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Le Colline Moreniche
(MN-VR)
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Un bellissimo anello sulle colline moreniche nell'alto Mantovano ai confini con il Veneto. Un percorso movimentato e vario attraverso luoghi storici che conservano il loro fascino contornati da paesaggi affascinanti.


Le porte Viscontee a Borghetto e i gregari di bellitaliainbici

 
Solferino - Castellaro Lagusello - Borghetto (Valeggio sul Mincio)

Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
57km
517m
Asf-Sterr
Strad-Cicl.
2% - 20%
✩✩✩
✩✩✩
✩✩✩
✩✩✩✩✩
 

 

 

 

 

 

 


In questa mappa tratta da Google Earth ho inserito il tracciato. Il tratto da Monzambano a Volta Mantovana è su ciclabile, il rimanente su strade secondarie scarsamente trafficate.

 

La mappa del percorso. Sul sito Garmin Connect, dopo che ci si è registrati, è possibile convertire le miglia in km e viceversa, nelle preferenze. Inoltre è anche possibile scaricare la traccia per i GPS Garmin

 
IL PERCORSO

Il tratto Monzambano-Pozzolo fa parte del percorso Ciclopedonale Peschiera-Mantova, praticamente in piano, mentre il rimanente percorso è tutto un susseguirsi di sali e scendi.
Per gli innumerevoli cambi di direzione è consigliabile utilizzare la traccia GPS oppure scaricare il Roadbook dal titolo "In Bicicletta Tra Le Colline Moreniche" Edito dalla Camera di Commercio di Mantova - Progetto Integrato di Sviluppo del Cicloturismo Sulle Colline Mantovane. Itinerario Ciclabile 3-Blu

Rifornimenti idrici

Lungo il percorso sono presenti diverse fontanelle

Quale bici usare

Per i tratti sterrati consiglio l'uso di MTB con un buon cambio per affrontare le brevi salite talvolta ripide

Le Colline Moreniche dell'Alto Mantovano 

Il punto di partenza, a differenza del RoadBook, l'ho fissato a Solferino. Essendo un percorso ad anello nulla vieta di iniziare dove si vuole. Nella foto la "Spia d'Italia", una torre posta in cima alla collina che domina una vasta porzione di territorio tutt'intorno.

 


Scaricate le bici in un parcheggio nei pressi del centro di Solferino, ci dirigiamo verso la "Rocca"


Mi hanno fatto compagnia due gregari di bellitaliainbici, dr. Alberto e Dino. Qui stavamo risalendo la strada attorno alla collina che porta alla Rocca di Solferino. Non sembra ma la pendenza si faceva sentire, anche perchè siamo partiti a freddo, senza alcun percorso di riscaldamento. Sono 650m con 8,5% di pendenza media.


Siamo arrivati all'imbocco della cinta muraria della Rocca di Solferino


L'ampio piazzale all'interno delle mura del Castello, al centro la chiesa e a sx dietro le piante il belvedere verso nord. Il doppio selciato per i carri conduce verso la porta est, mentre questa è la porta ovest. A dx della chiesa la torre di Guardia. La piazza misura circa 130x50m


Dal balcone belvedere lungo le mura si gode un bel panorama verso nord-est. In centro alla foto si erge il Monte Baldo


Foschia e smog permettendo facendo un po' di zoom si può vedere anche la torre di San Martino, altro capo saldo della nostra storia. Legata anch'essa a Solferino per la nota e triste battaglia del 24 Giugno 1859 che pose fine alla seconda Guerra di Indipendenza.




I "gregari" hanno ancora indosso indumenti invernali, mentre io per favorire la sudorazione che già nella salita iniziava a farsi sentire, mi sono tolto il giubbetto antivento.
La foschia nasconde in parte la visuale della zona verso Verona.
Come bici avevamo tre MTB; due Front e io una Biammortizzata con gomme ibride, vista la maggior parte di asfalto da affrontare.


Quasi sempre all'interno delle mura di una Rocca non può mancare una chiesa. Questa è la parrocchiale con tanto di giardino annesso.


Il suo interno invece è alquanto spoglio e senza affreschi. Intitolata a S. Nicola di Bari, risale al XVI e gli ultimi restauri sono del 1888




Lasciata Piazza Castello ci siamo diretti alla porta est , a fianco della Torre di Guardia, per salire alla Torre "Spia d'Italia"




A chi viene con me, spesso non gli faccio mancare alcuna difficoltà. Qui i "gregari" sono impegnati nel superare una ripida gradinata. Dino si lamentava per la scarsa tenuta delle sue scarpe sul selciato




Di lasciar giù le bici non se ne parlava, per cui questa era l'unica alternativa, ma non pensate che sia uno sforzo sovrumano. Comunque non siete obbligati a fare quello che abbiamo fatto noi! Dino guarda in alto...




... Eh sì, c'è proprio da guardare in alto! Eccoci al cospetto della "Spia d'Italia".

A fianco della porta d'ingresso una targa in bronzo riassume la Guerra del 1915-1918 riportando il Bollettino di Guerra del 4 Novembre 1918


La Torre "Spia d'Italia" alta 23m e costruita con pietre e sassi attorno all'XI sec., ha legato il suo nome alla battaglia di Solferino, del 24 Giugno 1859, che ha strappato la Lombardia dalla dominazione Austriaca mettendo fine alla Seconda Guerra di Indipendenza. Lombardia che poi fu annessa al Regno di Sardegna dei Savoia.



Lasciata la torre ci siamo diretti all'inizio della salita...



... dove di fronte si trova questo viale di cipressi

In fondo al viale si trova questo monumento alla Croce Rossa. Che legame c'è con Solferino è presto detto, forse c'è chi si ricorda di aver letto qualche cosa nei libri di storia. Durante la cruenta battaglia di Solferino e San Martino in cui si sono affrontati circa 230.000 soldati, rimasero sul campo 30.000 morti e un numero impressionante di feriti.

Henry Dunant, un imprenditore e filantropo Svizzero, assistette per caso alla battaglia e dopo aver visto ciò che rimaneva sui campi di battaglia e le cure ai soldati date dalle popolazioni locali, capì che occorreva una organizzazione che si occupasse di dare assistenza ai feriti.
Nacque così l'idea che poi si trasformò nella Croce Rossa, anche con l'aiuto di altri che sostennero la sua causa.


A fianco del memoriale si trova questo muro con incastonati i blocchi di marmo donati da tutte le nazioni che hanno aderito alla Croce Rossa


Ogni blocco riporta inciso il nome della Nazione che l'ha donato



Dopo aver assimilato un po' di storia, era ora di porre le nostre ruote sul resto del percorso. Questo è ciò che si vede fuori delle mura, a sx il campanile della chiesa e la Torre di Guardia




Scesi di nuovo nella Piazza del Municipio, prendiamo la prima via a sx. Come ho già scritto all'inizio è meglio scaricarsi il file per il GPS oppure il Road Book.




Usciti da Solferino ci siamo diretti in direzione Madonna della Scoperta, il cui campanile si intravede in centro alla foto.




I miei gregari si sono portati avanti sulla salita che arriva alla Madonna della Scoperta. Come ho scritto all'inizio il percorso è tutto un "mangia e bevi" detto in gergo, ovvero: Sali e Scendi

La chiesa si trova all'interno di un ampio cortile

Lasciata la chiesa seguiamo il profilo della collina che scende verso est. In centro alla foto la Torre "Spia d'Italia" di Solferino

Il percorso attraversa dolci colline punteggiate da cascinali e da filari di alberi



E il bello di questo percorso sono i colli morenici, dove prima ti trovi a salire da un lato e poco dopo scendi da quello opposto, variando in continuazione le prospettive del paesaggio attorno


Le strade affiancate talvolta dai fossi, si snodano fra i campi coltivati



Giunti su una strada leggermente più ampia l'abbiamo attraversata proseguendo sullo sterrato. Di cartelli non ve ne erano e dovevamo fare affidamento assoluto alla traccia del GPS. Traccia che avevo confezionato a casa basandomi sulle indicazioni del Road Book




Sbucati su un'altra strada asfaltata ci siamo diretti verso la frazione di Bande, dove all'altezza delle due case sulla dx, svolteremo a sx


Prendiamo la Via Virgilio che si trova accanto ad una piccola chiesetta


Altro bivio incognito. Con la scala del GPS settata con una certa risoluzione pensavo che il bivio fosse più avanti ma dopo una trentina di metri mi sono fermato perché l'avevamo superato. Inoltre non lo avevo visto in quanto nascosto dalla vegetazione.

Nessun cartello e il paesaggio affascinante mi ha indotto in errore, difficile da rimediare se non avessi avuto il GPS.


Udiamo degli spari in lontananza, poi nemmeno così lontani. Alcuni cacciatori stavano allenando i cani da caccia, abbiamo solo sperato che non ci scambiassero per grossa selvaggina. Davanti a noi una breve e ripida salita con fondo sconnesso



Raggiunta la costa della collina, ora si scende di nuovo

Riguadagnato di nuovo l'asfalto si arriva a questo bivio per Castellaro Lagusello, il cartello un po' sbiadito lo troverete sulla vostra sx.


Arrivati nei pressi di Castellaro Lagusello incontriamo diversi gruppi di Ciclisti con bici da corsa, segno che queste zone non sono poi così sconosciute, almeno penso per i residenti nella zona, perchè noi senza GPS saremmo ancora fermi al primo bivio! La Torre di Castellaro Lagusello si erge fra gli alberi




La Torre posta accanto alle mura mostra il suo orologio




La Torre si trova di fianco alla porta d'ingresso del piccolo borgo


Una breve capatina all'interno del borgo rivela vecchie case in pietre e sassi ben ordinate e ristrutturate




Verso il lago troviamo la parte del Castello e una piccola cappella Oratorio di San Giuseppe, a fianco la porta Ovest




Il corpo del Castello con il portone di accesso principale. A sx la torre che dà l'accesso al lago




Il borgo è tutto circondato dalle mura, come del resto lo stesso castello




Questo è il cancello che dà sul lago a forma di cuore


Per apprezzare la forma a cuore del lago lo si può fare solo dall'alto. Il giardino non ha accesso al pubblico



L'insegna in ferro riporta: "Antica dimora dell'Ortolano"


Sembra che nei giorni in cui siamo passati il Castello o Villa Arrighi Tacoli fosse stato messo in vendita per 12ML di Euro


Il profilo di Castellaro visto dalla piazza della Villa Castello


Qualcuno ha mantenuto le mura vecchie delle case originali, qualcun'altro le ha intonacate.


La chiesa parrocchiale posta all'ingresso del borgo


Alle 11 abbiamo lasciato questo antico borgo, dove come al solito stride il contrasto con le auto, un po' meno con le bici ;-)

Se prima eravamo arrivati da sx poi siamo usciti verso Monzambano prendendo a dx la Strada del Sale

 

 

A questo bivio si prosegue sulla strada dietro la cappelletta, Strada Sale, molto bella, poco trafficata e un bel saliscendi

 

Arrivati a Monzambano diretti in centro prendiamo per il Castello

Classico ingresso al Castello in cui la torre prevedeva la movimentazione dei ponti levatoi sia per i carri che per i pedoni. L'ingresso dei pedoni è stato murato e i ponti levatoi scomparsi.




Giunti nel cortile ritroviamo la classica cappella e le case interne alle mura




Il Castello è chiuso per cui non ci rimane che proseguire il nostro viaggio




Se una volta da qui passavano i cavalli ora ci facciamo passare i cavalli d'acciaio o d'alluminio




Attraversata Monzambano e passati davanti alla chiesa parrocchiale che si vede anche dalla ciclabile Peschiera-Mantova, abbiamo proseguito verso il cimitero


Usciti dal viale del cimitero si apre la vista sulla campagna e sulla Centrale Termoelettrica


Di nuovo discesa, questa è l'ultima dopo di che si pedalerà sul piano della ciclabile Peschiera Mantova. Dove inizia il filare d'alberi si svolterà a dx.




Si arriva al Canale Virgilio, sullo sfondo la chiesa di Monzambano


Qui Dino stava pensando se gettare la bici nel canale... scherzo! Non butterebbe mai la sua gloriosa Coppi!




Si arriva poi alla diga sul Mincio di Salionze, immettendosi sulla Ciclopedonale Peschiera del Garda - Mantova




Qui dalla diga di Salionze nasce il Canale Virgilio, costruito fra il 1930-32. Il suo corso termina dopo 36Km nei pressi di Castel Goffredo. Sullo sfondo sempre la chiesa di Monzambano ed il castello


Sullo specchio formato dalle acque del Mincio sbarrate dalla diga a Salionze, si specchia la Centrale Termoelettrica.
La Centrale è stata realizzata attorno al 1960 per iniziativa congiunta delle amministrazioni comunali di Brescia e di Verona.
La sua attuale configurazione, è stata realizzata in tre fasi:
- il primo gruppo di produzione, di potenza pari a 80 MW
- il secondo gruppo, di potenza pari a 160 MW, è entrato in servizio nel 1983;
- nel 2004 è stata completata la conversione del secondo gruppo in "ciclo combinato" mediante l'installazione di un turbogas da 250 MW.

Con quest'ultimo intervento la Centrale Termoelettrica del Mincio si classifica tra gli impianti di grandi dimensioni, distinguendosi per l'utilizzo delle migliori tecnologie disponibili sul mercato e per il contenuto impatto ambientale.

 

 

Dopo la diga di Salionze si procede sulla Peschiera - Mantova affiancando a dx la sponda del fiume Mincio


Dopo un paio di Km dalla diga si arriva nei pressi di Monzambano, ricordate la foto della chiesa? Questa è la vista dal fiume Mincio. Ci sono 27m di dislivello da qui alla chiesa.

Dalla diga di Salionze dopo aver pedalato per circa 7km, si arriva nei pressi di Borghetto, qui siamo usciti dalla ciclabile salendo sulla strada che attraversa il Ponte Visconteo


Questa volta siamo entrati a Borghetto dal lato ovest




Sulla collina di fronte spuntano le torri del Castello Scaligero di Valeggio sul Mincio



Questo è il Canale Virgilio che nasce più a monte dalla diga di Salionze. I passaggi sotto il Ponte Visconteo sono stati ricavati durante lo scavo del canale negli anni 30'


Queste invece sono le anatre di stanza sul Mincio a Borghetto, probabilmente in attesa dei turisti che gli gettino del pane.




Chissà se per Natale ci saranno ancora o qualcuno penserà di farle arrosto! Una cosa era certa, se fossero state nella campagna dove abbiamo incontrato i cacciatori... non so quante ne sarebbero sopravvissute alle doppiette fumanti!




Il Mincio a Borghetto ed il ponte che unisce le due borgate. Se volete vedere qualche foto in più basta aprire il report della Ciclabile "Peschiera - Mantova"



Lasciato Borghetto si riprende la Ciclopedonale Peschiera - Mantova. Abbiamo ritrovato la pista per aerei ultraleggeri, uno tra l'altro stava decollando proprio quando siamo passati noi.



Se foste passati di qui nel 2006, nello stesso punto della foto precedente avreste trovato parcheggiato questo caccia bombardiere FIAT G91. L'ultimo di questi aerei in servizio terminò l'ultimo volo nel 1992. Tra l'altro questi velivoli furono costruiti su licenza anche dalla Germania che li adottò.




Dino e Alberto intanto chiacchieravano amabilmente. Per Alberto questa era la prima volta che percorreva questa ciclabile, per Dino invece era un ritorno. Nel 2006 io e Dino avevamo iniziato a fare dei percorsi in bici e questo per me è stato l'inizio dei report che in seguito hanno fatto nascere bellitaliainbici.



All'area di sosta di Palazzolo si passa il ponte sul Mincio e si prende la Ciclopedonale per Volta Mantovana




Il percorso è ben segnalato, basta seguire i cartelli



Qui stavamo salendo verso Volta Mantovana dopo aver passato il ponte sul Canale Virgilio e sul più bello suona il telefono!




Mi raccomando, non superate i 20Km/h. Questo tratto per Volta Mantovana l'ho trovato molto bello.




Infatti il percorso passa poi nel bosco



Una piccola area di sosta nel bosco, con tanto di stalli di parcheggio per le bici




Ancora un altro cartello che indica la strada per Volta Mantovana

 

Sulla collina, Volta Mantovana... qui purtroppo c'è stato un black-out di informazioni in quanto ormai era ora di pranzo, avevo già preventivamente scelto dove andare a pranzare in una trattoria, ma purtroppo era tutto esaurito! Anche in altri siti in paese, complice la festa del 1° Novembre.

Siccome la fame era tanta, abbiamo "sorvolato" Volta Mantovana dirigendoci verso Cavriana sperando di trovare qualche altro posto lungo il percorso e direi che ci è andata di lusso!

 

Abbiamo trovato questo Agriturismo Cascina Civa, anche qui tutto esaurito... ma per nostra fortuna una disdetta di una prenotazione, ci ha permesso di accomodarci.


Alla fine il pranzo ce lo siamo meritato, sia per la strada già fatta ed anche per l'alzataccia delle 5 del mattino per arrivare in zona.

Il Nutrizionista Dr. Alberto, stava iniziando il tris di Canederli, si, perché pur trovandoci nel Mantovano, qui servivano specialità Tirolesi


I "ragazzi" erano ben sorridenti, e ci credo, abbiamo pranzato veramente bene ed eravamo pronti a riprendere il nostro percorso

 

La signora ha preparato il conto, prezzo contenuto, buona qualità e ottimo servizio, cosa volere di più? Noi eravamo gli ultimi arrivati e siamo stati anche gli ultimi ad andarcene, quando oramai stavano preparando per la sera!


Il sole iniziava a calare e la foschia aleggiava nell'aria. Abbiamo sperato solo che non scendesse la nebbia durante il nostro ritorno a casa, visto che al mattino me l'avevo "sorbita" per buona parte del viaggio.


Qui eravamo nei pressi di Campagnolo e Fontana, dopo aver fatto un tracciato su sterrato poco prima di Campagnolo. Inutile aggiungere che non vi sono cartelli indicatori, per cui vale ancora il discorso della traccia GPS o RoadBook. Anche qui la strada segue il profilo delle colline con sali e scendi verso Cavriana

A Cavriana siamo passati accanto a Villa Mirra


Le ombre si stanno ormai allungando sulla strada principale che attraversa Cavriana. Giunti davanti alla chiesa svolteremo alla prima a sx


L'ampio cortile della Villa Mira, ora sede del Municipio di Cavriana. Dino è entrato quando il sole inesorabilmente stava scendendo dietro ai tetti. Ci sarebbe stato anche un giardino da vedere, ma vista l'ora tarda...

... abbiamo deciso di fare un ultimo sforzo e salire al Castello, sulla ripida salita che sfiora il 25%




Salita riuscita, nonostante il pranzo finito da poco



In tempo per cogliere gli ultimi raggi di sole



Del castello è rimasto ben poco, pazienza ci siamo accontentati di vedere le rovine



La luna era da un po' che aveva fatto la sua comparsa nel cielo preparandosi a fare da staffetta con il sole



Era giunta l'ora di lasciare anche Cavriana, ancora 6km un po' di discese e salite e saremmo tornati a Solferino al punto di partenza


CONCLUSIONE

Un bel giro che richiede comunque un minimo di sforzo per affrontare i continui saliscendi. Come ho scritto è consigliabile il GPS o il RoadBook, viceversa sarebbe difficile trovare il percorso che abbiamo fatto. Direi che comunque ne vale la pena.


 

 

  

buone pedalate a tutti, Outside

Un foto racconto di Cadore designer © 2014
pagina creata:10-11-2014
ultimo aggiornamento: 23-08-2015
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