Lombardia in bici
Valtellina
Salita da Vervio
al Rif. Schiazzera
in Val Saiento
(SO)
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Val Saiento - Rif. Schiazzera 2090m s.l.m.



Vervio - Frazione Rogorbello Chiesa di San Sebastiano - Località Susen





Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
17,7 km
1470m
Asfalto
Cicl/Strad
8,8% - 21%
✩✩✩✩
✩✩✩
✩✩✩✩✩

 

 

 

 

   

 

 

 


 

L'ALTIMETRIA

Tralasciando il falsopiano da Mazzo a Vervio poi la salita é ininterrotta sino alla fine ed alterna tratti più o meno pendenti sino alla doppia cifra per cui adatta a chi è allenato a queste distanze e relative pendenze.

IL PERCORSO

Premessa

Si parte da Mazzo in direzione Tirano sul sentiero Valtellina che lo si abbandona a circa un chilometro per uscire verso Vervio. Da lì inizia la salita sino al termine della carrabile. Le ultime centinaia di metri al rifugio sono una mulattiera assai ripida da farsi spingendo la bici se la si vuole portare con se sino al rifugio.



 
 

Dal nostro campo base situato a Mazzo in Valtellina ad un centinaio di metri da qui, entriamo nell' "autostrada" valtellinese per le bici, ovvero il Sentiero Valtellina che la attraversa tutta a partire da Colico sino a Bormio.

Prendiamo la direzione Tirano.

Sul percorso si trovano numerose aree di sosta dedicate con tanto di tavole e panche ed anche cartelli indicanti la distanza dell'area di sosta successiva sullo stile autostradale, a noi però appena partiti questa volta non servono!

In questo report il Sentiero Valtellina lo sfrutteremo ben poco visto che a meno di un km dalla partenza lo abbandoneremo per prendere l'uscita verso Vervio, situata a sx subito dopo l'uscita sotto il ponte.

 

Di fronte all'uscita o anche ingresso da e per Vervio, si trovano ancora la serie di cartelli indicanti le distanze dei luoghi raggiungibili su questo lungo percorso del Sentiero Valtellina.

All'uscita dalla rampa fate attenzione nell'attraversare e ad immettervi sulla strada a viabilità ordinaria, non che ci sia un traffico pazzesco, tutt'altro! ma la prudenza va sempre applicata

Ci si trova sul confine di due Comuni si lascia Tovo di Sant'Agata per entrare in quello di Vervio dove in fondo a sx inizierà la salita.


In fondo alla strada troverete una fontanella se vi serve dell'acqua e il cartello che vi indica la direzione per il Rifugio Schiazzera oggetto di questo report.

Attenzione: il tracciato GPX che ho allegato non ha seguito questa indicazione in quanto l'avevo preparato a tavolino per poi accorgermi che ambedue le direzioni scelte confluivano nello stesso punto. Per cui lasciate perdere la mia traccia ed in questo punto svoltate a sx e seguite le indicazioni del cartello.

Pronti via si sale e bastano pochi tornanti per ritrovarsi sopra Vervio e dare uno sguardo alla piana della Valtellina qui in direzione verso Mazzo, il nostro punto di partenza.

Lungo la salita si attraversano alcune frazioni e località qui una con addobbi di festa

Arrivati alla frazione Rogorbello a sx troverete un cartello che indica agli automobilisti che volessero proseguire che debbono munirsi del pass. La macchinetta per il pass si trova nella casa che si vede sulla estrema dx della prima foto. In bici ovviamente non serve. In centro è la chiesa dedicata a San Sebastiano.

Dalla partenza sono 4,4 km - 221 m D+ e qui ci si trova a quota 770m.


Sulla casa a sx si scorge la macchinetta per il pass mentre a dx é il traliccio di un ripetitore della RAI stazione di Lovero

Giunti a questo bivio ancora cartelli a ricordare che per il transito occorre avere un pass



Come scritto all'inizio la salita è continua e non è che offra molto riposo e questi tornanti penso possano rendere l'idea.


Di solito le prospettive nelle foto non rendono mai le pendenze per cui fate voi...

Comunque consola il fatto che in quelli cementati mettano le righe trasversali per deviare lo scolo dell'acqua e per dare più grip, ma non certo alle bici!

Una via di fuga in un tornante verso una località di poche baite ci permette un attimo di sosta in quasi piano.

Si può dire che quasi tutta la salita è esposta a sud per cui se c'è il sole le zone in relativa ombra sono solo quelle quando si attraversano i boschi

Le baite costruite pietra su pietra sono spesso il sinonimo di queste valli e sono testimoni del tempo passato, quando le comodità erano quasi del tutto assenti e avere un tetto e quattro mura erano già un lusso.

Ai lati della carrabile una bella infiorata.

Si passa da Susen, poche baite con tanto di chiesetta poste in una bella zona assolata e panoramica sulla Valtellina e le orobie.

Solo qualche fazzoletto di prato pseudo pianeggiante attorno a qualche baita, per il resto sempre pendii ovunque.

In questo punto dalla partenza sono 12,6 km e 972 m D+ e ci si trova a quota 957m s.l.m.

Poco oltre Susen un'altra località si dipana lungo il pendio della montagna con un altro angolo di visione sulla Valtellina sottostante.

In fondo alla salita finiscono le visioni sulla valle sottostante, si entra in un bosco.

Andando avanti in alto c'erano alcune nuvole che sembravano interessare la zona dove dovevamo raggiungere la nostra meta.

Il quadro del paesaggio attorno offre ogni tanto una variazione sul tema della sola striscia di asfalto che sale, sale, senza interruzione alcuna.

E quando si sale passando nel bosco accanto ad alti alberi, questi fanno sminuire ancor di più il nastro d'asfalto

Superiamo un paio di persone che scopriremo una volta raggiunto il rifugio che anche loro erano dirette li, poi ci siamo ritrovati a pranzare con i tavoli vicini.

Ogni tanto si diradano gli alberi

Più si sale in certi tornanti appaiono fondi selciati per favorire la trazione ai mezzi a 4 ruote che salgono quassù.

Fondi selciati che si trovano nei tratti finali del percorso.

Oramai manca poco e la vegetazione si dirada

Un ultimo tornante e a fianco appare il salto di una cascata

Da questo punto dove scende la cascata la carrabile si interrompe poco dopo dove si vede un punto rosso nella foto.

Dopo aver superato il breve tratto sterrato si arriva in questo punto dove salire in bici diventerebbe un po' difficile per la pendenza molto ripida tanto che salendo a piedi viene spontaneo attaccarsi alla fune metallica per aiutarsi nella salita.

Noi non ci abbiamo pensato a spingere la bici per cui le abbiamo lasciate qui. C'è anche da dire che quando si scenderà dal rifugio se dovesse inumidirsi il fondo del selciato il rischio di scivolare è dietro l'angolo, se non si hanno scarpe con un buon grip. Poi nella vita ognuno fa quel che vuole!

 

Il sentiero sbuca a dx a fianco della bandiera.

Sullo sfondo in primo piano le orobie nella zona del Mortirolo. Dietro di loro si trova la Val Camonica, mentre le cime più alte in fondo sono appartenenti al gruppo del Adamello

 

Quindi meta raggiunta a quota 2090 m

Il Rifugio Schiazzera un tempo era una caserma della Guardia di Finanza, quando serviva a contrastare il traffico di contrabbando dei famosi spalloni.

Infatti a sx del rifugio e dietro esso si trova la Val Poschiavo ovvero la Svizzera e si sa che negli anni passati l'attività del contrabbando era fiorente.

Ora il rifugio è gestito dai volontari Operazione Mato Grosso e il ricavo è finalizzato a sostenere opere umanitarie nelle missioni.

Qui è possibile vedere una panoramica attorno al rifugio

Terminato il pranzo si fa ritorno a valle. Si passa di nuovo da Susen e ciò che non abbiamo visto durante la salita ce lo siamo visto durante la veloce discesa.

Approfittiamo per rifornirci di acqua fresca

Una vista verso Mazzo in Valtellina, dietro il crocifisso il Mortirolo

Da quassù possiamo vedere bene il punto da dove siamo partiti da Mazzo e dove torneremo.

Questo invece è Tovo di Sant'Agata a poca distanza da Vervio, li separa solo il corso del fiume Adda.

Vervio a sx e a dx Mazzo, in mezzo fra gli alberi scorre il fiume Adda, il giro è finito!

 

 

TRACCIA GPX


CONCLUSIONE

Come sempre una salita non è una passeggiata specie con queste caratteristiche, però è anche vero che c'è il rovescio della medaglia e lo fanno i paesaggi che si incontrano e la meta raggiunta. Le decisioni finali per replicare questo report spettano come sempre a voi.

  

  

 

 

buone pedalate a tutti, Outside

Un foto racconto di Cadore designer © 2021
pagina creata: 13-11-2021
ultimo aggiornamento: 16-11-2021
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