Liguria in bici

Da Sanremo al
Colle d'Oggia
passando per 4 Valli
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Un altro lungo giro panoramico a partire da Sanremo verso l'entroterra passando per le Valli Argentina, Carpasina, Maro e del Prino.


Montalto Ligure


Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
85km
1272 m
Asfalto
Cicla/Strad
3,4% - 15%
✩✩✩✩
✩✩✩
✩✩
✩✩✩✩✩
 

 


Badalucco - Colle d'Oggia - Dolcedo

 

 

 

 

 



Questa è l'immagine dove si svolge il tracciato. Da Sanremo lasciata la ciclabile ad Arma di Taggia si risalgono le valli per raggiungere Colle D'Oggia a 1135 s.l.m.



L'altimetria del tracciato, la parte di effettiva salita è di 23km. Se nel primo tratto la pendenza media è al 3,7% nel secondo tratto, si passa al 7% e con punte al 15%.

v

 

IL PERCORSO

Da Sanremo si prosegue in direzione Arma di Taggia, dove si abbandona la ciclabile verso San Lorenzo al Mare per prendere la ciclabile per Taggia lungo il torrente Argentina.
Giunti a Taggia si prosegue sulla strada statale della Valle Argentina S.S. 548 attraversando Badalucco sino al bivio per Montalto Ligure, lo si attraversa entrando nella Valle Carpasina. Si prosegue verso Carpasio per poi arrivare al Colle D'Oggia.

Da li in poi è tutta discesa, si passa dallo spartiacque dell'alta Val Maro, si prosegue nella Val Prino passando da Pantasina, Praelo, Case Carli, Molini di Prelà, Dolcedo, Piani, per sbucare sulla strada Aurelia in località Poggi e percorrerla sino a San Lorenzo Al Mare dove si riprenderà la ciclabile verso Sanremo.

 

Rifornimenti idrici

Lungo il percorso a lato ciclopedonale si trovano alcune fontanelle prima di Arma di Taggia, in piazza a Carpasio, a Dolcedo sulla scalinata del caruggio a fianco del Comune.

Quale bici usare

Vista la lunga salita, e lunga discesa oltre al totale dei km, serve una buona bici scorrevole e ben frenata oltre ad essere confortevole.


 

PREMESSA

Da Sanremo a Badalucco in passato è già stato pubblicato un report dove attingere le informazioni necessarie, per cui ho ritenuto opportuno non duplicare lavori già fatti.

Quindi superata Taggia proseguendo lungo la statale della Valle Argentina si arriva in vista di Badalucco.

Già che eravamo di passaggio ci siamo fermati un attimo per rifornire le borracce e dare un breve sguardo al suo interno, dove come al solito essendo borghi quasi sempre molto raccolti di spazi verdi non se ne trovano e per mitigare questo aspetto si adornano i caruggi con ampi vasi di piante o fiori.

 

 

La fontana dove fare rifornimento si trova a fianco della parte posteriore della chiesa parrocchiale, all'inizio di un caruggio

 

La facciata barocca della chiesa di Santa Maria Assunta e San Giorgio.


Direi che come da tradizione Ligure, di fianco alla chiesa parrocchiale non poteva mancare un Oratorio in questo caso dedicato a San Francesco.

Oramai è da tempo che girando per la Liguria abbiamo osservato che quasi sempre si trovano o un paio di chiese o una chiesa ed un oratorio a poca distanza fra loro.

In pratica questo è il centro del vecchio borgo

L'interno della parrocchiale in stile barocco. Da notare la balconata posta ai piedi delle volte che corre lungo tutta la navata spingendosi sino all'abside.

 

Superato il borgo di Badalucco accanto al torrente Argentina, ecco che in alto dopo una curva appare Montalto Ligure, prossima meta del giro.

Dopo la curva che si vede si trova il punto di confluenza dei torrenti Argentina a sx e a dx Carpasino.

La montagna a sx di Montalto ligure è Il Monte Colletto 738 m.

Nei nostri giri ci siamo sempre passati sotto, era giunto il momento di salire e attraversare anche questo borgo.

Dal 1° Gennaio 2018 dopo il referendum consultivo tenuto in questo Comune e in quello di Carpasio, i due Comuni si sono uniti dando vita a Montalto Carpasio.

 

La statale prosegue arrivando a questo bivio dove si svolterà in direzione Montalto. Se si proseguisse diritti si arriverebbe a Molini di Triora e poi a Triora, il relativo report è quello citato all'inizio di questo report

La nostra meta da qui dista 13,6 km.

Su questi cartelli però ho trovato un errore:

Per arrivare a Ville San Pietro ci vogliono ben 23km non 11km!

Dopo il bivio inizia la salita vera quella che porta al Colle D'Oggia.

Il cartello pubblicizza che qui nasce l'olio Extra Vergine d'oliva D.O.P. Riviera Ligure.

Non scordiamoci che a Taggia e territori limitrofi nascono le famose olive Taggiasche

Mentre si sale si apre un panorama verso la sottostante valle Argentina in direzione Triora

Dopo 25 km dalla partenza e 280m di ascesa, ci si avvicina all'ingresso di Montalto Ligure

 

Prima che la strada con un'ampia curva porti all'ingresso del borgo, si apre un'altra panoramica in direzione Taggia, sempre nella Valle Argentina il cui omonimo torrente in parte in secca si vede attraversato da un ponte..

Da quel punto era stata scattata la foto di Montalto visto da sotto.

In primo piano la Pieve di San Giorgio a Montalto Ligure

Nel borgo la stretta strada che lo attraversa non lascia spazio per un marciapiede, per cui questa soluzione a raso terra dà il vantaggio di segnalare la presenza di una sezione stradale riservata ai pedoni e nel contempo utilizzabile da mezzi più ingombranti. Oppure durante l'incrocio di un altro mezzo, questa sezione di marciapiede può essere temporaneamente occupata dando comunque precedenza ai pedoni, salvo poi come nella foto il mal costume di farne uso come sosta per le auto.

La medesima soluzione l'abbiamo trovata in Olanda quasi 30 anni fa, applicata in strade anche molto più strette dove addirittura si erano ricavate per ogni senso di marcia due piste ciclopedonali, dove valeva lo stesso concetto; le auto in caso di necessità potevano invadere le due corsie solo se in assenza di ciclisti o pedoni.

Lo stesso concetto potrebbe essere applicato su molte nostre strade dove sarebbe materialmente impossibile od oneroso realizzarne una pista in sede propria separata.

Ovviamente non è una pista dipinta che ci può salvare da un eventuale investimento, il problema sta nell'educazione stradale assai carente da noi mentre lassù sono decenni che questa soluzione sta funzionando!

Usciti da Montalto Ligure si entra nella valle Carpasina solcata dall'omonimo torrente Carpasino.

Il nostro obiettivo è là in cima alla valle sulla cresta di confine con l'alta Valle del Maro

 

La strada presenta anche brevi tratti in ombra

 

Alcuni tratti dell'asfalto hanno la superficie fresata longitudinalmente. In genere ci sono due motivi del perchè lo si fa: 1) In attesa di una nuova asfaltatura. 2) Nel caso di zone in ombra caratterizzate in inverno da gelate che rendendo il fondo stradale sdrucciolevole.


 

In vista della periferia di Carpasio

Prima di arrivare a questo cartello c'è ancora da salire!


Dopo 33km e 690 m di ascesa, arrivo a Carpasio. A fianco della nicchia in centro alla foto troverete una fontanella.

Il Comune di Montalto Carpasio. Salendo sopra la scalinata si arriva alla piazza delle chiese.

Notare sul tabellone elettronico la temperatura di 35°C riportata alle 11:45

La piazza ha come di consuetudine Ligure due chiese una accanto all'altra.

Lasciato Carpasio molti tratti del percorso sono affiancati dai boschi.

La cima più alta in centro alla foto non è altro che quella del Monte Faudo.

In tutta la valle, Carpasio è l'unico insediamento rilevante ci sono poi due piccole frazioni quella di Costa ed Arzene orograficamente posti a sx della valle Carpasina.

Dall'alto ecco il raccolto borgo del Comune di Carpasio Montalto immerso nel verde


Non eravamo i soli a pedalare sotto il sole cocente e a picco, dalla divisa indossata sembrava Nibali


Da un'apertura del bosco finalmente si intravedeva la testa della valle


Pensavo di essere giunto al passo, invece erano solo quattro case di numero ai lati del bosco. Dopo 38km con una ascesa di 1071m, raggiunta la località Prati Piani a 1065m di quota e a ridosso del Monte Grande.


Superati i Prati Piani c'è ancora da salire per circa 900m e qui ci si trova proprio a ridosso della testa della valle

Tratto ovviamente panoramico sulla Valle Carpasina. In centro alla foto sotto le fronde degli alberi la solita cima del Monte Faudo 1149m s.l.m.


Manca poco al Colle D'Oggia che si trova a soli 250m dal bivio con soli 10 metri di dislivello ...

... ma noi eravamo in ritardo sulla tabella di marcia per cui giunti al bivio abbiamo svoltato a dx in direzione Pantasina

Il cartello posto a sx sulla strada che sale al colle porta anche l'indicazione per Torino anche se con un certo ottimismo visto che si tratta di fare 170km fra tortuose strade di montagna superando il Colle San Bartolomeo e il Colle di Nava per poi arrivare dopo 75km a Ceva per immettersi in autostrada verso Torino.

Quindi al bivio presa la strada a dx verso Pantasina, la strada sale ancora sino a scollinare verso lo spartiacque che si vede nella foto centrale, dopo di che si lascia la Valle Carpesina per passare nella foto seguente nella Alta Val Maro.

Oltre i rilievi sullo sfondo c'è il mare, dovete aver fede in quanto poco visibile per la foschia.

A questa quota si è circa un 10m sotto la quota della cima del Monte Faudo che avete visto nelle foto precedenti..

Da questo punto vi aspetta solo discesa 1125 D- da farsi in 24km.


Dopo lo scollinamento inizia la lunga discesa e se prima l'asfalto era in buone condizione, da questa parte pressochè disabitata sino a Pantasina il fondo è alquanto precario.

Del resto il cartello dei 30km/h è eloquente come pure il divieto di transito in caso di neve.


Anche questa strada è panoramica, questa volta sull'Alta Val Maro.

Alle sue spalle la cima del Monte Grande 1418 m. mentre alla sua dx sulla sella si trova San Bernardo di Conio, mentre in basso è il borgo di Conio

Una panoramica sull'Alta Val Maro, cliccando sull'immagine la potrete vedere ingrandita e con i riferimenti.


Conio


Ville San Pietro

La parte alta del percorso è allo scoperto, ma perdendo quota si entra nella zona boschiva.

Se da una parte è piacevole per rimanere al fresco, il rovescio della medaglia è la difficoltà ad individuare le irregolarità del fondo stradale per i forti contrasti fra ombra e zone illuminate.

Lungo la strada sino a Pantasina le abitazioni si contano sulle dita di una mano e quasi tutte sono disabitate.


Mentre stavamo scendendo ci siamo interrogati se fosse meglio salire da questo versante e scendere da quello della Val Carpasina dove l'asfalto non ha alcun problema di irregolarità.

Qui inoltre i tratti boschivi e ombrosi sembravano più lunghi.

A questo bivio si segue l'indicazione per Dolcedo e Prelà

A chi piace condurre la bici in modo sportivo qui avrà di che divertirsi per le innumerevoli curve e qualche tornante.

Stavo indicando una bella coltivazione di lavanda

Dopo un discesa con perdita di 600m si arriva a Pantasina. In questo tornante si trova il Santuario della Madonna della Guardia da ci pare si goda di un bel panorama verso il mare.

Qui se non ricordo male stavo indicando ancora il Monte Faudo.

Arrivati a Pantasina la strada gira attorno alla chiesa

 


Nella prima foto, sulla piazza a fianco della chiesa si trovano i cartelli che indicano le direzioni per il Colle d'Oggia e Carpasio, in pratica la strada che si è appena percorsa.

Giunti allo stop si svolterà a dx passando davanti alla chiesa e al Comune.


La perdita di quota fa cambiare anche il tipo di vegetazione ora tutta ad ulivi che affiancano la strada. Strada ancora molto bella per far correre la bici e con belle curve e tornanti.

Arrivati a Molini di Prelà si prosegue a sx sulla strada in discesa verso Dolcedo.

L'arrivo a Dolcedo ci ha visti ad effettuare una sosta pranzo sotto il Comune.

Nella prima foto superato l'arco, sulla dx salendo nel caruggio si troverà una fontanella nel caso se ne abbia bisogno.

Mentre nella foto con le bici, a dx c'è una gelateria che apre agli orari esposti.

Uscendo da Dolcedo a sx si trova Isolalunga.

Giunti a Piani si cambia sponda lungo il torrente Prino passando alla dx orografica sino alla sua foce a Poggi Inferiore dove ci si immetterà sulla S.S. Aurelia sino a San Lorenzo al Mare dove si riprenderà la Ciclabile per Sanremo.



Visto il caldo che abbiamo trovato abbiamo preferito fare una sosta rinfrescante a Santo Stefano Al Mare, sia con fresca acqua che con un buon gelato, lo si trova entrando nel carrugio sotto l'arco a una cinquantina di metri sulla dx



Traccia GPX  


Conclusioni

Un giro molto lungo e panoramico non adatto a tutti, d'altra parte in Liguria questi sono i percorsi quando si lascia il mare per recarsi verso l'interno e qui o si è allenati o si deve ricorrere ad una ebike!

 

 

buone pedalate a tutti, Outside

 

Un foto racconto di Cadore designer © 2019
pagina creata:19-08-2019
ultimo aggiornamento: 23-08-2019
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