Lombardia in bici

Valtellina
Da Morbegno
ai Prati dell'O
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A partire da Morbegno un giro molto panoramico, anche se impegnativo, che tocca il versante nord della valle spingendosi poi sino all'inizio della stessa sopra Dubino.

Buona parte del tracciato si sviluppa fra i 400 e i 1.000 metri di quota.


Località Prati Dell'O - 1067 m

 
Prati Dell'O

Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
43,30 km
1317 m
Asfal/Sterr
Cicl/Strad
9,2%- 25%
✩✩✩✩
✩✩✩
-
✩✩✩✩✩



 


La Mappa di Google Earth

Il percorso inizia da Morbegno percorrendo il fondovalle sul Sentiero Valtellina sino a Mantello. Lì si lascia la ciclopedonale per salire verso Cino per poi proseguire verso la località Prati Dell'O.





L'altimetria del percorso: Dopo i primi 10 km in falsopiano ci sono 12 km da pedalare sempre in salita sino ai Prati Dell'O. Segue la discesa di 8 km e successivi su e giù sino al rientro al punto di partenza.





Come arrivarci

Arrivando dalla superstrada da Lecco, Morbegno è facilmente raggiungibile.

Il percorso

Da Morbegno ci si dirige verso il Ponte di Ganda sul fiume Adda. Superato questo si svolta subito a sx prendendo la ciclopedonale Sentiero Valtellina. La si lascia in località Mantello attraversando il ponte sul fiume Adda e proseguendo dopo la rotatoria sulla strada in salita per Cino.

Senza entrare in Cino si prosegue a dx per 400m in direzione Cercino dove a sx sale la strada per i Prati Nestrelli e i Parti Dell'O. Si scende poi dalla parte opposta raggiungendo di nuovo Cino. Si prosegue verso Cercino, Mello, Santa Croce, San Bello per poi rientrare al punto di partenza a Morbegno.

Fondo stradale

Misto asfalto, cemento, sterrato e basolato.

  Bici consigliata

MTB front o meglio full. Per le ripide salite è indicata una bici con rapporti adeguati e buoni freni per le successive veloci discese e anche buone sospensioni per le parti sterrate.


 

 

Anche per questo report si parte dal ponte di Ganda sul fiume Adda, solo che questa volta si svolterà a sx dove si vede il ciclista per poi andare a pedalare sul Sentiero Valtellina.


Devo dire che un po' di acqua sotto i ponti ne è passata da quando ho pubblicato nel 2009 il report che riguardava il Sentiero Valtellina in prima edizione, ho scritto in prima edizione perché dieci anni fa il tracciato da Colico a Morbegno era differente.

All'epoca non esisteva l'odierna superstrada e l'ambiente circostante era un po' differente.

Oltre a questo la ciclabile si interrompeva a Cosio Valtellino per poi riprendere a Colorina.

Oggi la situazione è cambiata ed anche questo tratto è stato realizzato.

 

Quindi si va a pedalare in direzione Colico, con l'Adda al fianco e sullo sfondo la cima del Monte Legnone in bella vista.

Mi fa compagnia Luciano che da poco tempo quando può mi accompagna in qualche report

 

Il tracciato effettua alcuni scambi di sponda con un bel ponte in "legno massello"



A seguire ancora un altro ponte, in pratica si sono passate due ramificazioni del fiume che hanno formato un isolotto.


Incontriamo un'area di sosta attrezzata e segnalata con un cartello che indica la distanza della prossima area di sosta, quasi come fossimo in autostrada e in effetti da Colico a Bormio si pedala per 114 km di ciclopedonale!

Non manca qualche ponte con struttura meno impegnativa dei precedenti

 

Con il fondo tutto asfaltato anche i ciclisti con bici da corsa ne possono usufruire, cosa ad esempio che non è stata fatta per quella da Lecco a Cassano d'Adda lungo il fiume Adda e il naviglio Martesana.

Essendo ciclopedonali a lunga percorrenza, non asfaltandoli di fatto si toglie di mezzo una larga fetta di utilizzatori come sono quelli con le bici da corsa e che sono una buona percentuale dei ciclisti in circolazione.

Parafrasando sarebbe come fare una autostrada sterrata adatta solo ai SUV


Cartellonistica ben chiara si trova nei pressi dei punti di accesso alla stessa ciclopedonale.

Di fatto molte ciclopedonali sono sprovviste di tali cartelli e non si sa mai dove ci si trova e qual'è il punto più vicino in caso di guasti al mezzo e per altra evenienza.


Il borgo di Cino, lo si vede anche nella foto precedente. Da lì passeremo al ritorno attraversandolo, mentre all'andata non sarà necessario entrarvi.



Pedalare in mezzo alla valle lontano dalla solita trafficata strada provinciale fa tutto un altro effetto. A sx sempre il Legnone a fare bella mostra, con dei tratti della cima innevati.


Dove la vegetazione lascia dei varchi per vedere anche il corso dell'Adda il quadro diventa perfetto


Cercino con la parrocchiale di San Michele, il tracciato passa anche da lì.

Giunti in questo punto si abbandona il Sentiero Valtellina, si svolta a sx subito a dx e poi ancora a dx per andare a prendere il ponte sull'Adda che si vede in centro alla foto.


Passato il ponte si deve prendere la direzione per Cino, quindi alla rotatoria si prosegue diritti.

Cino è dove si vede il campanile, mentre la nostra meta si trova in alto a sx .




Dopo la rotatoria di Mantello si inizia a salire e al terzo tornante, molto stretto, ci si ritrova a passare fra vecchie case in pietra



La strada prosegue sempre in salita panoramica verso la valle, qui con vista in direzione Morbegno


Ci sono un po' di tornanti da fare

Come ho scritto prima si è su una strada panoramica, qui con vista verso ovest con l'inizio della valle

 

 


Al 9° tornante si arriva al primo ingresso a Cino, non si deve entrare si prosegue sempre sulla strada in salita

 

Anche all'11° tornante si va ancor in salita come al successivo 13° ed ultimo tornante


Ancora un tornante con vista sul campanile di Cino e a sx il corso del fiume Adda

Superato l'ultimo tornante a 400m sulla sx inizia la ripida strada con fondo basolato che sale ai Prati Nestrelli e ai Prati Dell'O

A circa 800m dal bivio sottostante si arriva a questo impianto sportivo dove a fianco si trova una strada da non prendere, si prosegue invece prendendo il tornante in salita.



La strada continua la salita nel bosco ora la pendenza media si alza, si è attorno al 12%

 


Stiamo salendo su un tratto di montagna con pareti abbastanza ripide e questo "sassolino" non è lì per caso!

 

Se la parte intermedia sino a Cino era caratterizzata di tornanti, dalla deviazione dopo Cino se ne contano ancora tredici perlopiù cementati

 

Altro aspetto che caratterizza questa salita boschiva é la presenza di molte piante di castagno che la fanno da padrone nelle parti superiori.

Dalla foto la pendenza sembra nulla di che, ma se osservate bene dove è posizionata la catena sul pacco pignoni di Luciano, si capisce bene che si è alla frutta! Di fatto non ci sono più rapporti da scalare!


Dopo il decimo tornante un'ampia frana di massi non ha permesso alla vegetazione di crescere donando così un panorama sulla sottostante valle e tutt'intorno.

Ora si vede bene il corso del fiume Adda sino all'immissione nel lago di Como.

Se si osserva bene, l'ultimo tratto dell'Adda è rettilineo mentre prima il corso è tutto ad anse.

In effetti l'ultimo tratto rettilineo non è naturale ma è opera dell'uomo.

Se ingrandite la mappa all'inizio del report, in corrispondenza della parte bassa a dx del lago di Mezzola, troverete il corso di un torrente denominato Torrente Valle Morte.

Più o meno in quel punto chiamato anche in alcune mappe "bocca d'Adda" era il punto in cui l'Adda si immetteva nel lago.

Ebbene attorno al medioevo, il lago di Mezzola non esisteva ed era la parte più a nord del lago di Como, con il paese di Samolaco (Summa Laco).

Il Fiume Adda in effetti sfociava in località Bocca d'Adda, creando con i suoi detriti alluvionali il Pian di Spagna.

Il problema era che con le frequenti inondazioni, il Pian di Spagna rimaneva una zona paludosa e malsana.

Per questo motivo si studiò un canale che collegasse direttamente il corso dell'Adda dalla località Sant'Agata al Lago di Como e fu completato nel 1858 dalla amministrazione Austriaca.

Successivamente fra il 1948 e il 1953 furono eseguite le definitive opere di bonifica del Pian di Spagna, rendendolo come lo si può vedere oggi.

Una panoramica in direzione Morbegno con lo sfondo delle Orobie. Sotto il serpentone della nuova superstrada che solo una decina d'anni fa non esisteva.

 

La frana di grosse proporzioni con massi di discrete dimensioni è posizionata sotto i Prati Nestrelli che stanno a circa 300m sopra.

Sotto la frana a dx c'è l'abitato di Cino e quasi in centro alla foto si vede il ponte che abbiamo attraversato dopo aver lasciato la ciclopedonale in località Mantello.

Sulla dx sempre la cima del monte Legnone e a mezz'aria la condensa dovuta alla pioggia del giorno precedente.

Poco più avanti lungo la salita si è iniziato a scorgere la nostra meta: i Prati Dell'O


I Prati dell'O sono quel prato su forte pendio punteggiato da alcune abitazioni.


Indubbiamente è un belvedere, ora si può scorgere in centro alla foto anche il Laghetto Di Piona, posto in un'ansa protetta del Lago di Como.

A sx la cima che si vede è quella del Legnoncino luogo estremamente panoramico sul Lago di Como da non mancare!

Raggiunta quota 1046m si arriva al bivio dove a dx si va alla località Brusada e ai Prati Nestrelli mentre proseguendo diritti si va ai Prati Dell'O, nostra meta del giorno.

Mancano ancora 1,4 km con un po' di su e giù, 76m D+ e 36 D-


Anche qui ci sono tratti più o meno panoramici. Del resto la strada è sempre insediata direttamente lungo il pendio della montagna. Dipende dal terreno sottostante se roccioso o meno e se atto ad ospitare della vegetazione

 


Dove non si trova vegetazione o è rara, senza dubbio sotto ci sono delle rocce.

Oltre al fondo in cemento, non mancano tratti in basolato dove ci sono scoli d'acqua

Dimenticavo, questa carrabile è denominata come pista taglia fuoco e quello che si vede non è altri che un serbatoio d'acqua da cui attingono in caso di incendio boschivo.

A sx sempre il Legnone e questa volta si vede anche la cima del Legnoncino


Oltre ai tratti cementati, basolati, non mancano tratti sterrati a grana più o meno grossa

Meta quasi raggiunta, questione di pochi metri

Meta conquistata, avevamo anche il "bar belvedere" a nostra completa disposizione, con tanto di rubinetto con acqua fresca e panca in legno!


Legnone e Legnoncino in bellavista

 

Eravamo "atterrati" con le nostre bici sulla piattaforma dell'elicottero, direi più che essenziale per offrire un pronto soccorso.

Dall'inizio della salita ho contato 33 tornanti. Con un mezzo di soccorso a quattro ruote ci si impiegherebbe un bel po' di tempo per arrivare quassù in caso di emergenza, senza contare che poi occorre ridiscendere!

Facendo un conto approssimativo su 1000 m di dislivello in 11,5 km essendoci 33 tornanti in media ognuno di essi incrementa il dislivello di 30m. Conto spannometrico visto che da un tornante all'altro le lunghezze variano.


Luciano alza il braccio in segno di conquista della salita e poi inizia a guardarsi intorno

 


Questo è il nostro GPM della giornata a 1079 m di quota. Può sembrare poco come quota raggiunta ma se si considerano le percentuali di pendenza affrontate alla fine è un bel risultato.

Il nostro agognato Prati Dell'O era di fronte a noi


E da questo balcone, mille metri sotto di noi la Valtellina

 

Su tutta la valle aleggia la condensa ed immagino anche misto a un po' di smoog. Dopo tutto, traffico veicolare, riscaldamento nelle abitazioni e zone produttive ci sono anche qui.

C'è chi ha le ruote grasse e chi ha le false magre ma poco importa, l'importante è essere arrivati alla meta

A me mancava ancora una cosa; dopo aver fatto 33 tornanti dovevo aggiungerne ancora uno da fare a piedi per andare in perlustrazione nel piccolo borgo.


Il ripido sentiero basolato porta in fretta fra le baite


Alcune di esse sono diroccate e senza tetto



Luciano era rimasto a guardia delle bici, nel caso arrivasse un elicottero! Ma a quanto pare gli unici in volo in quel momento erano dei falchi, delle poiane e alcuni corvi!

 

Il metodo più semplice per realizzare una baita: pietre, sassi e lamiere per il tetto!


Chi volesse ristrutturare queste due mura penso sia ben accetto!


Mi stavo apprestando a calpestare i Prati Dell'O

Quando raggiungo posti simili mi chiedo sempre: ma chi gliela fatto fare di costruire quassù, vista la fatica per raggiungere questi posti? Immaginatevi quando vi manca qualcosa e dovete raggiungere il primo luogo abitato che ne disponga e poi dover risalire.

Oggi ci sono le 4x4 ma un tempo queste comodità non c'erano e le alternative erano: o i muli per chi li aveva o gambe e gerla, altre vie non c'erano!


Qui però la pace regna sovrana e c'è anche dove fare il bucato!


E poi volete mettere cenare sulla terrazza al tramonto e nelle sere d'estate passare la serata sulle panche a guardare le stelle?

Questo forse lo fareste oggi, ma ieri se uno doveva vivere con ciò che si poteva ricavare dalla montagna, immagino che la sveglia al mattino doveva essere messa all'alba e alla sera a nanna presto!



Quali siano stati i motivi di aver spinto quassù delle persone ad insediarsi non lo so, so solo che è un bel posto assolato e con dei bei panorami tutto attorno!

Lamiere e pietre per trattenere il tetto, cosa volete di più essenziale?

Il Laghetto di Piona a sx , Colico e il Lago di Como, tutto ciò che offre la natura sotto i nostri occhi. Quando ho pensato di arrivare quassù mi sono chiesto cosa avrei potuto vedere, queste foto sono le risposte!

Il bello di questi posti minuscoli è che sono conosciuti solo dai locali, chi passa a valle in superstrada ha ben altre attenzioni da prestare nella guida e tutto ciò non è certo a portata di sguardo, tanto meno pubblicizzato con un bel cartello turistico!

Del resto quassù in auto non ci arrivi se non con un permesso per i residenti.

Questi posti sperduti non hanno nulla da offrire in termini di accoglienza se non dell'acqua e qualche panca ma sanno offrire il meglio di se con la bellezza del paesaggio attorno e questo come sempre ripaga la fatica per arrivarci.

Chiusa la pratica dei Prati Dell'O ora si passa alla discesa, questa volta per un'altra strada che passa dalla località La Piazza.

Il tracciato è quasi tutto boschivo con fondo sia sterrato che cementato



In analogia alla località dei Prati Dell'O dopo 2,2km e sotto di 212m si incontra la località La Piazza, sempre posta su un prato a forte pendio.


Se l'altra strada per salire ai Prati Dell'O offriva ogni tanto qualche pianta di castagne, qui si navigava letteralmente fra ricci di castagne, la strada spesso era un continuo tappeto di ricci di castagne!

Arrivati nel punto più ad ovest del tracciato, l'unico punto dove era visibile il lago di Mezzola era sovrastato da una bella linea aerea!

Per quanto si potesse vedere ho spiegato a Luciano i luoghi dove tempo prima avevo effettuato alcuni report sull'alto Lario, in Valchiavenna e in Val Bodengo.




Durante la discesa verso Cino si passa sopra diversi torrenti come: Il torrente Vallate, il torrente Valle Ferzonico, il torrente Valle Vinzeno, il torrente Valle dei Mulini. Questo se non ricordo male è quello del torrente Vallate





Le prime case di Cino. Dai Prati Dell'O ci si arriva dopo una discesa di 8,4 km e una perdita di livello di 650m.


Arrivati a Cino mi ha fatto un po' stupore questa selva di cavi elettrici facendomi venire in mente quanto visto in certi documentari o film girati in USA dove sovente si vedono situazioni simili di cavi disordinati che vanno ovunque.



Erano in corso dei lavori di pavimentazione in porfido lungo la via principale per cui abbiamo fatto una deviazione scendendo in basso




Arrivati in questo punto si intercetta la strada che si è fatta durante la salita e che proseguendo dopo 400m si svoltava a sx prendendo la salita per i Prati Dell'O.

Si ripercorre di nuovo questa strada solo che non si devierà più per i Prati Dell'O ma si andrà in direzione Cercino senza scenderci ai prossimi bivi ma proseguendo sempre sulla strada principale.





Giunti a questo bivio si prende la strada in salita verso Bioggio, la strada è molto ripida



Al termine si incontra di nuovo la strada principale dove per evitare di proseguire diritti, proseguendo sulla ripida carrabile, consiglio di svoltare a sx e salire sulla strada principale.


La strada principale termina davanti ...

§


... alla Chiesa San Giovanni di Bioggio che dista 3,7 km da Cino e con 200 m D+ da superare.

Da qui al rientro mancano 8,2 km 490m D- e ancora 70m D+


A fianco della chiesa si prosegue in discesa su una carrabile nel bosco, il fondo cementato e poi sterrato attraversa il bosco verso Mello che si vede nella foto sopra


Una cappella lungo il tracciato offre un posto dove sostare per due escursioniste.



Arrivati a Mello vi aspetta una bella discesa con 21 tornanti con alcuni tratti asfaltati, altri cementati e qualche pezzo sterrato.

Morbegno è là sotto che ci sta aspettando!

Di cartelli non ve ne sono, occorre affidarsi alla traccia GPX


Traccia GPX


Conclusioni

Un lungo e movimentato giro panoramico, non certo privo di fatica nell'affrontare le ripide salite ma che sa offrire ampi panorami sulla Valtellina passando per luoghi poco conosciuti ai più.

 

 



buone pedalate a tutti, Outside

 

Un foto racconto di Cadore designer © 2019
pagina creata: 10-10-2019
ultimo aggiornamento: 15 -10-2019
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