Liguria in bici
Giro:
Sanremo - Triora
- Pigna- Sanremo
(Terza Parte)
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Un lungo giro ad anello che partendo da Sanremo porta verso l'interno nella Valle Argentina sino a Triora per poi valicare la Colla di Langan scendendo nella Val Nervia passando da Pigna per poi proseguire sino al Mare e fare ritorno al punto di partenza


Triora la piazza della chiesa



Molini di Triora - Triora - Pigna

Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
101km
1638m
Asfalto
Ciclab/Stra
2% - 9%
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Un ampio giro che penetra all'interno della Liguria nell'area compresa fra Vallecrosia e Arma di Taggia, risalendo la Valle Argentina e discendendo al ritorno la Val Nervia

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IL PERCORSO

Da Sanremo il percorso segue la Ciclopedonale sino ad Arma di Taggia. Si devia poi sulla Ciclopedonale della Valle Argentina sino a Taggia per poi proseguire su strada lungo la valle sino a Molini di Triora e poi su in cima a Triora. Ridiscesi a Molini di Triora si sale a Colla di Langan, si scende a Pigna, in Val Nervia e si prosegue sino al mare a Vallecrosia per fare ritorno al punto di partenza passando da Ospedaletti dove si prende la Ciclopedonale che porta a Sanremo.

Rifornimenti idrici

Fontanelle si trovano lungo tutto il percorso

Quale bici usare

Una buona bici confortevole, scorrevole e ben frenata


 

La Val Argentina e la Val Nervia
(Terza Parte)

Arrivati in tempo al ristorante Santo Spirito

 

Eravamo gli ultimi ospiti, quando siamo arrivati noi se ne stava andando via la troupe della nota trasmissione televisiva di "Sereno Variabile" che aveva girato un servizio su questo territorio

Fra una portata e l'altra scopriamo che la proprietaria è anch'essa una ciclista assieme a suo marito, non solo, ma utilizzano delle bici a pedalata assistita ed il loro intento è di offrire un servizio di ricarica batteria ai clienti che ne avessero bisogno. Per ora dispongono di due caricabatterie adatti alle batterie delle bici che montano un motore Bosch Performance e Active.

Direi che questa è una buona notizia per due motivi: Il primo è che guarda caso il giro che ho voluto fare, vista anche la sua lunghezza, si presterebbe ad essere suddiviso in due tappe.

La seconda è che il ristorante Santo Spirito ha anche delle camere, in più la possibilità di ricaricare le batterie, questo ne fa un buon punto d'appoggio per effettuare questo giro od altre escursioni che è possibile fare partendo da Molini di Triora il giorno successivo.

Oltre a questo si mangia bene... cosa aspettate? Dimenticavo ho fatto onore anche al piatto tradizionale delle Lumache a cui non potevo rinunciare!

Forse però è il caso di contattare preventivamente il ristorante per verificare la disponibilità dei caricabatterie o delle camere.

Io comunque suggerirei di portarsi a presso il proprio caricabatterie quando si fanno lunghi viaggi in e-bike o bici a pedalata assistita, che dir si voglia, e alla mal parata per ogni evenienza una presa elettrica la si troverà sempre.


Giro turistico a Molini di Triora

Terminato il lauto pranzo abbiamo lasciato le bici al ristorante per fare due passi digestivi alla scoperta di Molini di Triora e naturalmente c'era da scarpinare, la Liguria è fatta così, poca pianura e tante scalinate da fare a piedi.

Questa è in pratica la scalinata più larga che porta in cima al paese.


Anche qui fra i carruggi si trovano gli archi di spinta che in questo caso è appoggiato alla chiesa parrocchiale a sx e a una casa a dx


Come avevo scritto all'inizio, Molini di Triora è il paese natale di S.Giovanni Lantrua e proprio in quei giorni erano in corso i preparativi ai festeggiamenti per la presenza delle reliquie del Santo giunte nel paese da pochi giorni.

Questa è la chiesa parrocchiale dedicata a San Lorenzo


Oramai da tempo, durante i nostri report, appena è possibile ci infiliamo nelle chiese per scoprirne la fattura degli interni, perché la fastosità o l'aspetto semplice dell'esterno non corrisponde a quanto vi è all'interno e....


... e, entrati all'interno ci ha stupito la bellezza di questa chiesa in stile barocco che potrei affermare una fra le più belle viste sino ad ora!

Una ricchezza dei particolari veramente di alto livello tenendo in considerazione che si tratta di un piccolo paese di montagna.

A fianco due volontari stavano provvedendo alla verifica della illuminazione e alle pulizie dei lampadari e della chiesa in generale.


Entrando in chiesa, sulla dx, ai piedi della prima cappella la teca trasparente con il Santo


Ora ritornato nel suo paese natale

Le foto non restituiscono la bellezza di ogni singola cappella che andrebbero viste dal vero per apprezzarne le fattezze.

... come questo bel trittico

A fianco della chiesa si apre questa piazza e mentre stavo facendo questo scatto mi è scappato l'occhio su qualche cosa in movimento al lato del mio campo visivo

Sono quelle frazioni di secondo che il nostro cervello confronta con il nostro archivio interno, ne determina il confronto e dà il risultato: un fagiano maschio! Eh sì non avevo avuto le traveggole e la macchina fotografica lo ha confermato, qui ritratto in doppia posa all'andata e al ritorno sui suoi passi

Si, se ne stava passeggiando allegramente fra i carruggi, e cosa ci facesse, questo non lo potevo sapere

 

Ad un certo punto un ragazzino fra l'antico e il moderno, spunta nel carruggio con in mano un fucile ad acqua e nell'altra l'immancabile smartphone, segno di questi recenti anni, che manca poco lo abbiano anche i cani e poi lo hanno tutti!

Ebbene il ragazzino pur disponendo di una "micidiale" arma ad acqua, ha pensato bene di impugnare il suo fedele smartphone ed immortalare il fagiano per condividerlo senza alcun dubbio sui social network!

Il fagiano dal canto suo per nulla intimorito dalla nostra presenza discreta, ha fatto tutta la piazza salterellando fino a svoltare a dx per la salita della via principale.

Il ragazzino non demordeva e smartphone in mano proseguiva il suo safari fotografico non pensando minimamente di usare il fucile ad acqua! Tempi che cambiano!

Un classico delle strutture nei borghi medievali, passaggi che contemplano la realizzazione al piano superiore di spazi abitativi per sfruttare al meglio i pochi spazi disponibili.

Lo si potrebbe fare anche ai giorni nostri, ma un conto sono situazioni medievali dove il transito del passato era assai limitato ed ancora oggi praticamente assente visto che si transita solo a piedi.

Vi immaginate una situazione simile in una comune via urbana che bel rimbombo creerebbero i mezzi a motore al loro passaggio?

e così l'architettura medievale prevedeva continue aperture sotto le abitazioni per permettere i vari passaggi fra un luogo ed un altro posto dietro le stesse abitazioni. Un modo intelligente per sfruttare al massimo gli spazi.

... e pressoché ovunque archi di sostegno fra le case o passaggi sopraelevati per mettere in comunicazione vari ambienti magari acquisiti col tempo dai proprietari che volevano estendere i loro spazi su uno stesso livello, magari non disponibili nel loro fabbricato ma in quello di fronte a loro. In Liguria di simili soluzioni abitative ne ho trovate a iosa.

fra muri di sassi e pietre, selciati e case di pietra si arriva al culmine del paese

un pergolato con l'uva matura, una panchina, vasi di fiori a ricreare un giardino fra le pietre, archi in pietra, tutto ciò raccolto in pochi incantevoli metri quadri.

Più in su non si poteva andare per cui siamo scesi verso i Molini passando sotto altri archi, e poco più avanti un battito d'ali molto vicino, ci ha fatto scorgere il volo del fagiano maschio fotografato poco prima, si vede che aveva terminato la sua incursione esplorativa in paese!

Nella zona dei mulini quelli rimasti in piedi sono stati conservati ed ora uno di essi è diventato un museo.

a sx un altro mulino ed il corso del torrente Argentina sbarrato da una piccola diga

la mini diga forma il piccolo laghetto con attorno un parco

Dalla diga si vedono i due vecchi ponti in pietra che attraversano il torrente Argentina, di cui uno a "schiena d'asino"

 

dalla parte opposta alla diga un bel bosco che nasconde una fontana ricavata da blocchi di pietra. In centro una famigliola intenta a godersi i raggi del sole che in quel pomeriggio stentavano a farsi vedere attraverso le nuvole

La targa è eloquente si tratta di un vecchio mulino, mentre a sx il murales di una strega richiama che lungo questo passaggio si sale verso Triora, il paese delle streghe


Il vecchio mulino visto dal vecchio ponte in pietra.

Dal laghetto abbiamo fatto ritorno alle bici passando da questa minuscola chiesetta

Chiesa dedicata a Sant'Antonio, con interni semplici nulla a che spartire con le fastosità di quella di San Lorenzo.

C'è però una similitudine che accomuna le due chiese ed è diffusa su tutta la Liguria da levante a ponente; si tratta del pavimento in diagonale con riquadri bianchi e neri.


Sulla strada del ritorno

Salutata la proprietaria del ristorante e riprese le bici, ci aspettava la parte più ostica, anche perchè da farsi dopo un lauto pranzo: la salita alla Colla Langan. Salita che dagli attuali 450m portava in 10km ai 1129m del Langan con pendenze in alcuni punti del 9%


Se vi doveste trovare a corto d'acqua, finite queste case sulla dx c'è un piccolo slargo una panchina ed una fontana. Approfittatene per fare il rifornimento perché poi sino a Pigna non troverete nulla.


Al bivio in uscita del paese si prende a dx direzione Pigna.

Volendo si potrebbe fare ritorno anche dal Monte Ceppo per poi scendere da Bajardo, ma la salita sarebbe ancora più lunga e con più dislivello da superare.

Al ristorante ci è stato consigliato di scendere per Pigna, anche se la strada in quel momento era chiusa al traffico per lavori di ripristino di una frana, però a loro dire c'era giusto il passaggio sufficientemente largo per passare a piedi con la bici.

L'ultimo abitato visibile è quello di Cetta, posto sul fianco della montagna, poi ci sarà il nulla, solo la strada i boschi e le montagne a farvi compagnia e in questo caso delle nuvole che non sapevano cosa fare, se lasciarci in pace o provvedere ad una doccia gratuita

Ho tralasciato di fotografare la strada nei boschi perché le foto non avrebbero reso la bella atmosfera in cui ci si trovava. Qui la strada incominciava ad attenuare le pendenze ed il bosco lasciava gli spazi per poter guardare oltre.

Come ho già scritto in precedenza, chi volesse scegliere la strada per il Monte Ceppo, poi avrebbe ancora 4 soluzioni per scendere al mare e fare ritorno a Sanremo

1) Superato il Monte Ceppo al successivo bivio svoltare a sx e scendere da Vignai riprendendo ancora la strada della Valle Argentina verso Arma di Taggia

2) Superato il Monte Ceppo al bivio svoltare a dx e al successivo incrocio svoltare ancora a dx Passando per Bajardo, Apricale, Isolabona, sino al mare a Vallecrosia e poi verso Sanremo

3) Superato il Monte Ceppo al bivio svoltare a dx e al successivo incrocio proseguire diritti verso San Romolo e da lì verso Sanremo

4) Superato il Monte Ceppo al bivio svoltare a dx e al successivo incrocio svoltare a sx direzione Ceriana e da lì a Sanremo

Come avete letto le opzioni a questo bivio sono abbastanza ampie, noi invece abbiamo proseguito verso Pigna

Quando si dice: branco di pecore

Arrivati alla Colla di Langan, ci viene incontro un gruppo di 4 pecore inseguite da un giovane pastore probabilmente di origine balcanica.

Ebbene nel poco tempo che ci siamo trattenuti in quel luogo il "povero" pastore doveva indirizzare le pecore proprio lungo la strada che noi avevamo appena percorso.

A quanto pare però le pecore non ne volevano sapere di indirizzarsi nel verso giusto e per ben 6 volte avevano preso le direzioni più disparate che avrebbero potuto prendere in quel ristretto contesto, con la conseguente corsa a perdifiato del pastore per raggiungerle e fargli cambiare direzione ed è ancora buona che le pecore per consuetudine rimangono in branco seguendo il loro capo branco. Se invece non avessero seguito questa logica ma fossero andate in ordine sparso, non avrei voluto stare nei panni del pastore nel recuperarle una ad una!

Forse sarebbe valsa la pena mettere un "guinzaglio" al capo branco, giusto il tempo per indirizzarle sulla giusta strada.


Dal passo mancavano 12km per scendere a Pigna, prossima meta.

Alle sue spalle la strada da dove siamo saliti, qui a dx una volta c'era un bar anche con punto telefonico, quando ancora non esistevano i cellulari era un bene prezioso da tenerne conto per chi si trovava da queste parti e ne avesse avuto necessità.

Indossati i giubbini eravamo pronti per la discesa. Rammento di informarsi sulla reale possibilità di poter passare in prossimità della frana. In fondo alla valle a sx si trova il mare. Nonostante le nubi grigie c'è andata bene e non c'è stata alcuna precipitazione.

Come si può vedere la montagna di fronte è priva di insediamenti umani

Su questo lato della valle invece saltuariamente si incontrano alcune abitazioni e piccole zone coltivate. Oltre le montagne e le nubi c'è la Francia

Dal passo mancavano 12km per scendere a Pigna, nostra prossima meta. La strada è stretta e presenta ogni tanto piccoli detriti rotolati dalle pareti rocciose, per cui occorre prestare attenzione e non perdersi solo ad ammirare il paesaggio ma anche la strada.


Per darvi una idea, in alcuni tratti la strada ha questa larghezza o anche meno


Altra cosa è che il fogliame creando zone continue di chiaro scuro non permette all'occhio di individuare facilmente le irregolarità del manto stradale. In sostanza non scendete a "palla" e prestate attenzione, anche perchè ci sono molte curve dove non si vede cosa c'è oltre. Del resto si è in montagna e queste sono le solite precauzioni da prendere andando su due ruote.


Discesa quasi terminata, si rientra nelle comunità umane, sulla costa della montagna di fronte si vedeva un campanile e doveva essere quello di Castel Vittorio


Decisamente abbiamo cambiato paesaggio; dalle pecore alle Terme con tanto di piscine in bella vista

Piscine con vista sul torrente Nervia che solca l'omonima valle

Di fatto dopo 70km esatti dalla partenza eravamo arrivati a Pigna e non è nemmeno necessario dirlo che occorre salire per visitarla. Quindi si prende la strada a dx, scalare i rapporti e pedalare!

Le case sono tutte costruite a gradoni sui fianchi della montagna

Guardando a valle, in alto c'è Castel Vittorio e sotto ad esso le Terme viste poco sopra

Anche Castel Vittorio, come Pigna e la maggior parte dei borghi Liguri sono tutti costruiti abbarbicati su colline, poggi, montagne per un retaggio antico di quando le popolazioni dovevano sfuggire alle incursioni dei Saraceni lungo le coste Italiche, riparando così in luoghi all'interno, più sicuri e difendibili.

Questa è la porta d'ingresso a Pigna vecchia, a sx si trova la sede del Comune.

Il contesto in cui è ubicata la porta d'ingresso e sullo sfondo la chiesa parrocchiale

Anche qui quasi tutto è stato costruito con pietre e questa facciata mostra i segni dei vari rimaneggiamenti occorsi nei secoli.

a sx si vede infatti quello che doveva essere un portone di cui sono rimasti i vertici superiori.

Portone poi chiuso e successivamente addossato a delle mura.

Successivamente pare che il portone sia stato spostato dove si vede ora, ma a giudicare dalla differenza dei materiali attorno; mi sa che erano indecisi sulla sua esatta collocazione.

Alla dx del portone si vede poi il muro con delle pietre sporgenti come se in quella corrispondenza esistesse un muro che continuasse verso la balaustra in ferro.

Del resto anche la finestrella a dx sopra il portone mostra aree differenti, diciamo che il tutto è stato molto rimaneggiato rispetto a come doveva essere in origine.

Comunque non è raro trovare in manufatti medievali questi tipi di rimaneggiamenti, con chiusure di porte o finestre e ricollocazione in altri punti.

 

Pigna è un borgo medievale e ne conserva l'impianto architettonico, con stretti carruggi, volte, archi d'appoggio fra le case e pietre e sassi usati ovunque.


La facciata in stile gotico della chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo con un bel rosone a 12 raggi in marmo bianco


Sopra il portone la statua dovrebbe rappresentare San Michele Arcangelo che schiaccia Satana


Ecco il particolare dove si riconosce meglio la raffigurazione di Satana


Questo è un altro classico Ligure per quanto mi è stato dato da vedere nei report in questa regione; ovvero il fatto di trovare spesso due chiese, o una chiesa ed un oratorio attigui.


Carruggi in salita, volte ed archi, spesso in questi borghi medievali certi carruggi non vedono quasi mai il sole se non per pochissime ore al giorno specie nei piani inferiori.


Talvolta questi archi servono anche come accesso ai piani superiori


Il campanile della parrocchia visto da un carruggio con tanto di lanterna in ferro battuto


Gli spazi sono ristretti e come si può vedere l'ingresso alla chiesa non ne ha molto davanti a sé


Oramai questi vecchi borghi si stanno spopolando, morti i pochi vecchi rimasti, difficilmente i loro figli vogliono tornare ad abitare in queste vecchie case e ovunque sono presenti cartelli VENDESI, cartelli che ormai si trovano ovunque sull'Appennino ligure come in altre località di collina o montagna della nostra Italia.

Sono anni che questo fenomeno continua e semplicemente è legato al fatto che giovani coppie con figli se abitassero in questi luoghi non avrebbero tutti i servizi a disposizione per i loro figli, ne troverebbero facilmente un lavoro, ma anche se lo trovassero sarebbe molto distante dal paese abbarbicato su per colline, monti o in fondo ad una valle, sprecando così ogni giorno molto tempo per recarsi al lavoro e costi per il carburante. La stessa cosa poi varrebbe per ogni necessità che insorgesse quotidianamente e che non potrebbe essere soddisfatta in questi luoghi.

Insomma, in tempi passati, con poche esigenze ma tirando la "cinghia" ed accontentandosi facendo molti sacrifici, la gente ha vissuto in luoghi anche sperduti.

Ora queste cose potrebbero essere possibili ad un pensionato che ha il suo reddito fisso senza doversi spostare ogni giorno per il lavoro e basterebbe organizzarsi un po' per fare la spesa una volta alla settimana per vivere in modo tranquillo.

Ed è per questo motivo che ci sono molte presenze straniere che hanno deciso di acquistare case in luoghi difficilmente accessibili, per vivere in pace e godersi gli ultimi anni in un paese come l'Italia che sa offrire bei paesaggi e un clima più favorevole rispetto a quello della loro provenienza che generalmente è del nord europa, senza scontare poi la cucina e gli alimenti italiani e la nostra calda ospitalità!


Oltre a quanto menzionato sopra, vivere in borghi antichi comporta il fatto di essere in buona salute e forza fisica, perchè ci sono ripide salite e discese ovunque, scale e scalini da fare, e se si abitasse all'ultimo piano.... pure quelli da farsi ogni santo giorno, e portarsi la spesa su per strette scale o per i carruggi ripidi ad una certa età può divenire difficoltoso.

Ma lo sarebbe anche per una giovane mamma costretta a portarsi una carrozzina e il bambino su e giù per scale gradinate e carruggi. Già una pesante bombola del GAS sarebbe un problema, si perché difficilmente si troveranno allacciamenti al GAS di città nei borghi antichi.

Insomma qui non esiste la frase: faccio un salto al supermercato o al negozio perché ho dimenticato di prendere una cosa!

Ho preso spunto dal borgo di Pigna ma ovviamente tutto ciò e dà generalizzarsi per tutti i piccoli borghi spersi e lontani da grandi centri abitati dove si trovano tutti i moderni servizi.

Torna ai precedenti report: 1 - 2


Conclusioni

A Pigna termina il nostro report perché il resto del percorso che rientra a Sanremo lo potete trovare in altri report come questo di Bajardo

Come avrete visto è un percorso lungo con una quantità di cose da vedere che meriterebbe di destinargli più tempo suddividendo in due tappe il percorso come avevo suggerito all'inizio dei report, tutte le informazioni necessarie ve le ho fornite, ora tocca a voi voler replicare.

 

 

buone pedalate a tutti, Outside

 

Un foto racconto di Cadore designe © 2015
pagina creata:11-09-2015
ultimo aggiornamento: 27-01-2018
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