Lombardia in bici

Dalla Valdisotto alla Val Zebrù
(SO)
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PRIMA PARTE

Partendo dalla Valdisotto si passa dalla conca di Bormio per proseguire poi sulla ciclopedonale della Valfurva e deviare in fine in Val Zebrù.

 
Val Zebrù



Val Zebrù - Rifugio Campo a quota 2000 m





Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
21 km
957 m
Asf/Sterr
Cicl/Strad
4,2% - 25%
✩✩✩✩
✩✩✩✩
✩✩
✩✩✩✩✩

 

 

 

 

   

 


 

Questa vista dall'alto rappresenta il lungo percorso con la partenza da Tola (in basso a dx) in Valdisotto; il passaggio nella piana di Bormio, l'entrata nella Valfurva e la salita in Val Zebrù.

 

L'ALTIMETRIA

I 22km sono la distanza percorsa per raggiungere il Rifugio Campo in Val Zebrù a quota 2000 m.


IL PERCORSO

Noi siamo partiti dal nostro campo base a Tola in Valdisotto usufruendo della ciclopedonale sino a Bormio per poi proseguire sulla ciclopedonale della Valfurva sino a San Nicolò dove la si è lasciata per imboccare la salita in Val Zebrù sino al rifugio Campo a quota 2000 m.



 

Premessa

Il primo tratto di questo percorso coincide in parte con un precedente report sulla Valfurva da cui si possono acquisire ulteriori dettagliate informazioni


Dal nostro campo base situato a Tola in Valdisotto, abbiamo attraversato la conca di Bormio dirigendoci verso la città per poi prendere la direzione della Valfurva fermandoci al ponte di Combo dove avevamo l'appuntamento con i nostri amici Cristina e Franco.

Nella foto sullo sfondo la Cima di Reit e a seguire la Cresta di Reit sotto la quale si snoda parte della Val Zebrù.

Sulla dx, nella parte assolata, si trova invece la frazione Piatta da dove passeremo al termine di questo report per poi scendere di nuovo in questo punto.


A Bormio raggiunto il punto d'incontro al ponte antico di Combo ci siamo uniti ai nostri amici che ci stavano aspettando.

Insieme a loro abbiamo proseguito verso il percorso ciclopedonale che conduce in Valfurva alla sx orografica del torrente Frodolfo.

Come già accennato all'inizio maggiori particolari li trovate nel report segnalato.

Dai massi e i depositi ghiaiosi presenti nell'alveo del torrente, si denota che durante le piene non è certo un tranquillo torrente!

Per noi giunti a San Nicolò, proprio dietro la chiesa, abbiamo svoltato a sx raggiungendo la SP29 prendendo poi la direzione Valfurva....

... dopo 150 abbiamo svoltato a sx in Via Sascin, iniziando la salita per la Val Zebrù



Al primo tornante in località Teregua appaiono i cartelli ad indicare la nostra meta, ovvero: rifugio Campo, naturalmente in Val Zebrù

La strada sale in fretta e guardando sotto si vede la chiesa di San Nicolò da dove abbiamo iniziato la salita.

In località Paris la prima sosta per "l'abbeverata". Ora c'è da dire questo: i nostri amici non disponevano di portaborracce sulle loro bici, costringendoli a tenere le borracce negli zaini. Questo li obbligava a doversi fermare per poter bere ed affidandosi a posti dove potersi fermare.

Come si sa, durante le salite, specie nelle giornate calde è essenziale idratarsi costantemente e va da sé che la borraccia deve stare a portata di mano!


Davanti a noi in basso si snoda la Valfurva

 

La lunga salita in costa alla montagna fa intravedere in centro alla foto la chiesa della Madonna dei Monti in località Adam

Sotto Adam a dx nella valle si trova la frazione Sant'Antonio. Per quanto riguarda la montagna con tratti innevati che si trova a dx è il Pizzo Tresero.


Guardando indietro si vede ancora San Nicolò nel suo insieme, mentre a dx sullo sfondo è Oga con il forte omonimo che abbiamo trattato in questo report.

Per quanto riguarda le montagne sullo sfondo; a sx è la Cima Piazzi e alla sua dx i Corni San Colombano


La strada è molto ampia e sale in modo regolare

Località Adam in vista della Chiesa della Madonna dei Monti

Da Adam guardando in valle si trova parte dell'abitato della frazione Sant'Antonio.

Sullo sfondo a sx il Pizzo Tresero mentre a dx è il Monte Sobretta.

Nota: Quasi in centro alla foto si vede una carrabile che si inerpica fra i prati e poi in mezzo al bosco. Ebbene è la forestale che in questi ultimi tempi è stata utilizzata per togliere dall'isolamento Santa Caterina Valfurva a causa della frana incombente sulla strada provinciale SP29 che da Bormio sale al Gavia.

La descrizione dettagliata sulla forestale la trovate in questo report

Dopo Adam la strada si restringe, si passa dalla località Plazzola...



... per arrivare poi alla località Niblogo dove la strada asfaltata termina in questo parcheggio


Proseguendo oltre il parcheggio si arriva davanti a quello che è uno degli ingressi al Parco Nazionale dello Stelvio.

Vorrei ricordarvi che nella prima foto di questo report ho nominato la Cima di Reit e a seguire la Cresta di Reit sotto la quale si snoda parte della Val Zubrù.

Ebbene dietro queste cime si trova l'ambiente del Parco Nazionale dello Stelvio di cui anche la Val Zebrù da questo versante ne fa parte.

Ufficialmente dò il via alla prima pedalata nel parco Nazionale dello Stelvio, non certo riferito come prima assoluta, ma solo per questo giorno!

 

La prima parte della carrabile sterrata, scende in falsopiano per circa 1,5 km, sino a raggiungere il ponte sul torrente Zebrù

Questo tratto è veloce e divertente ed in parte è coperto da boschi.

 

Arrivando nei pressi del torrente Zebrù, sulla dx troverete il Ponte Receneccia posto per evitare il torrente Valle Ardof


Avendo il torrente Valle Ardof una bassa portata lo abbiamo guadato, mentre dei bambini giocavano allegramente sulle sue rive

A poca distanza si arriva in prossimità del ponte che attraversa il torrente Zebrù. ma per noi non serve attraversarlo, si prosegue diritti.

A chi servisse dell'acqua, in centro alla foto si trova una fontana

Solito problema, zaino a terra per poter bere. Come si può notare io la borraccia la tengo a portata di mano sul manubrio, non la devo nemmeno cercare in mezzo al telaio!

 

Da qui in poi si entra veramente nella Val Zebrù ed inizia la vera salita

Il rumore delle ruote sulla ghiaia ha fatto girare di scatto il bambino al seguito di questa mamma "coraggiosa", che sulla schiena in un marsupio portava un secondo bambino, mentre davanti aveva imbracato lo zaino!


Il primo tratto è abbastanza impegnativo come pendenze, spesso col fondo instabile...


l... dove si attenua per poco in località I Plaz a quota 1660 m ....

... per poi riprendere ad essere impegnativa entrando in questo bel bosco ....


... dove arrivati ad un bivio mi sono fermato a consultare la mappa. Infatti indietro a sx una breve ripida salita mentre proseguendo diritti sulla ampia carrabile saremmo arrivati in cima allo stesso punto ma affrontando una pendenza minore.

Ovvio che abbiamo scelto la soluzione più facile.


la carrabile alterna tratti impegnativi ad altri più facili in falsopiano.


Si arriva in vista di un ponte sul torrente Zebrù.

 

Si cambia sponda, ora si passa alla dx orografica della valle e del torrente.


Passato il ponte la carrabile dopo un tornante inizia a salire in modo deciso, con i nostri amici che ora li guardiamo dall'alto

Questo è lo scenario guardando verso valle da dove siamo saliti. Sullo sfondo fa capolino la Cima de Piazzi

Qui occorre spingere sui pedali, a fianco un tronco posizionato a mo di paracarro, sempre con lo sfondo sulla Cima de Piazzi


Con la scusa di scattare una foto ne approfitto per una breve sosta

 

Sosta che dura poco altrimenti gli altri scappano! Qui siamo sotto la Cresta di Reit

Ogni tanto qualche baita appare ai margini del bosco.


Lungo il percorso occorre affrontare diversi guadi, per fortuna asciutti al nostro passaggio, ma da dover prendere in considerazione in altri periodi dell'anno o subito dopo forti temporali.


Mano a mano che si sale la valle muta aspetto sia che si guardi avanti o indietro da dove si è saliti.

E proprio qui Cristina e Franco stavano osservando la montagna sullo sfondo che si vede nella foto sopra cercando di dargli un nome e che a posteriori ho individuato come Cima de Piazzi.

Proseguendo la valle inizia ad aprirsi di più. Ora in alto in centro alla foto appare il Sasso Rotondo mentre alla sua dx la punta rappresenta le Pale Rosse

Indubbiamente si tratta di una bella valle!

Altro torrente in secca da superare, ovvio che se ci fosse acqua in abbondanza il guado potrebbe diventare problematico

Si passa da un'altra località il cui nome è apposto sul cartello in cima al palo: Zebrù da Bigno 1860 m

Un incontro inaspettato, una jeep del rifugio che andava a prendere dei clienti.

Altri guadi momentaneamente asciutti non mancano


Breve sosta, oramai manca poco alla meta


Nuovo cambio di sponda sul torrente Frodolfo


Si attraversa una zona ghiaiosa molto estesa con annesso piccolo guado asciutto. La vista è verso un altro ennesimo ponte



I cartelli recitano: Ristoro La Baita a 100m e Rifugio Campo a 300 m

Passato il ponte si incontra il Ristoro la Baita

Aggirato il Ristoro la Baita, l'ultimo sforzo verso il rifugio sulla carrabile abbastanza sconnessa

Meta raggiunta!

Franco in posa sotto il rifugio Campo a quota 2000 m

Giù dalle selle e alla ricerca di un posto all'ombra dove mettere le bici per la pausa pranzo.

Seconda Parte 

 

TRACCIA GPX


CONCLUSIONE

La Val Zebrù sono oramai anni che era stata segnata come report da fare è questa è stata una occasione inaspettata per farlo.

A parte questo si tratta di una bella valle che alterna morfologie del terreno e vedute arrivando a quota 2000.

  

  

 

 

buone pedalate a tutti, Outside

Un foto racconto di Cadore designer © 2020
pagina creata: 12-09-2020
ultimo aggiornamento: 14-09-2020
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