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un giro
nella Brianza dell'est
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Un giro che porta alla scoperta del territorio Brianzolo, fra piccoli borghi in parte rimasti intatti, con le loro strade strette, le corti, le case in pietra, ville e residenze sontuose del nostro recente passato.

 

 
Imbersago, a bordo del traghetto di Leonardo da Vinci

Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
50
644m
asfalto
stradale
5% / 27%
✩✩✩
✩✩✩
✩✩✩


Questa è l'altimetria del percorso di 50km
Dislivelli: Ascesa 644m - discesa 589m


Dati ricavati da TrailRunner

 


Mappa ingrandita Scarica traccia GPX

IL PERCORSO

Come potete vedere dalla mappa e dalla altimetria. il percorso non è per nulla monotono, è tutto movimentato con saliscendi e pochi rettilinei si potrebbe quasi dire tutta una curva.

Ritengo che sia indispensabile avere uno strumento GPS su cui caricare la traccia, questo per non fermarsi ogni momento a cercare indicazioni, anche perchè non le trovereste!

  

 

 

 

 

 

 

 

 

Alla scoperta del territorio    

Il percorso si snoda fra le provincie di Monza Brianza, Lecco e Bergamo Immagine tratta da Google Earth e da me adattata con le informazioni necessarie.

Il percorso parte dalla periferia di Arcore vicino al nuovo supermercato dell'Esselunga.

Attraverso alcune strade di periferia arriva sulla strada che affianca l'area su cui sorge lo Stabilimento della IMB, ora mi pare ceduto in parte ad altre realtà imprenditoriali.

Questo è forse l'unico rettilineo di una certa consistenza, ma comunque con basso traffico, aggiungo che il giorno migliore per fare questo giro è ovviamente la domenica mattina sul presto.

In fondo al rettilineo poi si passerà sul cavalcavia che attraversa la Superstrada Carugate - Usmate.

Si passa per il piccolo centro di Villanova

Di chiesa in chiesa si passa ad Aicurzio

Il Santuario di San Rocco (1700) a Campegorino di Aicurzio, sorge distante e isolato, dove un tempo pascolavano le greggi.

Più avanti si entra nella campagna, e la strada viene affiancata da un po' di bosco .

Si passa attraverso vecchie cascine ormai in parte ristrutturate, questa è la Frazione di Commenda - Castel Negrino appartenenti al Comune di Aicurzio a circa 1,6km.

In fondo alla strada della foto sopra si arriva alla villa di Castel Negrino, con un campanile avvinghiato dall'edera.


La villa di Castel Negrino. per approfondire

Verderio inferiore, una casa con Meridiana e nicchia votiva.

La strada principale che attraversa Verderio Inferiore


La sede del comune a Verderio Inferiore


La scuole di Verderio Superiore


Villa Gnecchi a Verderio Superiore



Villa Gnecchi a Verderio Superiore


La fontana di Villa Gnecchi a Verderio Superiore.

Si arriva al ponte di Paderno d'Adda, qui una vista dalla riva dell'adda.

Il ponte di Paderno d'Adda, regolato con semaforo a traffico alternato.

Una vista dal ponte verso sud, questo è il fiume Adda con la diga che ha il compito di indirizzare l'acqua verso la centrale, mentre a dx. viene incanalata nel Naviglio di Paderno.

Accanto alla Centrale idroelettrica la chiesetta di S. Maria Addolorata

Per saperne di più: da Paderno a Olginate - da Trezzo a Paderno

Una vista dal ponte di Paderno verso nord, questa è il fiume Adda con la diga che governa il livello dell'Adda sino ad Olginate, rendendolo di fatto navigabile.

Passato il ponte di Paderno si attravesa Calusco d'Adda e si sale a Villa d'Adda

Panoramica da Villa d'Adda verso Madonna del Bosco

da Villa d'Adda verso Imbersago (ingrandimento)

Vista da Villa d'Adda verso Madonna del Bosco (ingrandimento)


Da Villa d'Adda si scende verso la ripida discesa che porta verso il traghetto sull'Adda.

A fianco alcune vecchie case in pietre e mattoni.



La Villa d'Adda è una delle salita rinomate della zona da fare in bici.
In fondo alla discesa si prosegue sino alla rotonda prendendo poi la seconda strada a sx. e scendendo verso l'Adda al traghetto.

Villa d'Adda, sull'altra sponda Imbersago e il traghetto di Leonardo.

In primo piano a sx. l'Addarella, il battello ecologico a funzionamento elettrico (10h di autonomia), entrato da poco in servizio e naviga sul tratto Calolziocorte Robbiate

Navigazione sul fiume Adda con il battello elettrico Addarella (Parco Adda Nord - Tel. 02 9091229 - 392 2999771 - www-parcoaddanord.it - addarella@gmail.com )

Imbersago e il traghetto di Leonardo

 

 

Si prende il traghetto di Leonardo da Vinci e si passa sull'altra sponda a Imbersago

Giordano simula la manovra che dovrebbe fare il traghettatore nel caso vi sia poca corrente sul fiume.
Da notare il sistema in cui scorre la fune. Per diminuire l'attrito durante il movimento, il cilindro di maggiore diametro ruota sotto il tiro del traghetto che tenderebbe ad andare a valle.

Questo è il traghetto che collega le sponde del Lecchese (Imbersago) e della Bergamasca (Villa d'Adda) , posto sul fiume Adda.

Il traghetto si dice sia stato costruito partendo dai disegni di Leonardo da Vinci del 1513 ed ora custoditi nel Castello di Windsor.

Funziona senza motore sfruttando la corrente del fiume, con le manovre del traghettatore, e scorrendo lungo una fune d'acciaio tesa fra le due sponde.

In pratica in posizione di riposo il traghetto si trova con la prua verso il senso della corrente. In fase di partenza il traghettatore sposta il timone in modo che il traghetto tenda a lasciare la sponda verso il centro del fiume, il traghettatore aiuta questo movimento naturale tirando una corda appesa alla fune stesa fra le sponde. Tirando la fune in pratica non fa altro che spostare il traghetto posizionandolo verso il centro del fiume ed è la corrente discendente che urtando le pareti dello scafo impone una forza risultante data dallo scorrimento del traghetto lungo la fune appesa tra le due sponde, permettendo così l'attraversamento del fiume.

All'arrivo sull'altra sponda il traghettatore ripete la manovra di partenza spostando all'opposto il timone e tirando sempre le corde appese alla fune sino a raddrizzare il traghetto verso il senso di scorrimento della corrente.

Tutto questo avviene con un minimo sforzo da parte del traghettatore, il grosso del lavoro lo compie il flusso della corrente del fiume.

Prima della salita al Santuario di Madonna del Bosco ci si può dirigere verso Arlate

 

Chiesa Romanica dei Santi Grottardo e Colombano a Arlate vicino a Madonna del Bosco

La scalinata che porta a Madonna del Bosco sulla strada per Arlate e Brivio

La ripida salita che porta a Madonna del Bosco

Superata Madonna del Bosco ci si dirige nel verde verso Cassina Fra Martino

Cassina Fra Martino

Vecchie case a Cassina Fra Martino

Il laghetto di San Rocco

Si prosegue arrivando a Merate, ecco il municipio.

Il centro di Merate.

Il centro storico di Merate.

Dopo la visita al centro storico, si ritorna indietro davanti al municipio e si svolta a sx. verso il provinciale per Lecco. Sul provinciale si svolta a sx. Si va Verso Cernusco Lombardone e poi si svolta a dx. x Montevecchia

Usciti da Cernusco Lombardone si sale verso il ponte sulla ferrovia per poi discendere verso il Bivio Passone a dx. che porta a Montevecchia

Si sale in mezzo al bosco e fra prati verso la frazione di Pertevano.


Dopo aver superato piccoli vigneti e piante da frutto, si arriva ad un bivio con il nome della strada che è tutto un programma: Via Belsedere

Non so che significato possa avere, potrei immaginare che vista la pendenza, nel caso ci sia ghiaccio sia impossibile salire o scendere e chi ci tenta c'è rischio che sbatta il sedere per terra, invece dopo qualche anno viene in aiuto un lettore, Fabrizio che misuggerisce:

La leggenda narra che il Cardinale Carlo Borromeo, in visita a Montevecchia nel 1571, dopo aver percorso un tratto della salita che porta al santuario Beata Vergine del Carmelo in cima al colle, si sia fermato a riposarsi e abbia esclamato: "Oh, che bel sedere"; da qui il nome della località Belsedere. 

Vi posso solo dire che il tratto intermedio della salita la ruota anteriore tende ad alzarsi e se vi fermate è un po' dura ripartire ;-)

Qui il mio amico Giordano tira il fiato, e sopra il mio amico Dino arriverà in cima bello sgrondante di sudore non prima di essergli scivolato via il piede dall'attacco rapido proprio sul pezzo più ripido.

Non c'è dubbio mi sa che questo versante è il più duro per salire a Montevecchia!

Da Montevecchia al ritorno a Arcore non c'è nulla di interessante, ma ancora una volta segnalo il fatto che senza il GPS è un po' difficile ritornare al punto di partenza senza conoscere le strade di questa zona, salvo fare ritorno prer strade molto trafficate.

Se volete saperne di più su Montevecchia guardate qui, dove si affronta la salita dal versante più praticato ma non per questo poco impegnativo.

 

 

 

buone pedalate a tutti, Outside

Un foto racconto di Cadore designer © 2010
pagina creata: 25-08-2010
ultimo aggiornamento:13-10-2017
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