Veneto in bici
Tour dolomitico
In Ciclabile
da Cimabanche
a Tai di Cadore
(BL)
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Sesta tappa del nostro tour, dal Passo di Cimabanche proseguiamo ora nell'Ampezzano sempre sulla pista ciclabile "La Lunga Via Delle Dolomiti" scenderemo a Cortina d'Ampezzo, poi nella Valle del Boite percorrendo parte dell'antico percorso della Via Regia.

Lasciamo alle spalle l'Alto Adige e ci trasferiamo nella Regione del Veneto attraversando le dolomiti del Bellunese che ci faranno da maestosa cornice.


LE TAPPE

1- Rivoli Veronese - Trento
2-
Trento - Bolzano
3-
Bolzano - Bressanone
4-
Bressanone - Monguelfo
5-
Monguelfo-Lienz
--
Visita Dobbiaco e San Candido
6-
Dobbiaco-Cimabanche

   
La località "Ospitale" a qualche km da Cimabanche



Val Boite - Cortina - Confine Ampezzano-Cadore


Lunghezza
Diff.
Dislivello
Fondo
Percorso
Pend. med./max.
Panoramico
Fontanelle
Punti ristoro
mio Voto
45km
-1000m
sterr/asfal
Ciclabile
2% - 6%
✩✩✩✩
✩✩
✩✩
✩✩✩✩

 

 



Dal passo di Cimabanche sino a Tai di Cadore é quasi tutta discesa, si attraversa l'Ampezzano e la Valle del Boite. Avevamo previsto di arrivare sino a Calalzo di Cadore ma non abbiamo trovato posto nei B&B, per cui previa assistenza da casa (bellitaliainbici non abbandona i suoi giovani inviati), ci hanno fatto trovare un B&B a Tai di Cadore.




Purtroppo un malfunzionamento del GPS della Garmin non ha permesso l'acquisizione dei dati. Questi sono dati presi dal precedente report "La Lunga Via Delle Dolomiti" a cui potete fare ulteriore riferimento ad integrazione di questo report, soprattutto per i panorami in pieno sole!



IL PERCORSO

Il percorso é quasi tutto in discesa o in falsopiano, sono 1000m di dislivello in negativo. Si alternano tratti sterrati a quelli asfaltati.

Il percorso è interamente su ciclabile e si attraversano valli contornate dalle dolomiti Bellunesi, uno spettacolo della natura. Purtroppo da Cimabanche a Cortina d'Ampezzo il meteo non è stato benevolo riservandoci un po' di pioggia. Questo però fa parte del gioco e quando si passano le giornate all'aria aperta può succedere.



SESTA TAPPA
Seconda parte: dal passo di Cimabanche a Tai di Cadore

Siamo partiti al mattino con una splendida giornata di sole ed ora ci tocca indossare le mantelline e proteggere il nostro carico! Con questo tempo, in ogni caso, serve sempre una protezione, soprattutto dopo pranzo. Senza contare che siamo in discesa e fra poco incontreremo un po' di gallerie che sono abbastanza fresche.




Usciti dal bosco e dopo un repentino cambio di meteo si arriva in località Ospitale formata da una chiesa ed un albergo.




La chiesetta di Ospitale



OSPITALE di nome e di fatto, un tempo era un ricovero per i viandanti. Qui la vecchia stazione.




Ci infiliamo in mezzo al bosco, cataste di legna ai bordi e un profumo di resina nell'aria, davanti a noi un gruppo di ciclisti tedeschi.




Il cielo si fa grigio fra le vette dei monti




Cosa avrà mai da fotografare dal momento che piove...!




... Ah! Fotografa le gocce di poggia sul Lago Nero!



Il paesaggio aspro delle montagne e le forre che ci sono oltre lo steccato fanno coppia con il cielo creando un'atmosfera dai toni cupi.



Questa é una delle zone più selvagge che abbiamo incontrato fino ad ora, qui di baite o case non se ne vedono, solo natura a perdita d'occhio. Sento ululare un lupo! Ma no! è Alberto che fa lo stupido dietro una curva!




Oltre lo steccato, sotto di noi scorre il Rio Felizon




Per attraversare il Rio Felizon dovremo passare su quel ponte sospeso nel vuoto.




Vi piace come area selvaggia?


Toh! Arriva Lupo Alberto! Hai finito di ululareee?




Ma i nostri fidi Indiana Jones dopo aver passato il fiume in secca ed essersi impantanati, prima di passare sul ponte Tibetano dovranno affrontare le buie gallerie, ragazzi ora si va in miniera!




Chi entra per primo? Io no!


Uscita! Certo che se toglievo gli occhiali da sole era meglio! Dopo il ponte ne troveremo ancora un'altra di Galleria, un po' più lunga di questa.

Pensate che d'inverno quelli che fanno fondo se la fanno con gli sci!

E siccome voi lettori siete molto buoni e pazienti a seguire i nostri report vi faccio un regalo, qui sotto ci sono le foto in versione invernale dell'ingresso alla galleria, dentro la galleria e all'uscita della stessa!

Ora penso che la documentazione sia completa, non vi resta che scegliere in quale periodo andarci.





Le vette di nuove montagne si stagliano sullo sfondo, ma sopra, le nuvole non scherzano affatto! Questo pomeriggio il tempo è proprio instabile!



E che fa Alberto? Vuole forse attirare qualche lampo? Arriviamo finalmente nell'Ampezzano, sotto di noi una valle piena di ghiaia.




Sotto, distese di pini e sul fondovalle il Rio Boite circondato da un vasto letto di ghiaia, anche qui l'ambiente é molto selvaggio.



Sopra di noi ghiaioni discendono dalle montagne



bellitaliainbici é arrivata anche quassù!
Dietro di me seminascosta si trova una rupe su cui è posto in un punto strategico il rudere del vecchio Castello di Botestagno. Qui sotto è la Valle dove scorre il Boite, la bandiera indica la Val di Fanes, mentre a dx c'è la Val Felizon, da dove siamo venuti noi.

Notare che ho ancora le gomme piene di fango, che nemmeno un successivo lavaggio col getto d'acqua al B&B sono riusciti a toglierlo!


Sulla dx si staglia il Becco di Mezzodì (l'orologio solare di Cortina), a sx il Nuvolau e dietro seminascosto dalle nubi si scorge la sagoma del Pelmo.



Ripartiamo in questo nuovo ambiente, nuova valle, nuove vedute!




Più minaccioso di così!



La ciclabile ora ha un fondo compatto ed è abbastanza ampia, e anche i bambini se la spassano alla grande, e vorrei vedere, fortunati loro ad avere dei genitori che li portano a vedere questi magnifici luoghi che ci invidiano da tutto il mondo!




Passiamo a fianco della vecchia stazione di Fiammes, siamo ormai vicini a Cortina d'Ampezzo.

Siamo arrivati nella conca Ampezzana, ed appaiono le prime frazioni di Cortina d'Ampezzo.

All'estrema dx la base della Tofana di Rozes, al centro, dietro il colle boscoso con la pista da sci, il Nuvolau. Sulla sua cima centrale si vede appena l'omonimo rifugio, punto panoramico fantastico, quella più a sx è la Gusela (che sovrasta il Passo Giau). A sx della foto la Croda da Lago, davanti alla quale in basso si vede bene l'Ossario dei caduti della grande guerra, a Pocol. Dietro alla Croda da Lago si vede il pianoro inclinato dei Lastoni di Formìn.



Ogni frazione ha la sua chiesetta accanto


Scendiamo verso Cortina d'Ampezzo, vada come vada il tempo, al massimo ci ripariamo e ci va anche di fortuna perché fin qui di ripari non ce ne sarebbero stati!

I monti:
a destra la Gusela del Nuvolau, poi i Lastoni di Formìn, la Croda da Lago (con sotto più in grande l'Ossario di Pocol) e a sinistra, solitario, il Becco di Mezzodì (quando il sole ci passa sopra, è mezzogiorno a Cortina)


Sulla ciclabile, ora asfaltata, c'è una riga gialla che divide i pedoni dai ciclisti, ma a Cortina i pedoni molto spesso occupano anche tutta la pista incuranti delle strisce; per cui fate attenzione!




La pista ciclabile continua dentro il piazzale dell'ex stazione ferroviaria, ora stazione dei BUS. Gli automobilisti sono poco rispettosi e ci parcheggiano anche sopra! Cosa pensate che direbbero questi signori se in mezzo alle statali o nelle autostrade si parcheggiassero delle bici per traverso? Forse: Ah! Che bello! Ora possiamo fare lo slalom!?




Deviamo verso il centro per una breve visita




Una gondola a Cortina?



Facciamo appena in tempo a scattare una foto in centro che si mette a piovere! Quindi ci ripariamo sotto la tettoia di un negozio, così fanno anche gli altri turisti colti da questo acquazzone improvviso!




Sono le quattro del pomeriggio, la pioggia non cala di intensità...anche se ad un certo punto sembra smettere! Così decidiamo di rimetterci in viaggio, quanto mai!....



...facciamo appena in tempo ad uscire dal centro che ci sorprende un forte acquazzone. Ci affrettiamo a trovare un riparo per non inzupparci. Sulla destra le Creste del Pomagagnon sembrano illuminate dal sole...



Smette di piovere ed esce il sole, sullo sfondo l'Antelao Il detto locale per il monte Antelao:

"Cuan che Antelòu se bete 'l ciapèl, do la fau e sù 'l restel"

Tradotto: Quando l'Antelao si mette il cappello, si smette di falciare e si prende il rastrello.

Nota: Questa é una delle tante informazioni che mi ha passato il Prof. Bortolo Calligaro, profondo conoscitore delle zone del Cadore, Bellunese, Ampezzano nonché guida turistica e presidente della sezione della FIAB di Belluno.

Chi lo volesse contattare come "Accompagnatore" per organizzare una escursione di gruppo lo può fare contattandolo qui:


E' tardi, abbiamo ancora un po' di strada da fare, ne approfittiamo che ritorna il sole per ripartire, lasciando Cortina d'Ampezzo passiamo davanti a quello che fu il trampolino delle Olimpiadi invernali del 1956.



Facciamo un pezzo della vecchia via Regia nel bosco



Meno male che siamo in discesa!



Uno dei vecchi caselli della ex ferrovia, ora l'ex sedime in questo punto è stato coperto dalla SS Alemagna




La ciclabile in questo tratto corre accanto alla SS Alemagna, arriviamo in località Dogana Vecchia




Si entra nel Cadore nel territorio del comune di San Vito di Cadore



Mentre scatto una foto, una canuta signora mi sfreccia accanto. Qui la pista è ben utilizzata dalle popolazioni locali. Sullo sfondo l'Antelao con il caratteristico "Cappello di nubi" di cui i locali vi dedicano un detto sulle previsioni meteo.


Massicci imponenti di rocce attorniate da candide nubi che ne nascondono le vette



C'è il sole ma fa fresco, per cui indossiamo il giubbino anti-vento

San Vito di Cadore



La stazione della frazione di Chiappuzza con i caratteristici tetti a punta.

 


Anche l'ex stazione di San Vito ha lo stesso caratteristico tetto. E' tardi e non facciamo in tempo a fermarci a San Vito di Cadore, così sfiliamo via.




La piazza vicino alla chiesa di San Vito




Noi siamo sbucati da lì sotto... sulla dx La Croda Marcora (gruppo Sorapis)




E ora si sale da qui



L'Antelao



Il gruppo delle Marmarole sopra San Vito di Cadore




Il gruppo Sorapis



Una chiesetta all'uscita di San Vito di Cadore, con dietro la sagoma del Pelmo




Passiamo da Borca di Cadore, stessa architettura per l'ex stazione.



Calano le luci sul tardo pomeriggio, siamo nei pressi di Peajo. In alto a sinistra la chiesetta di Vìnigo, frazione dove si coltivano, in orti al centro del paesino, degli ottimi cavoli cappucci (W la rivalutazione dei prodotti locali... )




Alberto è ancora fresco, io un po' meno!




La chiesa di Peajo



Vodo di Cadore, qui l'ex stazione ha una architettura ben differente dalle precedenti.




A Valle di Cadore ancora un altro stile




Lasciamo anche Valle di Cadore, per noi la tappa sta per concludersi, ancora qualche km e a Tai di Cadore ci fermeremo per la notte. E' stata una giornata intensa ed ora la stanchezza si fa sentire.

A destra il monte Rite, altro panorama grandioso a 365°. Sulla cima, nell'imponente forte del primo Novecento, Reinhold Messner ha realizzato uno dei suoi Musei della Montagna. Al centro il passo Cibiana con sotto l'omonimo paese, famoso per i murales che abbelliscono le sue vecchie case dai tipici ballatoi di legno.



CONCLUSIONE

Questa seconda parte fa apprezzare le grandiose viste sui monti che circondano la Val Boite e l'Ampezzano. Panorami da gustarsi senza particolari fatiche pedalando in discesa. Una carrellata che poi prosegue nel Cadore. Siamo nel cuore del nostro viaggio, una tappa che nel suo complesso ci ha fatto scoprire molti bellissimi luoghi, alle volte selvaggi alle volte dolci e poetici o cupi per via del meteo avverso.

Non perdetevi la prossima tappa!

Un foto racconto di Cadore designer © 2012
pagina creata: 19-10-2012
ultimo aggiornamento: 08-06-2015
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