Lombardia in bici

Salita da Dongo
ai Passi del Giovo
e San Iorio
(CO)
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Una salita che porta a vedere 2 laghi, il confine fra due stati, una visuale di 200km, raggiungere una quota di 2000m passare da 2 rifugi, se poi aggiungiamo 20km di sterrato a/r e 2 passi, direi che è un report del 2! ... dimenticavo eravamo in 2!


Rifugio San Iorio 1950m s.l.m


Lago di Como - Rifugio San Iorio- Bellitaliainbici alla meta

Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
28km a/r
1784
Asfa/Sterr
Cicl/Strad
7% - 15%
✩✩✩✩✩
✩✩✩
✩✩✩✩✩

 

 

 

 

   

 



Ci si trova a a nord nel lago di Como sulla sponda ovest. La salita verso il passo di San Iorio parte da Dongo. Al termine della salita ad un centinaio di metri si arriva al confine Svizzero.




La mappa del percorso. Se vi dovessero uscire le indicazioni in "Miglia" è possibile convertirle in Km nelle preferenze di accesso al sito Garmin Connect una volta che si è registrati e scaricare la relativa traccia per il GPS. Per accedere al sito, selezionare "View Details", se si vuole registrarsi al sito, selezionare "Accedi".


IL PERCORSO

Si parte da Dongo che si trova sulla sponda nord-ovest del lago di Como. Si tratta di una salita abbastanza lunga e con tratti molto pendenti nei primi e ultimi km. Oltre a questo ci sono da affrontare gli ultimi 10km in sterrato. Ovvio che un percorso come questo va affrontato se si è ben allenati altrimenti si paga "pegno"

Rifornimenti idrici

Ci si trova in montagna in zone ricche di acque per cui le fontane sono molto diffuse.

Quale bici usare

Se ci si limita al tratto asfaltato fino alla Bocchetta di Germasino a quota 1239m qualsiasi bici può andare bene, ovvio dotata di buon cambio e freni, viste le pendenze.

Per quanto riguarda il tratto sterrato io consiglio o una buona front MTB o meglio una full MTB per quando si dovrà affrontare la discesa di 10km di sterrato.



 Da Dongo ai Passi Giovo e San Iorio o Jorio

LA SCELTA

Non si parte mai dal nulla nella vita, era il 2011 quando facendo un report su una vicina salita a San Bartolomeo mi accorsi che c'era questo rifugio posto al passo San Iorio e raggiungibile con una carrabile. Come sempre quando una percorso mi interessa me ne informo e poi il tutto lo metto in un elenco di possibili report futuribili. Siccome la meta si trova a 2000m di quota e su un crinale di confine fra Ovest e Est, prima di partire è sempre meglio avere delle informazioni meteo attendibili. Per quest'ultima necessità, ho avuto la fortuna di trovare una webcam che inquadrasse la zona. A quel punto bastava trovare solo l'occasione propizia e qualcuno che mi facesse compagnia nella lunga ascesa in bici ed è stato così, che dopo un paio d'anni è arrivato il turno anche del Passo San Iorio o Jorio e del suo rifugio.

Per comodità abbiamo posteggiato nell'ampio parcheggio dell'Ospedale di Gravedona ed Uniti, vedi mappa sopra.

Lasciato il parcheggio ci si dirige sulla strada statale Regina, in direzione Como e giunti a Dongo alla vista dei cartelli che indicano Stazzona - San Iorio si svolta a dx. Vi aspettano 26km di salita.

Nella foto uno sguardo dalla strada che sale verso Stazzona, in primo piano la periferia di Dongo, il lago di Como e sull'altra sponda la zona verso Piona con alle spalle il Legnoncino e il Legnone




La strada in salita parte subito da Dongo, ora uno sguardo verso il lago e la Valtellina


e guardando verso sud, altra vista sul lago di Como, invaso da una leggera velatura sulle cime della Valsassina

Si arriva verso Stazzona e la salita impegna subito, tanto che ci togliamo i giubbini per non sudare.




Germasino è dietro la curva dopo 8km dalla partenza

Si è sempre in salita e come in quasi tutti i piccoli paesi di montagna, la strada vi passa in mezzo.

Si procede verso Garzeno e sulla sx dovrebbe esserci il monte Tabor

Più saliamo e le visuali cambiano, si vede meglio la zona di Piona, Legnone e Legnoncino


Lasciato Garzeno ci si inoltra nel bosco, il mio amico Dino che mi accompagnerà nella salita si ferma ad aspettarmi, visto che di frequente mi fermo per scattare le foto.

Lo raggiungo ed ovviamente la strada è sempre in salita, abbiamo davanti ancora 8 tornanti da affrontare per arrivare a circa 1200m s.l.m.




Vieni c'è una casa nel bosco! Concentrati a salire quasi non la si vedeva fra gli alberi.


A 12,5km e 924,5m s.l.m. si arriva alla chiesa di Sant'Anna sotto il comune di Germasino


Il complesso ha sul frontale un portico con 5 archi e 4 colonne frontali e si trova in una radura nel bosco.

A pochi passi dalla chiesa, risalendo verso la strada, si trovano una capanna e una piccola baita.

A quanto pare lo schema costruttivo della capanna è caratteristico di questa zona visto che ne abbiamo incontrate delle altre

Anche le baite e le case hanno strutture simili con sviluppo in verticale, su due piani più solaio.


Forse questo punto è l'unico che riesce a restituire una vista sulla foce del fiume Adda verso il lago di Como e l'imbocco della Valtellina

Usciamo dal bosco e si aprono altri panorami


Dino era un po' che mancava a farmi compagnia nei miei report e lo stavo mettendo sotto con questa bella e lunga salita. Sopra alcune casette in posizione panoramica sul lago di Como

Questa è la vista dalle case sopra la montagna

Arriviamo alla località monte Grum, un po' di case sparse sulla montagna


Da Monte Grum si gode un'ottima vista sul lago

Che ne dite? Niente male come balcone panoramico.

Un altra capanna o baita che dir si voglia, identica come strutture alle altre viste più sotto.


Qui finisce l'asfalto e si passa alla parte sterrata che proseguirà sino alla vetta del Passo San iorio a circa 10km


Il percorso su sterrato costringe a salire a basse velocità, cercando sempre la miglior traiettoria fra i sassi. Il bosco che si attraverso è molto bello.

Ora, usciti per un tratto allo scoperto, si può osservare dietro di noi la zona da dove si è saliti, i monti in centro dovrebbero essere quelli che si trovano all'imbocco della Valchiavenna

Ancora un po' di bosco, poi si uscirà allo scoperto sino alla vetta.

Le montagne che avevo indicate come quelle della Valchiavenna sono proprio loro. Ora riconosco essendo più in alto: l'ingresso alla Valtellina e sullo sfondo dovrebbero essere l'Adamello e la Presanella

 

Visto che non ci correva dietro nessuno ed eravamo in tabella di marcia, qualche sosta contemplativa ce la siamo concessa. Qui Dino stava guardando qualche malga posta verso nord. Sopra la sua testa si vedono i fili di un elettrodotto che proviene dalla Svizzera.

Ecco cosa stava osservando Dino, una mulattiera che saliva ad una malga nella montagna difronte

 

La nostra meta non si vede ancora, sarebbe l'ultima montagna che si vede sullo sfondo, ma il rifugio e il passo sono coperti dalla montagna davanti.

La mia Alpina III è ancora in configurazione Trentino ovvero con due borse anzichè una, come di solito uso fare. Dino invece cavalca l' Alpina 00 in configurazione standard.

Nel frattempo che eravamo fermi ci raggiungono un gruppetto di tre persone, dotate di bici biammortizzate, senza dubbio più adatte a questi sterrati, non tanto per la salita ma per la successiva discesa, dove noi si paga dazio con 10km di fuorisella!

Fintanto che una casa costruttrice o un distributore non mi affida una biammortizzata per questi report offroad, continuo l'ascesa con le mie Alpine con le quali per l'Italia hanno dato tanto.


Sono 120.000m. di dislivello scalati sino ad ora dalle mie Alpine, se poi si considera anche la discesa che è la parte più impegnativa per la guida, capite bene che il pane se lo sono guadagnate ampiamente sul campo.

In questo tratto le pendenze si fanno meno accentuate, attorno al 6%, un ultimo tornante per poi scollinare verso il passo del Giovo a quota 1714m. s.l.m. Peccato per la velatura sullo sfondo della Valtellina, del resto la catena di monti che la chiude in fondo si trova a 100km da qui.

Passiamo di nuovo sotto l'elettrodotto e sulla sx intravediamo il passo del Giovo ed il Rifugio, mentre in alto a dx sulla montagna ora possiamo scorgere anche il Rifugio San Iorio


Ancora uno sguardo dietro di noi, con la strada intagliata nella montagna

Dopo 25km dalla partenza arriviamo alla prima meta. Questo è l'ultimo tratto dove le auto possono percorrere questa carrabile. Il resto del tracciato per arrivare al rifugio è riservato a loro per il rifornimento. Tra l'altro gli ultimi 3km sono il tratto più impegnativo dell'intero percorso.

Il Rifugio il Giovo è chiuso e pare che sia stato trasformato in solo bivacco.

Il rifugio in pratica è situato su una cresta del monte Giovo. Nella foto, a dx del Rifugio, si apre la valle Albano, dall'omonimo torrente o detta anche Valle Dongana, in quanto il torrente Albano sfocia nel lago di Como a Dongo. Noi invece siamo saliti sul versante che dà sulla Valle del Liro

Il primo tratto verso il rifugio è sterrato, poi si passa al lastricato. Dietro al rifugio si vede la Cima di Cugn 2237m., mentre a dx il crinale sale verso il Monte Marmontana 2316m.

Al passo Giovo, che ormai è laggiù sul crinale del Monte Giovo, avevamo raggiunto i tre che stavano salendo con le biammortizzate. Ora ognuno di noi sta salendo con il proprio passo. Sullo sfondo le Orobie.

Si dice che le vie per l'inferno sono lastricate di buoni propositi. Qui invece occorre stringere i denti, lingua in fuori e pedalare!

I buoni propositi teneteli per quando arrivate al rifugio, se mangiarvi uno o due piatti o due fette di torta oppure fare digiuno.

Io direi che dopo questa salita da 1806 kcal + 600 per la discesa, il digiuno è proprio da evitare!

Dino l'avevo visto essere prossimo al Rifugio, intanto mentre faccio le foto mi sfila uno dei tre con la biammortizzata. Sulla cresta della montagna sx intravedo la chiesetta di Sant'Iorio

 

Ancora un paio di tornanti e ci sono anch'io, mentre vedo Dino essere a pochi metri dal Rifugio

Mi fermo ancora una volta per guardarmi indietro. Sotto, a circa 2km in linea d'aria, si vede il Rifugio Giovo posto sulla cresta e la traccia della carrabile che abbiamo fatto nel salire.

Sullo sfonda tra le nuvole a sx le Orobie e a dx spunta la cima della Grigna, mentre in secondo piano a dx ci sono le cime dei monti Bregagno e Tabor

 

La mia bici è l'unica dotata di cavalletto e la sistemo sotto il pennone delle bandiere Italiane ed Europea. Dino si mette subito in posizione a tavola.

Ancora in alto si vede la chiesetta di San Iorio che è posta sul confine Italo-Svizzero che più tardi, finito il pranzo, andremo a vedere.

Chi arriva quassù suda "sette camicie" per cui tutti tolgono la maglietta per metterla ad asciugare e si cambiano per il pranzo mettendo un indumento di ricambio.

Ed ecco il nostro tavolo, se andate a rileggervi l'intestazione di apertura di questo report, leggerete della ricorrenza del numero 2, ora nemmeno a farlo apposta osservando la foto eravamo al tavolo nº 2, quando si dice la coincidenza!

Vi piace come location per un pranzetto? Cosa volere di più, avevamo anche l'ombrellone a 2000m.

Ormai il nostro punto di partenza sul lago era un lontano ricordo a 28km da qui e 1750m sotto.

Dopo un meritato pranzo, posiamo per la foto ricordo con la bandiera ufficiale di bellitaliainbici e con lo sfondo delle Orobie con le cime del Pizzo dei Tre Signori, Legnone, Legnoncino e della Grigna

Come preannunciato, dopo pranzo saliamo verso il confine, un ripido e sconnesso sentiero ci consiglia di salire a piedi, vista anche la breve distanza, circa 10min.

Salire in bici, come potete vedere, non sarebbe il massimo della trazione con tutte le pietre smosse

 

Ed ecco la chiesetta di San Iorio, posta a 2010m s.l.m. sulla cresta di confine, dietro di essa la Svizzera.

L'interno della chiesa, si vedono tracce di antichi affreschi

Dino è già in Svizzera e osserva sotto, la Valle Morobbia, mentre sullo sfondo appare a 100km di distanza la catena del Monte Rosa

Il belvedere Svizzero

Una panoramica verso l'Italia

Un dettaglio della vista sul versante Italiano. Si vede la traccia della carrabile che abbiamo percorso e che scende passando davanti al Rifugio Giovo e a fianco del M. Giovo.

Ecco il versante Svizzero sulla valle Morobbia che scende verso Bellinzona. In centro alla foto il lago Maggiore e dietro di esso Locarno.

Dalla Svizzera all'Italia, si, perché dal confine Italiano si vede la Svizzera e poi di nuovo la nostra Italia con la catena del Monte Rosa. Non capita tutti i giorni di potersi godere una vista da 100km

In questa inquadratura con il Monte Rosa sullo sfondo, si contano ben 6 ordini di valli successive


Dino posa per la foto di rito con sfondo Svizzero.

mentre qui è sul versante Italiano

Mi aggiungo anch'io sul versante Italiano


Sopra la chiesa, la Cima di Cugn 2237m., mentre a dx il crinale sale verso il Monte Marmontana 2316m.

Tutte le Orobie davanti a noi fino all'Adamello, peccato che ci sia una leggera foschia.

 
Ed ora una panoramica a 360º


Dal confine si vede sotto il Rifugio e i sentieri che partono verso il Monte Marmontana.


Arrivare al Rifugio San Iorio o Jorio, può avere un duplice scopo, avere una soddisfazione personale per aver raggiunto la meta ed una ulteriore per fare del bene.

Infatti il rifugio che occupa una ex Caserma della Guardia di Finanza è gestito da una Associazione di Volontariato il cui ricavato dal loro operato è devoluto al Movimento Mato Grosso aiutando così i poveri delle popolazioni del sud America. Indicazioni più precise le trovate sul sito del Rifugio.

Quindi avete un motivo in più per consumare un pasto che farà del bene.


E' ora di scendere di nuovo al rifugio ma la bici che avevo lasciata sola ora è attorniata da altre bici.



Sembra il gioco dei tutti giù per terra o l'adorazione dei sudditi verso la loro regina, molto più semplicemente la mia bici è l'unica con il cavalletto.

Siccome quando siamo saliti alla chiesetta lo strudel era in forno e doveva raffreddarsi prima di essere consumato, al nostro ritorno abbiamo pensato bene di approfittarne per una ulteriore dose di dolce e conseguente donazione.


 

Qui eravamo in alto nel paradiso ed ora ci attende il lastricato verso l'inferno.

Dino guarda perplesso ciò che lo attende, non che sia difficoltoso, stancante si, specie dopo aver pranzato.

Qui una bella full ci vorrebbe proprio per le nostre vecchie vertebre schiacciate dal peso degli anni, per ora c'è una sola cosa da fare, alzarsi sui pedali!


Un ultimo sguardo sulla via del ritorno, poi strada facendo occhi bassi per 10km a schivare sassi e pietre che non ci daranno certo molto spazio per ammirare i bei panorami.


  

CONCLUSIONE


Una descrizione approfondita ed esaustiva su questo luogo al confine fra due nazioni con numerose foto a documentare cié che è possibile ammirare e che mi auguro possiate godere anche voi dal vero.

 

 

buone pedalate a tutti, Outside

Un foto racconto di Cadore designer © 2013
pagina creata:29-09-2013
ultimo aggiornamento: 23-07-2015
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