spagna separando così i due bacini lacustri dando così nascita al Lago di Mezzola.

Il problema era che con le frequenti inondazioni, specie quella rilevante del 1520 il Pian di Spagna rimaneva una zona paludosa e malsana. Infatti in quell'anno l'Adda cambiò il suo corso andando a sfociare nei pressi del Ponte Del Passo nel Fiume Mera.

Leonardo già nel 1517 era partito per la Francia morendovi nel 1519 e non potè di certo vedere il cambiamento del corso del fiume Adda.

Per poter risanare le zone paludose e malariche del Pian di Spagna nel 1838 gli Austriaci studiarono un canale che collegasse direttamente il corso dell'Adda dalla località Sant'Agata al Lago di Como, lavori che furono completati nel 1858. (curiosità: anno in cui si diede inizio allo scavo del canale di Suez)

Successivamente fra il 1948 e il 1953 furono eseguite le definitive opere di bonifica del Pian di Spagna, rendendolo come lo si può vedere oggi.


Indubbiamente vale la pena di salire anche solo sino a qui per potere beneficiare di ampie vedute sul bacino del Lario

 

E in successione a poca distanza è possibile avere ancora altre viste più strepitose e più ampie

L'arrivo alla prima meta di San Bartolomeo a 1200 m s.l.m., ovvero al punto in cui ci eravamo fermati nel 2011, me lo ero tenuto come pausa per un leggero pranzo.

Infatti dalla partenza erano esattamente 15 km e 1000 m di dislivello fatti.
Più che sufficienti per concedermi una pausa.

Naturalmente come potete vedere anche qui si dispone di un balcone panoramico sul bacino del Lario.

Come però potete osservare un "fiume" di nuvole stava incominciando a scorrere da nord coprendo il sole,


La vista verso ovest era già tutta coperta dalle nubi. Le cime che si vedono a sx sono il confine fra Italia e Svizzera dove sempre qualche anno fa siamo saliti a fare questo report. Un balcone magnifico con viste stupende, vedere per credere!

Dopo aver reintegrato ed introdotto un po' di calorie da spendere per la parte più impegnativa, sono ripartito. Lo sterrato mi stava aspettando sempre segnalato dal cartello, quindi solo 3,8 km per la prima meta.

Se da qui si volesse affrontare l'intero anello per ritornare a Gera Lario punto in cui si è iniziata la salita mancherebbero ancora 15,6 km.

Il percorso inizia attraversando i boschi. Qui appena entrati una radura ed una baita in mezzo ad essa.

Come potete vedere all'inizio il fondo è buono ma poi diventa a tratti abbastanza dissestato tanto che il mio provvidenziale "schiacciasassi" mi ha permesso di salire superando anche ostacoli che avrebbero indotto ad un più giudizioso scansamento se avessi avuto delle classiche coperture delle normali MTB, mentre qui spesso e volentieri non cambiavo traiettoria e tiravo diritto passandoci sopra, come se l'ostacolo fosse una piccola asperità.

A questo proposito devo ringraziare il direttore di AMG Italia e Alpina Raggi per avermi dato la possibilità di realizzare il mio progetto con parti custom su mia specifica per questo esemplare unico.

 

Da questo punto in poi solo gli aventi diritto possono percorrere la carrabile con i fuoristrada, scrivo fuoristrada perchè una normale auto da qui in avanti non ci salirebbe!

 

Sul cartello la regolamentazione per l'accesso alla strada forestale





Come scrivevo si alternano tratti più o meno sconnessi dove spesso pietre e sassi vi terranno compagnia

Sul percorso troverete anche qualche piccolo rigagnolo che attraversa la carrabile e in funzione delle piogge può creare qualche stagnazione d'acqua nei piccoli avvallamenti del terreno

In vista dell'Alpe Godone a 1420 m di quota. In centro alla foto si intravede il cartello



Qui ci si trova a quasi metà ascesa

 

Una vista verso l'Alpe Godone, anche verso est il meteo era decisamente cambiato dal momento della partenza

Con questo scenario pare quasi che le montagne già cosparse di un po' di anticipo di neve, come un aperitivo, stiano aspettando il primo piatto!


Anche quassù i boschi sono soggetti al taglio programmato, non certo come in Amazzonia per far posto ai pascoli per le mandrie di capi di bestiame destinati al macello!

Finalmente fuori dal bosco si apre la vista sull'Alpe di Mezzo in alto a sx, mentre il cartello indica l'Alpe Pescedo che si trova in alto sul lato dx della carrabile.


Qui troverete una fontana e sopra di essa vedrete l'Alpe Pescedo



Alpe di Mezzo 1540 m mentre San Bartolomeo è dato a piedi a 0,40 min.


Questa è la panoramica dell'ambiente che troverete stando alla fontana, dove diritto si trova la Bocchetta Chiaro a quota 1666 m, mentre alla sua dx il Monte Berlinghera 1930 m



L'Alpe Pescedo e a dx il Monte Legnone

 

Anche quassù hanno messo i relativi cartelli con le distanze e questo dà un maggior valore rispetto magari a semplici indicazioni con solo i nomi.

Se osservate il cielo poco sopra l'avvallamento, si noterà un piccolissimo puntino nero....


... ecco cos'era, un grosso rapace in fase di predazione, nell'avvallamento delle pecore al pascolo. Cosa stesse individuando il rapace questo non ve lo posso dire, di certo non una pecora! Qui non è l'habitat dell'Avvoltoio degli agnelli.


In definitiva volevo arrivare quassù per trovare una veduta panoramica più ampia che non stando più in basso, Invece mi sono trovato con un panorama più ristretto oltre il fatto di essermi ritrovato un cielo coperto dalle nubi che in partenza non avevo, ma come si suol dire: Non è nemmeno un panorama da buttare!

A sx Alpe Pescedo a dx Alpe di Mezzo ed in mezzo il Lago di Como




Sopra l'Alpe di Mezzo però sale una strada che prosegue andando all'Alpe Gigiai


Già che c'ero sono andato avanti in cerca di un punto panoramico migliore.

I tetti dell'Alpe di Mezzo e in fondo l'Alpe Pescedo



Mi sono fermato in questo punto panoramico, più di così non c'era di meglio se non forse proseguendo verso l'Alpe Gigiai, solo che improvvise raffiche di forte e gelido vento e la copertura nuvolosa estesa mi hanno fatto desistere dal proseguire oltre.

Non mi è rimasto che coprirmi e girare la bici, non prima di avere abbassato la pressione dei pneumatici per la discesa.

Niente mattoni, solo pietre! Chissà per quanto potrà resistere questa baita. Il destino di queste baite è legato alle travi che reggono il tetto, se cedono; addio alla baita

 

Quando scenderete da qui troverete più avanti un bivio, fate attenzione perché sareste indotti a scendere a dx, invece occorre salire a sx.



Io avendo spento il GPS in discesa poi ho dovuto riaccenderlo per capire quale fosse il percorso giusto.

Solo dopo aver fatto qualche decina di metri ed aver visto che stavo ritornando sul tracciato dell'andata ho capito che la direzione era corretta.

Come dire.... è facile perdersi nei boschi! Tra l'altro quel bivio durante la salita non l'avevo proprio notato!


Dopo aver finito di contare le pietre e i sassi nella discesa, ancora una sosta a San Bartolomeo per dare il cambio simbolico ad altri due che si stavano apprestando a fare la salita

Decisamente il meteo era cambiato, ma l'importante per me era di aver aggiunto un altro piccolo passo ed arrivare agli alpeggi di Monte di Mezzo e Pescedo.

A fianco della bandiera, se foste dotati di una bici "volante", accomodatevi! Questo è il trampolino di lancio tutto per voi! Un bel salto nel vuoto per poi planare a Gera Lario.

Mi raccomando non scambiatelo per l'inizio di un sentiero per Downhill!

Qui si prende il volo con il parapendio

Guardandomi alle spalle verso ovest ho visto il cielo che si stava aprendo, dietro l'incalzare di forti ed improvvise raffiche di vento.

Anche verso nord est la situazione stava migliorando


Mentre sul lago apparivano alcuni chiarori sulla sua superficie, mi son detto: Vuoi vedere che ora fa di nuovo bello?

A malincuore ho lasciato il bel punto panoramico sul Lario se non altro godendomi la bella discesa. Bugiallo il vecchio campanile copre la cima del Monte Legnone

In effetti si stava aprendo ed il sole donava di nuovo i colori al paesaggio

Il fiume Mera, il Pian di Spagna e la Valtellina erano di nuovo sotto i raggi del sole.

Da Sorico ho fatto partire due report interessanti uno che attraversa il Pian di Spagna per arrivare a Chiavenna e poi proseguire sino al confine con la Svizzera in Val Bregaglia ed un altro che dopo aver passato sempre il Pian di Spagna e il Lago di Mezzola, devia sx salendo nella magnifica Val Bodengo

Ero partito dal fiume Mera e vi ho fatto ritorno lasciando alle spalle i monti verso il confine Italo/Svizzero


Da Sorico si intravede il Ponte del Passo, quasi in centro alla foto

Un saluto al Sasso Manduino e via per far ritorno a casa tuffandomi nelle code caotiche del traffico serale, tutt'altra musica rispetto a questi luoghi!

Ne approfitto di questa foto perché a mezza costa della montagna in centro si trova un altro percorso da non perdere, si tratta del famoso Tracciolino che trovate descritto in questi due report: Val dei Ratti e Val Codera



CONCLUSIONI

Come già scritto, avevo altre aspettative per quanto riguarda i panorami sugli alpeggi, ma tutto sommato non mi sembra affatto un giretto da buttare direi che c'è anche di molto peggio in giro, non vi pare?

Certo non lo raccomando a tutti, c'è da far fatica e sullo sterrato meglio avere una buona bici, ma così è la montagna e chi la frequenta spesso in bici sa perfettamente a cosa si può andare in contro.



 

 

 

 

buone pedalate a tutti, Outside

Un foto racconto di Cadore designer © 2017
pagina creata:28-09-2017
ultimo aggiornamento: 30-09-2017
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