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Oltrepo Pavese

Giro delle valli
Ardivestra-Nizza-Staffora
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Con il precedente report dopo l'arrivo a Salice Terme si hanno due possibilità: Ritornare a Voghera oppure proseguire verso Godiasco e fare un giro sulle colline passando dalle valli Ardivestra,Nizza e ritorno in valle Staffora.

Valle Nizza, in cerca del percorso alternativo



Valle Nizza



 

Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
45,43km
649m
asfalto
cicl/strad
1,8% - 15%
✩✩✩✩
✩✩

✩✩✩✩✩
 


 

 

   

 

Dal precedente report con arrivo a Salice Terme si prosegue verso Godiasco per fare un giro fra le valli Ardivestra, Nizza e Staffora

 

L'altimetria del giro, come si può vedere è caratterizzata da continui sali e scendi sino allo scollinamento.

 

Il percorso

Il tracciato collinare si svolge su strade poco trafficate. Da Godiasco si percorre la Valle Ardivestra sino la località Molini della Signora dove si devia per la Val Nizza per terminare a Ponte Nizza dove si cambia per la Valle Staffora.

Come arrivarci

Come descritto nel report precedente a Salice Terme si può arrivare in bici su ciclabile partendo da Voghera. Oppure a piacere direttamente da Salice Terme.

Dove parcheggiare

A Voghera est in Via Piacenza SP10 angolo Strada Braide, oppure a Salice Terme in Via Damiano Chiesa o in altri parcheggi disponibili.

Quale bici usare

Qualsiasi tipo di bici, non c'è un particolare consiglio a riguardo salvo che con di mezzo continue salite è senz'altro meglio una bici leggera e scorrevole, la Fat bike non è certo indicata, il mio è stato solo un esperimento.


Le colline e valli dell'Oltrepo Pavese

 

Da Salice Terme si prosegue diritti sulla Via Delle Terme in direzione Montealfeo iniziando salite e discese.

Qui un passaggio davanti al Castelletto S.Teresa


Quel giorno non eravamo i soli a pedalare su quelle strade, c'è anche da tener conto che questa è una strada secondaria e quindi preferita dai ciclisti.
Sulla dx si scorgono fra i pini i merli di una torre.

Appena dopo 1,5km si arriva a Montealfeo

Questa è l'Antica Rocca di Montealfeo i cui merli della torre si vedevano in lontananza fra i pini in una foto precedente.

 


Il tratto attorno Montealfeo offre un po' di gradita ombra

Giornata non calda, caldissima! Abbiamo toccato i 38°C a 252m e 37°C a 461m le mie gomme erano praticamente incollate all'asfalto, nelle salite ero fermo ed in discesa dovevo pedalare! Non ricordo di aver bevuto così tanto come in quella giornata!

Lasciato Montealfeo si prosegue verso Godiasco ed appaiono oltre i vigneti le colline

Questo è il ponte che attraversa il torrente Staffora, oltre c'è Godiasco.


Arrivati in fondo a questa strada si arriva ad intersecare il Corso Vittorio Emanuele II, si svolterà a dx proseguendo in Via Giuseppe Mazzini....

... si arriverà da dove si vede l'auto bianca e si dovrà svoltare a sx in via Ardivestra (quella che si vede nella foto a dx) Scrivo questo perchè noi nella traccia avevamo sbagliato deviazione.

Imboccata la Valle Ardivestra la strada prosegue in frequenti saliscendi attraversando piccole frazioni, se ne incontreranno ben 18. Generalmente si tratta di pochi nuclei di case lungo la strada

 

L'antico e il meno antico!

Se nella foto in alto a sx si può scorgere una chiesa romanica (Pieve di San Zaccaria), in primo piano l'auto rappresenta una icona del recente passato.

Si tratta di una mitica Jaguar E-Type 5,3L Series 3 Roadster Cabriolet del 1974

A dx invece una RockMachine MTB del 2012

Le località che si incontrano alle volte hanno nomi che ti fanno pensare alla loro etimologia

Inutile dire che la vocazione di queste colline e queste valli siano l'agricoltura, ma come sappiamo oramai da tempo la meccanizzazione ha ridotto di molto la necessità di avere numerosi braccianti e ciò lo si può vedere dalle numerose cascine pressoché deserte, ma non solo, anche un numero rilevante di normali abitazioni sono inesorabilmente vuote e con tanti cartelli VENDESI.

E ciò non fa altro che provocare una reazione a catena e laddove si vede che c'era la presenza di qualche piccolo negozio, bar o ristorante, inevitabilmente si vedono le saracinesche abbassate, inutile tenere aperto se non ci sono clienti.

Noi che abbiamo girato in differenti posti della nostra Italia questo fenomeno lo si è potuto vedere ovunque appena ci si allontana da qualche medio centro abitato dotato di servizi di pubblica utilità, ditte e fabbriche o attività commerciali.

Dove tutto ciò non c'è, inesorabilmente si va verso l'abbandono, oggi rimangono solo gli anziani, ma le nuove generazioni difficilmente prenderanno il loro posto e chi le erediterà o le metterà in vendita oppure le terrà per le vacanze, sempre che il posto sia ameno e ne valga la pena di farlo.

Qui si è nel fondovalle ed ogni tanto qualche bivio propone altre direzioni, ad esempio da qui avremmo potuto raggiungere Val di Nizza, si ma non prima di aver valicato diverse colline!

Come scrivevo sopra, ecco a sx una cascina abbandonata da tempo

Una cosa è certa, queste colline offrono quasi sempre numerosi scorci interessanti.

Così curva dopo curva, salita dopo salita, frazione dopo frazione, la Val Ardivestra continua ad offrire il suo paesaggio.

Non solo cicloturisti come noi ma anche gruppetti di cicloamatori sportivi si impegnano con altro spirito fra queste colline.

Arrivati a Case del Molino un altro bivio, questa volta a me noto, visto che lo avevo percorso in questo report per passare dal Castello di Montesegale.

Mi ero ricordato che appena scesi da questo bivio c'era una fontana, solo che andando a verificare l'acqua non era potabile!

Essendo rimasto a secco, avevo chiesto ad una signora dove ci fosse una fontanella, era rientrata in casa e poco dopo gentilmente mi era stata offerta una bottiglietta d'acqua.

Ho ringraziato ma siccome eravamo in tre ad averne bisogno quello che ci serviva era sapere dove avremmo potuto trovare una fontanella con acqua potabile.

L'uscita di un'altra persona infine ci ha indicato un parco sulla stessa strada dove ne avremmo trovata una e così è stato.

All'interno del giardino di questa struttura pubblica....

... abbiamo trovato la fontanella che ci ha permesso di fare il pieno alle borracce

Già che c'eravamo ne abbiamo approfittato per un breve spuntino vista anche l'ora, ma il nostro obiettivo era raggiungere il punto più elevato del nostro giro dopo di che ci saremmo concessi il resto del pasto.

Erano le 11,30 e c'erano 34°C, se avessimo pranzato ci saremmo piantati alla prima salita impegnativa!

Fin qui da Salice Terme sono solo 11,75 km e 185m D+ superati.

 

Ripreso il nostro viaggio, poco dopo abbiamo incontrato un campo di tiro con l'arco dedicato agli Arcieri della Val Ardivestra

Proseguono gli attraversamenti dei piccoli borghi, talvolta con segni recenti di urbanizzazione, come in questo caso la messa a dimora di nuovi lampioni stile retrò e un nuovo marciapiede.

In vista di una cascina di grandi dimensioni, evidente segno che un tempo di braccia ne servivano molte per lavorare la terra.

Ancora l'incontro con un gruppo di cicloturisti...

... solo che c'era un particolare: Erano seguiti da un pulmino con tanto di carrello a traino per il trasporto delle bici! Noi invece senza ammiraglia!

All'orizzonte appaiono le creste di altre colline che vanno a chiudere la Valle Ardivestra.
Il nostro tracciato prevedeva proprio di raggiungere le creste di quelle colline, ma ...

... all'arrivo nella località Molino della Signora un'amara sorpresa!

Divieto di transito per bici e moto, il cartello giallo in centro alla foto era perentorio.

Mentre stavamo decidendo cosa fare, sono arrivati dei motociclisti anche loro rimasti sorpresi dal divieto anche per le moto.

Se per i motociclisti cambiare percorso era cosa di poco conto, per noi deviare il percorso non era cosa da poco ma del resto l'unica strada percorribile era la deviazione verso Montacuto e l'abbiamo dovuta percorrere

Dopo una bella salita un bivio ci presentava la possibilità di raggiungere il nostro percorso ma dopo una breve consultazione abbiamo deciso di proseguire verso Montacuto.

Poco avanti un cartello seminascosto ci segnalava che eravamo entrati nel territorio di Val di Nizza

Così salita dopo salita usciti da alcune vegetazioni ad alto fusto, abbiamo incominciato a vedere dove saremmo dovuti transitare se non ci fosse stato il cartello di divieto.

Fermi per qualche scatto sul percorso mancato.

 

Quando si sale il vantaggio che si ha è che quasi sempre si amplia la vista sull'orizzonte attorno

Quello che si vede nella foto sopra non è altro che il percorso che avremmo dovuto fare sul crinale.

In particolare in centro alla foto si trova Torre Degli Alberi il cui Castello Dal Verme ho riportato ingrandito nell'ovale.


Più salivamo e la temperatura si alzava e poco servivano i boschi attorno visto che il sole era a picco su di noi.

 

Finalmente il cartello di Montacuto, mi aspettavo che dato il nome qui si scollinasse e fossero finite le salite.

Avendo cambiato forzatamente percorso non avevo una traccia che mi indicasse l'andamento altimetrico, per cui erano solo supposizioni.


Il cartello stradale indica 13 km a Ponte Nizza che si trova all'incrocio con la Valle Staffora.

Ma a quanto pare si continuava a salire col sole perfettamente a picco sopra le nostre teste.

Il miraggio di una discesa! Si, ma le colline di fronte?

Di fronte alla discesa invitante Alberto era fiondato ed era un puntino in mezzo all'asfalto. Invece io in cerca d'acqua ero attento ad ogni cosa che potesse assomigliare ad un rubinetto e di fatti a sx nella colonna ne sporgeva giusto uno!

Eh si non mi ero proprio sbagliato, così ho fermato e richiamato subito a raccolta la truppa!

Come ho scritto all'inizio non ho idea di quante volte quel giorno abbia riempito la borraccia. Anche il mio "cavallo" era sfinito a terra, la statua della Madonna stava pregando perchè si rialzasse!

Rinfrescati e fatto il provvidenziale pieno alle borracce abbiamo fatto con piacere la discesa e naturalmente poi di nuovo l'immancabile salita!

Guardando il cartello stradale da quando ci hanno costretto alla deviazione avevamo fatto solo 6 interminabili caldissimi estenuanti chilometri che non finivano mai, anche se con soli 283m D+ superati

Può sembrare una foto insignificante, ma per noi non lo era. Il cartello in fondo era il nostro GPM da raggiungere, dopo di che discesaaa!

Eravamo arrivati in località Costa Croce a sx e proseguendo in quella di Sant'Albano.

Da Salice Terme a qui avevamo fatto 23,6km e 585m D+ con temperature prossime ai 40°C

Ora rimaneva solo un imperativo: trovare un posto all'ombra e pranzare!

Erano già le 13,30 c'erano 34°C

Scesi a Sant'Albano, l'unica provvidenziale persona in giro ci ha indicato un posto fresco all'ombra dove poter pranzare.

Quanto di meglio si potesse trovare! Due panchine con vista panoramica e non d'ultimo luogo anche ventilato, tanto che la temperatura era scesa dai 34 ai 27°C

Inutile dire che la fame c'era, ed essendo partiti da Voghera avevamo in effetti fatto 37km con 676m D+

Uno sguardo a Sant'Albano prima di ripartire, come al solito molte persiane chiuse e cartelli VENDESI

 

Terminato il frugale pranzo al sacco mancava ancora una cosa: un caffè, cosa di cui abbiamo provveduto nel bar di fronte al Comune di Val di Nizza.

Se si proseguisse lungo questa strada si passerebbe per Poggio Ferrato poi per una impegnativa salita in un bel bosco per arrivare al Castello di Oramala ed ancora proseguendo per arrivare a Varzi.
Tutto ciò lo potete vedere in
questo report e nel successivo

Era ora di sfruttare le discese per mulinare più veloci sui pedali, a Voghera mancavano ancora 30km mentre per chi volesse concludere il giro a Salice Terme mancano solo 18km

A furia di pedalare forse ci eravamo spinti un po' più in la?

No, eravamo sulla giusta strada! Arrivati a Ponte Nizza avremmo di nuovo preso la Valle Staffora

Arrivati a Godiasco si lascia la SS461 per deviare a sx in direzione Montealfeo ripercorrendo la strada già fatta durante l'andata.

Oramai mancava poco per arrivare a Salice Terme, un po' di più per chi come noi eravamo partiti da Voghera.

Traccia GPX


Conclusioni

Un lungo giro nei colli dell'Oltrepo Pavese passando per tre valli. Molto bello, peccato per noi aver trovato un caldo eccessivo che non ci ha fatto fare un giro rilassante, ma con altre temperature più fresche merita senz'altro. Ovviamente occorre un minimo di allenamento per affrontare i continui strappi.

 

 

 

 

buone pedalate a tutti, Outside

Un foto racconto di Cadore designer © 2019
pagina creata:3-08-2019
ultimo aggiornamento: 06-08-2019
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