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Alta Valtellina
da Tola al Passo dell'Alpe

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A 2,5 km dal Passo Gavia, sul versante della Provincia di Sondrio, sulla dx un bivio su strada sterrata conduce sotto la Cima del Gavia al Passo dell'Alpe e alla successiva Val Rezzalo


Località Rifugio Bellavista - Sullo sfondo il Pizzo Tresero

Strada del Passo Gavia - Verso Passo dell'Alpe
  

Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
56,2 km
a/r
1325 m
Sterr/Asfal
Cicla-Strad
4,2% - 25%
✩✩✩✩
✩✩
✩✩
✩✩✩✩✩

  

 

 

 

 

Alta Valtellina. La valle in primo piano è la Val di Rezzalo e come idea iniziale la si sarebbe dovuta attraversare per chiudere l'anello, cosa che non è stata possibile.

 

 
IL PERCORSO

Il tracciato parte da Tola in Valdisotto, passa da Bormio e prosegue verso Santa Caterina Valfurva salendo poi sulla strada del Gavia che però si abbandona a circa 2,5 km dal Passo Gavia deviando a dx su sterrata per il Passo dell'Alpe per poi scendere in Val di Rezzalo e chiudere l'anello facendo ritorno al punto di partenza di Tola.

Rifornimenti idrici

Presenti nei Comuni attraversati

Quale bici usare

Senza dubbio una buona MTB front o full


Sotto la Cima Gavia ad un passo dal Passo dell'Alpe


Premessa

Questo di fatto è stato il secondo tentativo in due anni per cercare di effettuare il giro ad anello passando per la Val di Rezzalo ma anche quest'anno ci è andata buca!

Per quanto riguarda la salita al Passo del Gavia qui potete reperire altre informazioni

Mentre per il tentativo dell'anno scorso su percorso alternativo in fuoristrada il report lo trovate qui

Quindi come scritto non entro nel dettaglio spiegando il percorso da Tola in Valdisotto sino a Santa Caterina Valfurva visto che è già stato trattato in passato.

Era metà Ottobre e il meteo prometteva giorni sfavillanti ed in effetti non poteva esserci una giornata migliore per affrontare il giro che oramai avevo sul promemoria da troppi anni e a cui già l'anno scorso avevamo dovuto rinunciare strada facendo.

Da Tola siamo partiti per la vicina Bormio passando in ciclabile davanti a Santa Lucia a sx nella foto.

Sullo sfondo a sx è il Monte delle Scale, (vedi report) mentre a dx è la Cima di Reit, la montagna di Bormio.

Lasciato Bormio anziché procedere sulla ciclopedonale fatta l'anno scorso, per accorciare i tempi nonché la fatica abbiamo preferito fare la strada normale che sale a Santa Caterina Valfurva e ad Uzza, già che c'eravamo, siamo passati a salutare Fabiano Bertolina che l'anno scorso ci aveva fornito indicazioni sul percorso alternativo per Santa Caterina Valfurva. Qui invece ci stava indicando un possibile percorso in Val Zebrù, naturalmente me lo sono segnato!

Da lui è possibile noleggiare delle bici anche a pedalata assistita ed inoltre offre dei servizi di Taxi bike intesi nel potervi portare ad un determinato punto. Ad esempio: per chi effettua Down Hill oppure semplicemente per accorciare un giro che altrimenti risulterebbe troppo impegnativo, oppure per il recupero in caso di guasti alla bici o inconvenienti fisici.

Questo è il numero da tenere nel caso se ne presentasse la necessità: 328 7654951 ovviamente se foste nella sua zona operativa.

 

A Sant'Antonio, mentre lei era impegnata a fare qualche scatto io controllavo la mappa e il dislivello ancora da fare e già che ci eravamo fermati abbiamo fatto sosta per un panino, ci eravamo alzati presto e c'era già un po' di fame


Questa volta a dispetto dell'anno scorso quando siamo saliti a Santa Caterina da Sant'Antonio sulla sterrata nei boschi, abbiamo fatto molto più in fretta ad arrivare.

Sullo sfondo la valle che porta al Rifugio Ghiacciaio dei Forni



 

Affrontando i primi tornanti della strada che sale al Passo Gavia, si apprezza meglio la valle verso il Ghiacciaio dei Forni, uno degli emblemi che mostrano quello che è lo sconvolgimento climatico dei nostri tempi, con il costante e veloce ritiro dei ghiacciai che a meno di un prossimo periodo di glaciazione ben presto dei ghiacciai ci rimarrà il ricordo in cartolina, senza contare le conseguenze che ne deriverebbero!


 

Come scrivevo all'inizio siamo incappati in un Ottobre con giornate che non si vedevano così belle da anni.


Sia il Passo Gavia che il vicino Passo dello Stelvio richiamano sempre turisti da ogni dove e con mezzi di ogni tipo!

La giornata metteva in risalto l'autunno con i suoi sgargianti colori


Uno sguardo a sx verso i Forni offre in centro la cima del Monte Pasquale e a dx dietro esso il Monte Cevedale


Benché questa strada l'abbia già percorsa alcune volte, ogni volta non può che lasciarmi incantato. La cima a sx con neve è il Pizzo Tresero alla sua dx la Punta Segnale poi, sotto la scia dell'aereo, il Colle Placido ed in fine in mezzo alle montagne la Punta della Sforzellina


Ditemi se non possono lasciarvi incantati questi scorci dalle tinte sgargianti.


Il bello di una strada a tornanti è che ti permette in modo alterno di avere a disposizione panorami a 360° e non è cosa da poco in questi ambienti!

E di fatto la strada pur salendo, qui ritorna sopra Santa Caterina Valfurva o meglio, a ridosso dei prati che d'inverno con la neve si trasformano nelle piste da sci. Infatti le baite che si vedono sono proprio in mezzo alle piste.


Sempre dallo stesso punto proseguendo a dx con lo sguardo si arriva a vedere i Forni ed ancora una volta la cima del Monte Pasquale e a dx dietro esso il Monte Cevedale



All'ultimo tornante una simpatica rappresentazione "artistica" che in pratica vi segnala che andando avanti è possibile praticare nelle rispettive stagioni gli sport sugli sci e sulle bici




Il passo Gavia era chiuso nel versante Bresciano per dei lavori di manutenzione stradale, per cui anche su questo versante le auto si trovavano una bella sbarra e costrette a fare il dietro front


Una sbarra che però non ci avrebbe fermato, mi spiace per loro che erano giunti dalla Germania


Per quanto le auto fossero basse da terra, non potevano di certo passare sotto la sbarra!


Superata la sbarra in pieno controluce avevamo la visione della Cima di Gavia 2987m

&

A circa 2,5 km dal Passo Gavia si incontra la Valle Dell'Alpe con la sterrata che sale al Passo omonimo.

Qui ci si trova a 2300 m e per arrivare al Passo dell'Alpe mancano 2,2 km con 174m di dislivello

La strada sterrata inizia subito con una salita decisa per poi alternare pendenze più dolci a strappi più decisi anche al 25%


Lei stava iniziando la salita, prima ha voluto vedere come mi comportavo io. A dx si vede la strada che continua la salita verso il Passo Gavia. In centro l'onnipresente Pizzo Tresero che è un po' la montagna sempre visibile in Valfurva


A sx fa capolino il KÖnigSpitze, poi a seguire il Monte Pasquale il Monte Cevedale e il Pizzo Tresero

Questo enorme masso erratico non so se è capitato di proposito per intonarsi con il profilo delle cime sullo sfondo!

 

Sotto la Cima del Gavia alcuni tratti sono alquanto ripidi ma più che altro con il fondo irregolare e smosso dove la trazione alle volte manca.

 

Sullo smosso una Fat bike si sarebbe trovata meglio con le gomme da 4 pollici, ma poi avrebbe pagato pegno sui lunghi tratti asfaltati fatti per arrivare sino a qui.

A sx già si intravedeva la sella del Passo dell'Alpe

Era arrivta anche lei sul tratto smosso e ripido ma ...

... ma un inconveniente alla bici la lascia a piedi nell'affrontare le salite!


A piedi a un passo dal Passo dell'Alpe non è stata per nulla una cosa simpatica!

 

Per il secondo anno consecutivo siamo stati respinti dalla montagna, anche se lei in effetti non aveva nessuna colpa con una giornata così splendida.


Dopo 30 km di salita a quota 2363 m abbiamo dovuto fermarci ancora una volta e girare le bici. Stavo indicando il Passo dell'Alpe a soli 1100m di distanza!

 


Un ultimo sguardo al punto dove eravamo arrivati e verso il Passo dell'Alpe che oramai stava diventando una questione da farsi il nodo al fazzoletto e da rimandare dopo il prossimo disgelo!


Questo inaspettato guasto ci ha scombussolato i nostri piani. La soluzione più indolore per noi era quella di rifare la strada dell'andata che sarebbe stata tutta in discesa

Mestamente stava scendendo sul tratto dove ha dovuto fermarsi.

Non rimaneva altro che aspettare con calma che scendesse ed in tanto fare le ultime foto ricordo della spedizione


Per quel giorno basta salite, solo discese!


Ci siamo lasciati alle spalle la Valle dell'Alpe per rituffarci sull'asfalto della strada del Gavia, l'altro Gavia dovrà attendere ancora

Ancora i tornanti da fare ma questa volta in veloce discesa con il panorama a iosa che intanto ci faceva un po' scordare l'amaro in bocca....


Così alla vista delle prime baite e leggendo l'edicola abbiamo visto che c'era un rifugio, per cui prudentemente ho lasciato lei accanto al cartello andando a vedere se era aperto, visto che la stagione estiva era oramai terminata e tanti esercizi erano già chiusi.

 

Per nostra fortuna era aperto e ben presto abbiamo fatto sparire l'amaro in bocca davanti ad un abbondante piatto di orecchiette fatte in casa ... già perchè la proprietaria nonostante fosse qua da trent'anni le sue radici pugliesi le ha mantenute anche se introducendo un ottimo strudel ha deviato di un migliaio di km dai dolci tipici pugliesi.


La location era del tipo: Cosa volere di più? A metà Ottobre a 2000 m ci siamo concessi un pranzo all'aperto con vista extra panoramica



Sparita la bocca amara e ben rimpinzati, non rimaneva che tornare alla base


Qui fra qualche mese con le piste innevate, fermarsi in mezzo alla pista sentireste urlare: Pistaa!


Prima di far ritorno al campo base in Valdisotto, una breve visita a Bormio

Visto che era forse la quarta volta che passavamo davanti alla Chiesa Parrocchiale dei Santi Gervasio e Protasio questa volta abbiamo dato un'occhiata al suo interno

 

Chiesa di origini antiche datata 824, solo che nel 1630 venne completamente distrutta dagli Spagnoli e quello che vediamo oggi è stata un ricostruzione terminata nel 1641.


Traccia GPX 



CONCLUSIONI

Il proverbio dice che non c'è il due senza il tre, mi auguro che la volta prossima si riesca a terminare questo giro senza una ulteriore battuta d'arresto. Ho compreso che la Val di Rezzalo vuole essere schiva, del resto alzi la mano chi di voi la conosce o vi è mai stato.

Inutile dire che la parte fatta sino ad ora non lascia dubbi per la sua bellezza, mi auguro che sia altrettanto la sfuggente Val di Rezzalo!



 

 

 

 

buone pedalate a tutti, Outside

Un foto racconto di Cadore designer © 2017
pagina creata:06-11-2017
ultimo aggiornamento: 20-07-2018
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