Lombardia in bici

Piani di Artavaggio

da Maggio ai Piani di Artavaggio

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Una salita in MTB ai Piani di Artavaggio e al Rifugio Nicola. Un ambiente posto nelle prealpi Bergamasche a quasi 2000m, ed una sfida per chi ci arriva

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Piani di Artavaggio 1644m slm.



Rifugio Nicola 1869m slm. - Piani di Artavaggio 1644m s.l.m.


Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
40km
1182m
asfa/sterr
Strad/carr
6% - 27%
✩✩✩✩✩
✩✩
✩✩✩
✩✩✩

  

 

 

 

   

 


Ci troviamo nel cuore della Valsassina, ai confini fra le province di Lecco e di Bergamo, con costanti visuali sulle Grigne e sul Resegone.




L'altimetria del Percorso

Il percorso è suddiviso in due tratte: la prima su strada asfaltata, la seconda in sterrato. Le pendenze medie si attestano sul 6-7%, solo l'ultimo tratto di 2km su sterrato dai Piani di Artavaggio al rifugio Nicola rincara la dose con media al 13% e l'ultimo breve tratto oltre il 25%.




La mappa del Percorso

Ho suddiviso il percorso con tre colori, in azzurro il tratto asfaltato, in verde lo sterrato con pendenza media al 6-7%, mentre l'ultimo tratto in rosso è il più tecnico e difficile (sempre con il mio metro di giudizio)

Località
Km. Distanze progressive
Altitudine
m. Dislivello progressivo

Maggio

0
702
0

Moggio

3,50
885
180

Bivio Piani Artavaggio

9,2
1200
484

Piani di Artavaggio

16,62
1641
930

Rifugio Nicola

18,45
1869
1081




Queste due immagini sono tratte da:



Come arrivarci

Da Lecco, si prende l'indicazione per la Valsassina, prendendo la nuova tangenziale in galleria, che porta sino all'imbocco della Valsassina a Ballabio. Da lì si prosegue verso Introbio, ed arrivati al Colle di Balisio, si svolta a dx. per Maggio - Culmine San Pietro.


Distanze

Da: Milano 69 km - Bergamo 46 km - Lecco 15,6km - Como 42km - Bresciai 102km

Dove parcheggiare

Parcheggio Cimitero di Maggio

 

Tempi di percorrenza

Percorso in salita da Maggio al Rifugio Nicola: 2h 10' alla media di 8,5km/h
Percorso in discesa : 1h 24'



Il percorso

Pronti, via, si sale, sì! Anche in questo caso è così! Parcheggiato al cimitero di Maggio, si sale subito verso Moggio e da li verso il passo del Culmine di San Pietro.

La salita verso il Culmine San Pietro è molto bella e panoramica, con asfalto in buone condizioni. A circa 1km dal Culmine di San Pietro una sbarra a sx. subito dopo delle antenne radio, segnala l'inizio della carrabile che porta ai Piani di Artavaggio e al Rifugio Nicola.

Condizioni del percorso

Escludendo la salita su asfalto di ordinaria amministrazione, il resto per me è stato il percorso più duro e tecnico che mi sia mai capitato negli oltre 100 report pubblicati sino ad ora.

Dico subito che non è per le pendenze impossibili, anche se gli ultimi 2km danno del filo da torcere! Piuttosto il problema è riuscire a stare sempre in equilibrio e soprattutto mantenere sempre la trazione. Il fondo è un misto fra terreno battuto (molto poco) fondo con sassi di tutte le dimensioni, più o meno mobili, pietre, ghiaino, ghiaia, traverse in legno, canaletti trasversali di scolo, brevi guadi (dipende se ha piovuto di recente) ma i generale sassi, sassi, sassi e ancora sassi e pietre da schivare!

Personalmente ho fatto simili percorsi, ma perlopiù con un fondo più compattato, e con rare perdite di trazione, qui invece tutto questo è molto frequente e forse tenere le gomme con meno pressione migliorerebbe le cose, ma poi c'è da affrontare al rientro la bella discesa finale su asfalto e farla con le gomme sgonfie non è proprio il massimo!

La salita inoltre non presenta sempre pendenze costanti ma intervalla tratti più o meno pendenti, per cui si passa dalla prima marcia alla quarta marcia per poi riprendere la prima marcia.

La prima marcia è la più utilizzata specie nei passaggi tecnici, e in alcuni occorre arrendersi e scendere se si perde l'equilibrio per poi ripartire superato l'ostacolo.

Da quando si inzia il percorso la concentrazione deve essere sempre ai massimi livelli, per poter scegliere le traiettorie migliori dove c'è meno sconnesso o ostacoli. Il manubrio poi va tenuto sempre ben saldo.

La bici poi deve essere molto robusta, possibilmente una biammortizzata o una buona front.
Io avendo una front me la sono cavata in salita per la presenza di un piantone sella ammortizzato a parallelogramma.

Se le difficoltà in salita non sono indifferenti, non pensate che la discesa sia rose e fiori, mettete in conto una buona ora e mezza in fuori sella.

Consiglio in oltre dei buoni freni a disco per poter controllare al meglio l'aderenza in discesa, e ottimi ammortizzatori.

Io non sono usuale a fare simili percorsi tecnici per cui questo è il mio punto di vista che sarà senz'altro differente dai patiti di freeride o downhill che lo giudicherebbero rose e fiori.

Per mè è stato un calvario sia in salita che in discesa e non vedevo l'ora che terminasse. 20km di sassi e sobbalzi senza un attimo di tregua non sono il massimo del piacere di andare in bici, anche se poi come nel cogliere una rosa con le spine se ne puó apprezzare il suo profumo, in questo caso se la giornata è stupenda ci si puó beare di panorami fantastici.

E forse è questa la spinta che ti fa andare avanti stringendo i denti e sopportando i disagi.

Ma tutto questo che ho scritto non penso riguardi chi queste cose le fa di abitudine, e quindi una normalità. Per gli altri penso che arrivare in cima è una bella conquista, provate e poi mi farete sapere! La strada è li che vi aspetta a vostro soggettivo ed insindacabile giudizio!


I Piani di Artavaggio e il Rifugio Nicola


Prima di partire uno sguardo verso la Grignetta e la Grigna. Questo è il parcheggio di Maggio, oltre il prato, il fondo valle della Valsassina.




Giunti a Moggio, per chi volesse ridursi le fatiche, a sx. la stazione di partenza della Funivia che porta ai Piani di Artavaggio. Mi sembra trasporti anche le MTB.

Comunque sia i piani di Artavaggio sono in mezzo alla prima gola a sx.




La cabina della funivia è fuori dalla stazione di Moggio. Sullo sfondo le cime delle Grigne.




La strada asfaltata che sale al Culmine di San Pietro è molto bella, tutta curve e tornanti segue il profilo della montagna dando belle visuali sulla Valsassina; a sx. la Grigna.



Oltre quelle case si scende verso il comune di Morterone, il più piccolo comune d'Italia.




In alcuni punti la strada non è molto ampia, ma c'è da considerare che il traffico è abbastanza limitato.




La strada passa anche attraverso un passaggio fra le rocce. Passaggi simili li ho trovati nei miei recenti report, come la salita al passo dello Stelvio, vicino ai Bagni Vecchi, oppure in Val Brembilla.




Si tratta, come spesso accade in strade di montagna, di strade ricavate in parte "tagliando" le rocce.




Oltrepassate le rocce si apre questa visuale; sullo sfondo appaiono le creste frastagliate del Resegone.
Si riesce anche ad intravedere la croce sulla seconda vetta da sx. Punta Cermenati 1875m s.l.m.

Può sembrare una coincidenza, ma la meta di oggi sarà alla medesima quota del Resegone, per la precisione 6m in meno, ma basta salire al primo piano del rifugio, o sulla vicina montagna per pareggiare il conto!




Dopo circa 9km dalla partenza, si arriva in questo punto dove salendo incontrerete sulla Vs. sx. l'antenna radio che si vede in foto, subito dopo sempre sulla sx. vedrete una sbarra posta su una strada sterrata. Questo è il punto in cui inizia la strada carrabile per i Piani di Artavaggio e il rifugio Nicola. In centro alla foto: da sx. la Grignetta e poi il gruppo della Grigna.

La strada che sale a sx. va al Culmine San Pietro che si trova a circa 1km da qui.




Troverete anche questi cartelli sulla dx. prima della sbarra, per cui non vi potrete sbagliare.




La bici è pronta per l'impresa, io incomincio a presagire qualche cosa a riguardo il fondo della carrabile, pensando che se è così l'inizio, come sarà più avanti? Il caso vuole che nel mentre arrivavo, un signore anziano stava arrivando dalla sbarra, salendo poi sulla sua auto parcheggiata lì vicino.

Per cortesia l'ho salutato, e gli ho chiesto se fosse la strada per i piani di Artavaggio, visto che non avevo ancora notato i cartelli; la risposta fu affermativa e aggiunse che si poteva arrivare sino al Rifugio Nicola, dove l'avrei trovato aperto e con suo fratello come gestore.

Già che c'ero ho chiesto come fosse il fondo della carrabile e la risposta fu: il fondo è bello, compatto e non ci sono problemi a salire!
Ma sarà proprio così ?




Supero la sbarra e mi addentro in un bel bosco, il fondo pur irregolare, non crea grossi problemi.
A terra si incominciano a vedere fra le foglie secche anche numerosi ricci di castagne.



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Uscito dal primo tratto di bosco in discesa, la strada poi riprende a salire offrendo un panorama sulla Valsassina. La carrabile è stretta, senza alcuna protezione nel lato a valle, per cui è meglio mantenersi a monte anche perchè la ruota anteriore coi grossi sassi tenta a deviare improvvisamente la traiettoria impostata. E quindi meglio mantenere un margine di sicurezza nelle manovre.




E' un susseguirsi di tratti nel bosco ed alcuni brevi tratti scoperti. Essendo una carrabile dove passano pesanti fuoristrada 4x4 con grosse ruote, di fatto si creano due piste laterali con in mezzo il classico rilievo, un po' come le strade di campagna.

Questo comporta che quando ci si ritrova con un tratto brutto davanti e uno migliore nell'altra carreggiata, occorre mettere in conto di scavalcare il rilievo in mezzo, e talvolta nelle salite questo non è molto simpatico!

Non è il caso di questo tratto, e comunque in foto le condizioni del fondo non vengono messe in risalto.




A circa 1300m di quota, il panorama si fa interessante, ora le Grigne si vedono meglio e si incomincia a vedere il fondovalle da dove sono partito. Non solo, ma traguardando verso l'alto, in mezzeria fra la sella e il manubrio, la Grigna presenta una sella, lì in mezzo è visibile una piccola porzione del Lago di Como.




Forse qui si intuisce meglio com'è il fondo, questo è un tratto bello, anche perchè nei tratti brutti in salita non mi fermavo certo a fare le foto, altrimenti dopo chi ripartiva?




Giunto a questa fontana sinceramente già mi stavo chiedendo chi me l'avesse fatto fare di scegliere questo percorso!




Comunque sia il fondo salgo egualmente, ogni tanto si incontra anche qualche rivolo d'acqua,




Salendo in quota oltre le creste dei monti della Valsassina appaiono delle cime innevate, non avendo riferimenti noti, non posso nemmeno dire di cosa si tratti con sicurezza, ma potrei considerare che a sx. su una sella si vede in modo chiaro il parallelepipedo dell'ecomostro del grattacielo dei Piani dei Resinelli, mentre i due spuntoni di roccia sulla dx. potrebbero essere i Corni di Canzo.



In questo percorso ci sono due cose che ci sono in abbondanza: miliardi di sassi sulla carrabile e panorami a iosa! Da sx. le creste del Resegone, in centro il Monte due Mani, a dx. la Grignetta, e se foste li realmente potreste apprezzare, sullo sfondo a circa 200km, le montagne innevate della foto precedente.




A 13km dalla partenza a 1362m slm, si arriva a questo spiazzo, dove ci sono parcheggiate un po' di fuoristrada. Da qui si abbandona la visuale sulla Valsassina aggirando la montagna sulla quale si è saliti sino ad ora.




Infatti, girato l'angolo appare fra la vegetazione uno squarcio di un'altro panorama. Fra la prima montagna rocciosa a sx. in primo piano, e la cima sulla dx., il Monte Sodadura, ci sono i Piani di Artavaggio... ma in centro appare una sagoma ben riconoscibile! Il rifugio Nicola, la mia meta finale.

Da qui in linea d'aria sono circa 3km, mentre sono circa 5,7km di strada e 500m di dislivello da superare. Il tratto di 3,7km sino ai Piani di Artavaggio con pendio medio al 7-9% inframezza anche tratti pedalabili, ma pur sempre tecnici e sconnessi, quindi non fatevi illusioni! sempre senza un attimo di tregua! A meno che non decidiate di fermarvi voi.




Per quanto la mia fotocamera digitale disponga solo di uno zoom a 5x, riesco ad inquadrare i due rifugi in cima alla montagna: a sx. il Rifugio Cazzaniga e a dx. il Rifugio Nicola.

Osservate l'ultima rampa che porta al Rifugio Nicola, nonostante sia schiacciata dalla prospettiva mostra di essere un'erta salita, come in realtà lo è.




Incontro il greto di un torrente in secca... verrebbe da dire! No! Questa è la carrabile! E' per questo che dico che fare 10km in salita con un fondo simile richiede una buona dose di pazienza e fatica, che non finisce con la salita ma prosegue in peggior modo con gli altri 10km di discesa!

Benvenuti nella "Carrabile dei Sassi", forse esagero un po' e forse è meglio provarla di persona, pensate che quasta è anche teatro di una competizione in MTB, comunque avrete capito che a mè non piacciono i sassi!




Si giunge su uno spartiacque dove a sx. si vedono parte delle Grigne e dell'alta Valsassina, con il monte Muggio sulla dx. dove si trova l'Alpe Giumello, mentre sullo sfondo sono le alpi Svizzere.




Sull'altro versante si apre questo scenario panoramico. ( ingrandire )



Il monte Sodadura



Uno sguardo verso la Valtaleggio, con la carrabile che scende verso la valle.




Dopo le fatiche fra i sassi, arrivo alla vista dei Piani di Artavaggio.




Ma la meta finale è ancora distante, e c'è da affrontare la parte finale, la più impegnativa.



Alcuni dei rifugi e abitazioni presenti ai Piani di Artavaggio.




La sbarra alzata sembra un po' fuori luogo in un simile ambiente!



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Qui si sale verso il rifugio Nicola



Sulla dx. l'Albergo Sciatori, alle sue spalle la vetta del Sodadura, e a sx. il puntino bianco è il rifugio.




Questa è la vista dall'Albergo Sciatori verso i Piani d'Artavaggio, dove arriva la Funivia che sale da Moggio, sono gli edifici con alle spalle i pini in centro alla foto.




Dietro l'Albergo dei Sciatori si trova questa chiesa, con lo sfondo dell'onnipresente piramide del Monte Sodadura, che è un po' il simbolo di quest'ambiente.




Se sino a qui non è stato proprio una passeggiata, ora c'è da affrontare il tratto più difficile, l'alternativa se ci si stanca è girare la bici e tornare indietro, oppure parcheggiarla davanti alla chiesa e proseguire a piedi, scegliete voi!

Sino a questo punto avrete già percorso 17km e superati 948m di dislivello, mancano 1,8km e 215m di dislivello, pendio al 12%, fondo pessimo e trazione del pneumatico vicino allo zero.




Si inizia a fare lo slalom fra i sassi e le pietre



Non so cosa possano pensare questi cavalli che senza fare un minimo movimento si limitano ad osservarmi con uno sguardo quasi compassionevole, mentre il loro puledro se la dorme beatamente sdraiato al sole!




Se l'hanno chiamato Resegone ci sarà un motivo, basta guardare quanto è frastagliato il suo crinale. A lato della carrabile la chiesa e l'Albergo Sciatori.



Un altro rifugio, come vedete il fondo sassoso non è compatto ma smosso, su pendenza al 12% per cui la trazione risulta difficoltosa.

Ultimamente ho abbandonato l'uso dello zainetto mettendo un portapacchi e una borsa laterale, che inevitabilmente si riempie. D'altra parte in stagioni di transizione come queste, si parte con aria fredda per arrivare nelle ore centrali con una temperatura più mite, per cui vestendosi a "cipolla" i vari capi vanno pure messi da qualche parte, poi c'è la scorta viveri, per cui si fa presto a riempirla.




Superato anche questo rifugio, mi sto avvicinando alla stessa quota del Resegone, proseguo nel mio adorato "letto di sassi" verso il rifugio Nicola.

Come ho scritto all'inizio, salite con una bici robusta, perchè qui se avete qualche cosa che si potrebbe staccare o rompere, o allentare con le vibrazioni, state pur certi che succederà!




Non tutto però vien per nuocere, e i panorami sono sempre più belli, le antenne che si vedono sotto sono quelle dei ripetitori della Valcava. Poi, un mare di nubi sulla Valpadana e in fondo gli appennini Emiliani, Tosco-Emiliani e Liguri, cosa volere di più?




Sempre più in alto, e si scorgono le catene di monti poste a più di 200km di distanza. A dx. la cima della Grignetta.




Un'altra panoramica verso Sud Ovest - ingrandire




In effetti questi luoghi sono più frequentati dagli "zaino in spalla" che non dai ciclisti, come dargli torto? io del resto ero l'unico in MTB.




Una bella immagine del Monte Sodadura 2010m slm. Come si può vedere, la cima è una perfetta piramide e chi ha visto le piramidi Egizie, osservando questa vetta ne rimane un po' sconcertato. Non è che per caso gli Egizi hanno copiato questa montagna per costruire le tombe dei faraoni?

Mi raccomando non ditelo a quelli di Voyager, altrimenti....



ù

Che ne dite, assomiglia o no a una piramide Egizia?



Il dubbio: qui confesso che stavo per rinunciare perchè consultando il GPS e riferendomi al cartello posto all'inizio della carrabile; con la scritta Rifugio Nicola 2000 e facendo la sottrazione, mi ritrovavo con troppi metri di dislivello ancora da fare.

E soprattutto non capivo bene dove doveva passare la carrabile.

Pensando il da farsi ho pensato bene di alimentarmi e mentre stavo per finire ho visto un gruppo di escursionisti con zaino in sapalla scendere proprio dal rifugio. In parte sono riuscito a capire dove fosse la carrabile in parte no, perchè loro tagliavano per la via diretta più breve.

Ma la fortuna è arrivata poco dopo, un 4x4 stava lasciando il rifugio, per cui ho potuto vedere da dove scendeva e quanto ci stava impiegando, oltre a vedere la sua inclinazione sul pendio.

Rincuorato dal tempo impiegato dal 4x4 e con lo stomaco riempito in parte, ho deciso di affrontare l'ultimo pezzo, come dire: boia chi molla!

Non ci troviamo nelle Cinque giornate di Milano del 1848, ma il motto va sempre bene!




Integrazione con l'ambiente

Il Monte Sodadura detta legge, e il rifugio Nicola riprende il disegno piramidale della sua vetta.




La conquista! Questa volta devo proprio dire che il sassolino dalla scarpa me lo sono tolto, ma non solo in senso figurato!




La soddisfazione di vedere le nubi dall'alto che stazionano sulla pianura padana.




Direi che è fatta, anche se c'è ancora da fare la discesa, che non è da meno della salita come impegno.




Il rifugio è dotato di camere con vista "spaziale".
Passare una notte quassù fra le stelle, vedere il tramonto con il sole che si tuffa dietro i monti a 200km di distanza e l'accendersi delle luci giù nella pianura deve essere un'esperienza indimenticabile!




Mi sposto un po' dal rifugio per inquadrare il lato est del Sodadura e raggiungere anche la medesima quota del Resegone, ora sono alla pari.




Il rifugio è aperto anche d'inverno, naturalmente non raggiungibile in bici, ma con la funivia sino ai Piani di Artavaggio e poi a piedi con zaino in spalla.





Dal terrazzo si vede il Rifugio Cazzaniga.




I gestori del rifugio Nicola, si tratta del figlio di Nicola, ora settantenne.



Ovviamente al rifugio non c'è solo il bar e le camere, ma anche la sala pranzo ed un self-service.




Il panorma dal terrazzo: dal Sodadura al Resegone al Due Mani e alla Grignetta, e sullo sfondo tutti gli Appennini e poi le Alpi Piemontesi.




E' ora di scendere, ma con una piccola deviazione alla funivia dei Piani di Artavaggio.



Riguadagno la strada per i Piani di Artavggio




C'è da fare ancora una breve salita per raggiungere la funivia.




La strada porta anche ad altri rifugi oltre che all'impianto della funivia, tempo fa qui d'inverno si sciava, poi un po' per i frequenti inverni senza neve il tutto è stato un po' abbandonato, i skilift sono stati tolti e hanno messo 4 tapis roulant, uno si vede all'estrema sx. E' presente anche un anello per lo sci di fondo con locale spogliatoio e servizi.

Per lo più questo comprensorio ora è frequentato da famiglie con bambini e slittini, per chi vuole fare passeggiate con le ciaspole o fare dello sci alpinismo.




L'ultima casa in fondo è l'arrivo della Funivia.
Peccato che fosse chiusa per ferie, mi sarei evitato tutta la discesa sui sassi!




Vista sui Piani di Artavaggio dalla zona funivia.




E' ora di rompere gli indugi, e scendere a valle, mettendo via la fotocamera, non prima di avere fatto una foto ricordo agli adorati sassi e pietre che mi stanno aspettando impazientemente. Ne approfitto per imparare a fare slalom, e in 10km ce nè di tempo per imparare!


Conclusioni

Come avete visto dalle fin troppo abbondanti foto, raggiungere la meta del Rifugio Nicola comporta una buona dose di determinazione e fatica, che poi vengono ripagati dai panorami che si possono vedere strada facendo e non d'ultimo dal rifugio Stesso. Chi si ritenesse stanco puo' fermarsi anche ai Piani di Artavaggio, e per i più pigri c'è l'alternativa dell'uso della funivia.

Mi sembra che il quadro è completo e non manchi nulla per poter decidere se e come affrontare la salita, a voi la decisione!

 

buone pedalate a tutti, Outside

Un foto racconto di Cadore designer © 2011
pagina creata: 12-10-2011
ultimo aggiornamento: 26-07-2015
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