Lombardia in bici
Salita
Piazza Brembana
Piani d'Avaro
(BG)
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Una nuova esplorazione in bici nell'alta Valle Brembana fra la Valle Stabina e la Val Moresca.

I piani d'Avaro sono un balcone soleggiato posto a 1700m che offre una vista a 360° sulle Alpi Orobie e Prealpi Bergamasche


I piani d'Avaro con lo sfondo dei monti: (da sx) Arera, Menna, Alben, Venturosa


 
Come arrivarci.

Dall'Autostrada A4 Milano-Venezia uscire al casello di Dalmine e prendere la direzione per Valle Brembana, proseguire poi sino a Piazza Brembana.

IL PERCORSO

Si tratta di un percorso con impegno misto, i primi 4km fino a Olmo al Brembo, si prosegue per 2,6km al 4% sino ad Averara, dopo 1,5km al 7% si arriva a Santa Brigida. Ancora 4km al 6% per arrivare a Cusio. Si sale poi sino al Colle della Maddalena sono 2,5km al 10%. Ancora 5km al 9% e si arriva al rifugio dei piani d'Avaro.

Se poi si vuole fare un po' di fuoristrada ci si può spingere più in alto lungo le sterrate che portano in cima alla costa sopra i piani d'Avaro. Sono circa 1,5km di diversivo, o anche di più se si vuole perlustrare anche gli altri sentieri, alcuni punti sono al 20%.

La strada in generale è ampia e con fondo è buono, come sempre in montagna fare attenzione perchè ogni tanto qualche sasso o pietra si trovano sulla sede stradale, ma tutto nella norma per chi va in montagna.

 

La salita è continua con scarsi tratti pianeggianti, ovvero in gergo "non molla mai" e anche se non ci sono pendenze importanti, la lunghezza della salita alla fine si fa sentire nelle gambe.

L'ambiente fino a Cusio è abbastanza antropizzato e si discosta dalla vicina Valle Stabina mentre dal Colle della Maddalena in poi l'ambiente cambia aspetto con boschi e visioni che incominciano ad essere panoramiche, per poi raggiungere il culmine in vetta.

CONSIDERAZIONI PERSONALI

Venti km di strada montana fra piccoli comuni e frazioni, ruscelli, cascatelle, boschi, prati, e poi montagne a volontà a perdita d'occhio una volta giunti in vetta, con un piano ben soleggiato e rifugio con ottima cucina, cosa volere di più, certo a salire in bici c'è da far fatica specie se non si è super leggeri, ma andare in montagna si sa, questo è da mettere in conto. Se si vuole arrivare solo ai piani d'Avaro anche una bici da corsa va bene salvo un 200m di sterrato finale. Se invece volete dilettarvi anche in fuoristrada, attrezzatevi con una buona MTB con forcella ammortizzata, ve lo consiglio visto che io l'ho fatto con una rigida.

Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
22km
1421m
asf./sterr.
stradale
carrabile
6% / 22%
✩✩✩✩✩
✩✩✩
✩✩✩
✩✩✩✩✩

 

 

 

 

   

 


Alla scoperta del territorio


La vista del percorso da Google Earth, si parte da Piazza Brembana, punto di partenza dei recenti report della salita al Passo San Marco. e della Valle Stabina . Il percorso termina ai Piani d'Avaro a quota 1700m, poi in fuoristrada si sale di un centinaio di metri

 

Si parte dai 530m di Piazza Brembana sino ai 1700m dei Piani d'Avaro



Dati ricavati da TrailRunner


Grafico della pendenza ricavata dal GPS, i picchi sono il solito problema del GPS e finchè Gramin non me ne farà dono di uno nuovo, i picchi rimangono!

Al nastro di partenza, questa volta mi fanno compagnia i miei amici Dino e Roberto, sotto, alle loro spalle l'ampio parcheggio di Piazza Brembana

Lasciata Piazza Brembana si percorrono i 4km all'1% sino a Olmo al Brembo. Questi km serviranno da riscaldamento vista la temperatura bassa attorno a 9-10°. Roberto porge il braccio per svoltare a sx. verso il ponte sul Brembo, da lí parte la strada verso i piani d'Avaro

Oltrepassato il ponte sul Brembo, si incontra la Chiesetta di S.Rocco. Pur trovandoci a metà Ottobre, siamo incappati in una giornata fresca ma splendida.

Per chi volesse vedere qualche foto del tratto Piazza Brembana Olmo al brembo può andare
qui.

I "fuggitivi"si perdono all'orizzonte mentre mi soffermo a scattare delle foto. Già sullo sfondo si incomincia ad intravedere una cima innevata, residuo della nevicata di tre giorni prima

Il campanile con la sua guglia sta ad indicare dove dovremo arrivare, dietro la seconda cima innevata sulla dx. si trovano i Laghetti di Ponteranica, meta famosa di molti escursionisti, ovviamente raggiungibile a piedi

Il centro di Averara

Ad Averara non posso esimermi dall'attraversare un pezzo di storia, si tratta della famosa "Via Priula"

Questo tratto conservato da il senso di come poteva essere la Via Priula nel XVI sec. immaginandosi le carovane che giunte ad Averara vi facevano sosta, con le loro merci. A fianco del lungo porticato avrebbero trovato magazzini, stalle e luoghi di ricovero

vista dal porticato su Averara, il piccolo Comune conta circa 200 abitanti e si trova a 650m s.l.m.

Uno degli affreschi situati sotto il porticato

In centro ad Averara si trova il bivio per la Val Moresca

Atraversiamo il ponte sul torrente Mora lasciandoci alle spalle i porticati della Via Priula in controluce

Proseguiamo fra due fila di case, ci aspetta 1,5km al 7% fino a Santa Brigida

L'edicola in legno sulla dx. segnala che siamo arrivati a Santa Brigida

Bartali e Coppi, i due si dan battaglia sui tornanti, ha la meglio il più giovane!

Roberto taglia il primo GPM

Arriva anche Dino, che accuserà problemi di vestiario, infatti dopo poco si toglierà il casco ed era sudato lavato. Il problema di quando si va in montagna dove le temperature cambiano nel corso della giornata, alle volte può creare problemi e occorre agire per tempo togliendo lo strato superfluo di vestiti prima di trovarsi "sudati lavati".

E' per questo motivo che tutti i capi che si adottano per andare in bici devono essere per forza tutti traspiranti per poter evacuare rapidamente il vapore acqueo che si produce sotto sforzo, se non lo fossero ci ritroveremmo letteralmente inzuppati

L'autunno avanza, uno sguardo verso la Val Moresca

 

La chiesa a Santa Brigida

Si prosegue verso Cusio

Ci troviamo attorno a 900m mancano ancora 800m di dislivello da superare



In lontananza Cusio

Arrivati a Cusio il campanile dà i rintocchi di mezzogiorno

Da Cusio si sale verso il Colle della Maddalena, sono 2,5km al 10%.

Nella foto Cusio visto dall'alto e sullo sfondo le cime innevate dell'Arera e del Menna

Una panoramica di Cusio

Mi ero portato avanti per fare un po' di foto e dopo un po' mi vedo arrivare i "ragazzi" con la compagnia di una mascotte

Arrivo al colle della Maddalena, quello è l'oratorio di Santa Maria Maddalena del Sec. XII

Si prosegue verso la meta finale, 5km al 9%



La nostra mascotte "4WD " in avanscoperta ci stà aspettando...

...per poi seguirci fedelmente, ma pare perchè gli sia stato dato del cibo

La meta si stà avvicinando, ma anache la stanchezza incomincia a farsi sentire oltre la fame

Una breve sosta per cambiare le borracce

La mascotte come ha sentito lo sfrigolio della carta ha spalancato le "fauci ", visto che i miei compagni avevano terminato le provviste, gli ho dato ciò che mi era rimasto in tasca.

Mentre la mascotte stava "pranzando" in mezzo alla strada è sopraggiunta una signora in macchina diretta al rifugio, e dopo un po' di tentativi è riuscita a far salire in macchina la mascotte. Abbiamo poi scoperto al rifugio che la cagnetta era abituale accompagnare le persone sino al rifugio

Si riparte attorniati da una selva di pini

La strada ha un cambio di pendenza e sullo sfondo appaiono le cime innevate dei Tre Signori

Pensavamo di essere quasi arrivati, ma alzando gli occhi verso la montagna abbiamo scorto un bel tornante ricavato artificialmente e cementato alla roccia della montagna! pedalare!

Quindi tornante dopo tornante... si va avanti

Altra sosta contemplativa, sullo sfondo:
Il Pizzo dei Tre Signori e il Monte Trona

In lontananza sulla dx. le cime del gruppo della Grigna

Ed ecco il famoso tornante sospeso nel vuoto

Guardando sotto, si vede la strada che sale

Manca ormai poco

Finalmente appare all'orizzonte il rifugio dei Piani d'Avaro. (cliccando sulla foto appare la panoramica)

Un colpo d'occhio verso ovest, il Pizzo dei Tre Signori e il Monte Trona

Arrivati al rifugio il tempo di parcheggiare le bici e soffermarsi a guardare il menu e dentro per il sudato pranzo!

Le bici fuori sul terrazzo a godersi il fresco e il panorama :-)

Davanti all'ingresso del rifugio sulla terrazza c'è ancora chi prende il sole sbracciato, ma sinceramente vista la temperatura....

I ragazzi al pitstop per un digestivo, all'ingresso al rifugio ci eravamo promessi di stare leggeri, poi... una fetta di salame per iniziare un piatto di ottimi Casoncelli conditi con burro salvia e pancetta croccante, un piatto di Pizzocheri, un piatto di Tagliatelle al ragu di capriolo, un Tris di formaggi e per finire un Tris di dolci, accompagnati con un tris di vini, ci ha fatto cambiare idea sul "leggero" dei nostri pensieri iniziali! ma si sà l'appetito dicono che vien mangiando e quando è buono...c'è sempre un posticino per tutto!

Forse abbiamo esagerato un pochino, ma dopo tutto a giustificazione ci sono alle spalle 20km di salita e 1340m di dislivello, ai quali io poco dopo ne aggiungerò un altro centinaio in esplorazione fuoristradistica.

Di fronte al rifugio d'inverno è in funzione il piccolo impianto di risalita, mentre sulla dx, si può intravedere il tracciato per la pista di fondo.

Il rifugio è dotato di camere, e con la strada tenuta sempre pulita è quindi possibile raggiungerlo in auto per trascorrere dei periodi sulla neve.

Ma naturalmente non solo è aperto d'inverno, ma tutto l'anno.

La signora nella foto è quella che gentilmente si è fermata a dare un passaggio alla "mascotte"

Dal rifugio si gode di un'ottima visuala, qui sono il Pizzo dei Tre signori e il Monte Trona, mentre a sx la cima della Grigna nella Valsassina

Qui in pieno controluce la parte ovest, nella metà dx. la Valtorta, i piani di Bobbio e sullo sfondo la Grigna

Terminato il pranzo inizio la perlustrazione in solitaria, ero curioso di vedere il panorama oltre la cresta dei piani verso est.

Qui sopra il laghetto in cui si specchia il rifugio

Devo dire che siamo stati proprio fortunati per il meteo, e il fatto che solo tre giorni prima abbia nevicato, ha abbellito il paesaggio

Prima tappa in fuoristrada sulla costa dietro il cerchio di pietre che si vede a dx della baita. sono circa un 80m di dislivello e uno strappo al 20%

Questa la panoramica che si può vedere una volta arrivati in quota, con una parata di monti sullo sfondo, l'ultima cima a dx è il pizzo Arera

Guardando verso sud est questa è la visione, dal Pizzo Arera, al Menna, all'Alben e Venturosa.

Lì sotto i piani d'Avaro, la prossima meta, raggiungere la cima della costa dei piani d'Avaro

Da lassú a quassù, dove ero prima è la traccia che si vede sul pendio a dx del cerchio di pietre

Come si può vedere raggiungere questa meta è gratificante, dando modo di poter godere di un'ampia visione sul territorio circostante

Finita la perlustrazione, faccio ritorno ai piani d'Avaro recuperando Dino e Roberto che mi stanno aspettando in riva al laghetto.



Conclusione

Penso che le foto possano parlare da sole di quanto sia bello questo ambiente e quindi da parte mia non posso che consigliare questa meta

 

buone pedalate a tutti, Outside

Un foto racconto di Cadore designer © 2010
pagina creata: 19-10-2010
ultimo aggiornamento: 26-07-2015
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