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LIVIGNO

Val Federia

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Una ciclabile che porta verso i confini con la Svizzera, una valle che può riservare sorprese incantevoli anche in pieno inverno



Verso la chiesa dell'Addolorata in Val Federia



A nord di Livigno - All'imbocco della Val Federia - Chiesa dell'Addolorata in Val Federia



Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
9km a/r
200m
innevato
cicl/strad
1% - 9%
✩✩✩✩✩


✩✩✩✩✩


 

 



 

Il percorso

Dalla Valle di Livigno si segue il corso del fiume Spol prendendo la ciclabile che porta verso il Lago di Livigno. Giunti di fronte al luogo dove noleggiano le motoslitte con di fianco un parco giochi per bambini, prendere la ciclabile a sx. Si passa sotto un tunnel e da lì si prosegue sempre sulla ciclabile fino ad un ponte che attraverserete. Poi si riprende la ciclabile al cui termine interseca una strada in prossimità di un altro ponte; si svolterà a sx attraversandolo per poi svoltare subito a dx per immettersi ancora sulla ciclabile.

La si percorrerà fino al suo termine, nei pressi di un ristorante dove prosegue la stretta strada carrabile che porta in Val Federia. Si proseguirà sino a dove avranno liberato la carrabile dalla neve.

Condizioni del percorso

In inverno il percorso è tutto innevato ma battuto, in genere subito dopo una nevicata passano a liberare la ciclabile salvo che le precipitazioni siano di lieve entità e non ne valga la pena.

Che bici usare

Ovviamente una MTB con pneumatici chiodati e freni a disco, questo se si vuole procedere sicuri, i chiodi sono indispensabili sulle salite e soprattutto nelle ripide discese con presenza di neve compatta o ghiaccio, i freni a disco sono preferibili ai Vbrake perché non si bagnano nella neve permettendo di modulare meglio la frenata.

Se poi disponete di una ebike 2WD ancora meglio! Non andate con pneumatici normali, io non mi assumo nessuna responsabilità in caso di infortuni!


 


Come arrivarci

Partendo dalla pianura padana ci sono due direttrici, una che passa da Lecco fino a Colico per poi proseguire nella Valtellina, oppure percorrendo la Valle Camonica si devia per il Passo dell'Aprica scendendo poi in Valtellina.


Distanze

Da: Milano 230 km - Bergamo 190 km - Lecco 179km - Brescia 187km - Verona 257km

Dove parcheggiare

Negli appositi parcheggi a pagamento. Per chi giunge in Camper, il Campeggio Pemont da proprio sulla ciclabile.


Livigno - Val Federia

In effetti, dopo due anni, questo è un ritorno sullo stesso percorso. Visto che due anni fa ho dovuto fermarmi per una mancanza di grip delle gomme, questa volta ho montato le gomme chiodate per portare a termine il report.



Avevo in programma l'escursione, notte stellata con luna piena e al mattino mi alzo con un paio di cm di neve più che altro portata dal vento. Rinuncio facendo una breve escursione fotografica lungo il percorso. Qui mi trovo nelle vicinanze del campeggio Pemont che come ho scritto dà sulla pedonale e sulla ciclabile. Il campanile della chiesa parrocchiale di Livigno è distante solo qualche centinaia di metri.




Oltre i cumuli di neve, sotto, scorre il Fiume Spol che alimenta il Lago di Livigno. Fra le case e la montagna passa la ciclabile che conduce in Val Federia, e con questo meteo non conviene di certo avventurarsi!




Alle mie spalle, il cielo si è aperto e il sole fa capolino. Come si può vedere a sx c'è la pista riservata ai pedoni, mentre a dx quella riservata alle bici.




Poco dopo il campeggio si trova un ponte che occorre attraversare.




Stando sul ponte, le costruzioni in fondo, in centro alla foto, sono la Latteria di Livigno con annesso bar e spaccio dei loro prodotti come: latte, burro,yogurt, formaggi, ricotta e gelato artigianale.

Sotto il ponte scorre il Fiume Spol e sulla sx il percorso ciclopedonale che porta al Lago di Livigno




Dal ponte se si dà uno sguardo indietro appare questo paesaggio, oggi un po' surreale!



Passato il ponte ci si trova sull'altra ciclopedonale che proviene dall'incrocio semaforico passando sotto la strada con un tunnel evitando il suo attraversamento.



Visto che la giornata non era indicata per l'escursione attendo il giorno successivo, passa la notte a -21°C e al mattino trovo la bici ibernata! Come se fosse uscita da freezer! Le gomme chiodate attendono impazienti di mordere la neve e il ghiaccio!



Il sole splende e la temperatura a doppie cifre sotto lo zero non mi spaventa di certo, faccio un giro di prova per vedere che vada tutto bene e tutto è ok



Faccio il percorso già descritto il giorno prima ed arrivo davanti al Lago di Livigno, ovviamente ghiacciato e con spessa coltre di neve a ricoprirlo.

In questo punto a fianco del parco giochi per bambini si trova un tunnel dove prosegue la ciclabile



Lascio il Lago e mi dirigo verso la Val Federia. lontano si vede la chiesetta che si incontra se si dovesse prendere la sponda sx del lago in direzione del tunnel che porta in Svizzera verso Zernez.



Sulla montagna a sx si vedono le ampie piste che scendono verso Livigno nella zona a nord. Nella gola a dx della montagna si trova invece l'imbocco alla Val Federia.

Per i più attenti lettori di bellitaliainbici, in realtà questo report in parte l'avevo già pubblicato due anni fa, solo che all'epoca non avendo le gomme adatte ho dovuto fermarmi davanti alle prime salite.


Nella foto sopra occorre prendere la pista a dx, questa di fronte è quella riservata alle motoslitte, fate attenzione quando la attraverserete che non arrivi nessuno.




La giornata è veramente stupenda, nemmeno una nuvola in cielo, al primo sole del mattino ci sono
-10°C , opportunamente coperto ma nemmeno tanto, non accuso il freddo che come si sa da queste parti è un freddo secco che fa tollerare temperature molto basse.




Queste sono le ultime case a nord di Livigno e in prossimità delle case incontrerete la strada ed il ponte da attraversare per poi svoltare subito a dx lungo il torrente.



Ora guardando verso il Passo Eira sulla dx si scorge il comprensorio sciistico del Mottolino. Oltre le montagne si trova Trepalle, il comune abitato più elevato in quota, d'Italia.




Alcune case poste al limite dei boschi con lo sfondo le bianche coltri dei monti ricoperti di neve.
Più tardi, al ritorno, riuscirò a salire anche verso questa frazione, potenza delle gomme chiodate!




Prendo in prestito una foto dal precedente report di due anni fa, giusto per farvi capire dove mi ero fermato. In effetti avrei dovuto affrontare la salita dietro alla baita ma le mie gomme slick non me lo hanno permesso, già avevo fatto fatica ad arrivare sino a questo punto.

Nota di cronaca: dietro la baita a sx, si nota un altro tetto, ebbene si tratta di un ristorante "La Calcheria" in cui vale la pena fermarsi a pranzo o a cena.



Questa volta con le gomme chiodate non ho certo problemi ad affrontare la salita ed in breve mi porto sopra il ristorante, con scenari sempre più belli.



Dallo stesso punto di sopra basta guardare avanti per capire la bellezza di questa valle



Si incontra una baita, la carrabile è abbastanza pulita e mi trovo in una full immersion di neve!



Mi guardo indietro e il bianco è ovunque anche sulla carrabile, segno che vi passa ben poca gente e vi assicuro non di certo in bici, probabilmente potrei anche essere l'unico o uno dei pochi che si sia spinto sin quassù in bici d'inverno, infatti senza pneumatici chiodati la vedo molto dura poter salire ma ancor peggio discendere incolumi!



Forse una bici quassù potrebbe sembrare fuori luogo, ma vi assicuro che così attrezzata è più sicura dell'andare a piedi, anzi nel caso vorreste replicare, vi consiglio di calzare dei buoni scarponcini da montagna che abbiano una suola che tenga bene sui terreni innevati o ghiacciati.

Sì perché vi potrebbe capitare di trovarvi su un tratto ghiacciato in salita o in discesa senza alcun problema in bici, sino a che non metterete un piede a terra e vi accorgete di scivolare irrimediabilmente con i piedi!

Quindi fate molta attenzione dove vi fermerete, le gomme non avranno problemi, voi potreste averne!



Confesso che erano anni che stavo meditando di praticare l'Ebike-Alpinismo e finalmente ora sono qui in questo meraviglioso paesaggio incontaminato con la chiesetta che si staglia in penombra.



Che dire, alle volte le parole non servono e certe visioni parlano da sole, mi trovo oltre i 1900 m s.l.m. in una valle spettacolare e nel silenzio più assoluto solo rotto dal crepitio dei miei pneumatici



Giungo alla chiesetta dell'Addolorata quando il sole non è ancora abbastanza alto da superare la cresta della montagna, il termometro segna -11°C




Proseguo ancora per passare al sole anche se più avanti c'è ancora un pezzo in ombra, se fosse estate andrebbe anche bene, ma ora è meglio stare al sole!

Il bianco candido che mi si para davanti mi fa tornare indietro nel tempo, quando di auto ve n'erano ben poche e quando passava la "calata" la strada si conservava candida come qui permettendo a noi bambini di scivolare allegramente facendo le gare a chi scivolava più a lungo.

Ora queste cose si sono perse nella memoria, meno male che quassù queste cose le si potrebbero ancora fare, ma forse visto l'età meglio evitare le possibili cadute!




Sono quasi al capolinea, più in là vedo la strada perdersi sulla salita ma non sembra pulita dalla neve.



Qui mi fermo manca poco ai 2000m s.l.m. per me è stato un "sassolino tolto dalla scarpa" e mi ritengo ampiamente soddisfatto dall'aver raggiunto questa meta e sfido chiunque a non esserlo se venisse quassù.



La baita è chiusa ma pare dalle tracce che qualche persona la abiti.




Scendendo verso valle mi accorgo che dietro una baita c'è una salita ripida. Devio e vedo che più avanti la strada si stringe e si inerpica ancora di più terminando poi davanti alla baita che si vede in lontananza. Ho pensato che non ne sarebbe valsa la pena, per cui ho fatto dietro front.



Da questa nuovo punto guardo giù e si apre una nuova prospettiva sulla valle, oltre quei monti si trova la Svizzera.




La chiesetta dell'Addolorata è ancora in ombra



Lascio questo "quadro pittorico" fermando la memoria in questo scatto.



In discesa la bici non dà nessun problema di stabilità e si può scendere senza timori di slittamenti o di aver paura di non potersi fermare.




Una incantevole baita che dispone di camere




Avendo un conto in sospeso da due anni, riprendo la vecchia foto in cui ho dovuto rinunciare ad esplorare questa salita per mancanza di grip. Ora che ne ho la possibilità non rinuncio a salire!



Ed eccomi quì alla prima baita



Ormai la mia bici mi permette di arrivare ovunque e scoprire angoli incantevoli.



Mi immetto su una strada che proviene dal bosco




Scopro poco avanti che si tratta di una strada panoramica con vista su Livigno



Ne è valsa la pena salire anche quassù



Giro la bici e torno indietro non prima di aver contattato i miei amici di bellitaliainbici che si trovano a Livigno e che stanno salendo a piedi. Dovrebbero essere arrivati nei pressi del ristorante che si trova sotto, oltre la collina dove si trovano queste case.




Rifaccio la salita in Val Federia e li trovo già in cammino verso la chiesetta. Sono Dino e Roberto ogni tanto sono anche loro partecipi nei miei reports



Li raggiungo e gli faccio provare la bici con le gomme chiodate, ecco Dino in azione.




Ora è il momento di Roberto, ambedue sono meravigliati dalla tenuta delle gomme, in effetti mi sarei stupito del contrario!




Chiudo qui questo mini test delle gomme chiodate che mi hanno permesso di scoprire una Val Federia che è risultata meravigliosa ai nostri occhi, tutti e tre siamo rimasti affascinati da questi ambienti ancora intatti. E per concludere sotto potrete visualizzare un breve video della prova in salita.



 

 

buone pedalate a tutti, Outside

Un foto racconto di Cadore designer © 2013
pagina creata: 29-01-2013
ultimo aggiornamento: 13-08-2015
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